"Noi siamo la generazione pro-life"

La testimonianza di uno studente alla Marcia per la Vita di Washington

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L’enorme e prevalentemente giovane folla della Marcia per la Vita 2013 ha sfidato il freddo e la neve per protestare contro il 40° anniversario della “Roe vs. Wade”.

Papa Benedetto XVI era spiritualmente presente. “Mi unisco a tutti coloro che marciano per la vita da lontano, e prego che i leader politici proteggano il concepito e promuovano la cultura della vita – ha affermato il cardinale Sean O’Malley, leggendo un tweet appena mandato dal Papa -. Benedetto XVI è con noi”.

Scuole, college, chiese e persone sono scesi in piazza per dar voce al loro sostegno alla causa pro-life. Gli speaker del raduno che ha preceduto la marcia hanno sottolineato la bassa età media dei partecipanti.

“Siamo la generazione che ha più sofferto l’aborto – ha detto un leader studentesco del Northwest Vista College -. A quanti di noi manca un fratello, una sorella, un cugino, un amico, a causa dell’aborto?”.

Il giovane dimostrante ha sfidato i suoi coetanei a optare per un cambiamento che resti indelebile per il resto delle loro vite.

“Non siamo il futuro del movimento pro-life, noi siamo il movimento pro-life”, ha detto.

Al raduno hanno preso la parola, tra gli altri, l’ex senatore della Pennsylvania, Rick Santorum, lo speaker della Camera dei Deputati, John Boehner (in collegamento televisivo), e la nuova portavoce della Marcia per la Vita, Jeanne Monhan. La fondatrice e precedente leader della Marcia, Nellie Gray, è scomparsa lo scorso agosto.

“Sfido ognuno di voi – ha detto Monhan – in modo particolare i giovani, prima di partire, a pensare e a prendervi un momento di riflessione nel vostro cuore riguardo a come Dio vuole impiegare ciascuno di voi per portare a una rapida fine quell’abuso dei diritti umani che è l’aborto”.

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Makena Clawson

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