No degli ebrei italiani alla Giornata per il dialogo con i cattolici

A causa della preghiera per gli ebrei del Venerdì Santo nella liturgia del rito straordinario

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ROMA, venerdì, 21 novembre 2008 (ZENIT.org).- Un rappresentante della Chiesa cattolica in Italia ha espresso la propria tristezza ricevendo la notizia che la comunità ebraica non si unirà alla Giornata per il dialogo tra ebrei e cattolici, in programma il prossimo 17 gennaio.

Lo ha annunciato il presidente dell’Assemblea rabbinica italiana, Giuseppe Laras, che ha affermato che al suo posto verrà celebrata la Giornata dell’ebraismo.

La decisione, ha spiegato il rabbino, è motivata dalla questione della preghiera per gli ebrei nel rito straordinario della liturgia in latino del Venerdì Santo, modificata da Benedetto XVI, in seguito alle obiezioni sollevate dopo la pubblicazione del Motu proprio Summorum Pontificum del 7 luglio 2007.

Nella nuova formulazione si invoca Dio perché “illumini” il cuore degli ebrei, “perché riconoscano Gesù Cristo Salvatore di tutti gli uomini”.

Monsignor Vincenzo Paglia, Vescovo di Terni-Narni-Amelia e presidente della Commissione per l’ecumenismo e il dialogo della Conferenza Episcopale Italiana, riconosce che “ovviamente ha addolorato questa decisione”.

Il presule ha rivelato in alcune dichiarazioni alla “Radio Vaticana” che da alcuni mesi è in contatto con Laras per cercare di esporre lo spirito di questa preghiera e superare i malintesi.

“È un’invocazione che mette nelle mani del Signore il come e il quando, in prospettiva escatologica, questo possa avvenire. E in questo senso a mio avviso la questione è più che risolta”, afferma.

“Posso comprendere le perplessità – riconosce –: questa decisione è dolorosa, ma neppure la enfatizzerei più di tanto. Il rabbino, infatti, nella nota ovviamente si augura che il cammino del dialogo riprenda e continui”.

“Noi ovviamente continueremo a celebrare anche quest’anno la Giornata di riflessione ebraico-cristiana il 17 gennaio. Si tratta di una giornata che quest’anno è un po’ ferita, ma è una ferita che ci auguriamo aiuti ad approfondire meglio l’indispensabile raccordo e rapporto tra cristiani ed ebrei”.

Il presule ha rivolto un appello al rabbino per chiedergli di modificare la sua posizione.

“Persistono purtroppo ancora preoccupanti focolai di antisemitismo e questo chiede un’attenta vigilanza: non solo non dobbiamo allentare i nostri rapporti, ma stringerli ancora di più per combattere in radice ogni seme che possa favorire tali atteggiamenti”.

“Cari amici ebrei – ha aggiunto –, non possiamo perderci dietro a questi problemi. C’è un fronte che deve continuare a vederci molto stretti, molto uniti per combattere la comune battaglia contro qualsiasi forma di antisemitismo e soprattutto per allargare quel comune patrimonio teologico-morale per aver portato al mondo intero il monoteismo”.

“Parlare di Dio, parlare della legge morale, parlare di comportamenti santi e parlare anche di una tensione escatologica verso la pienezza della manifestazione di Dio, credo sia un compito assolutamente prioritario e straordinario”, ha concluso.

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ZENIT Staff

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