Nigeria: liberata la missionaria americana rapita a febbraio

Lo ha annunciato il vescovo David Kendall, sul sito della Free Methodist Church Usa. Intanto a Maiduguri, nord-est del paese, tre esplosioni provocano decine di morti e feriti

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È stata rilasciata Phyllis Sortor, la missionaria americana della Free Methodist Church rapita il 23 febbraio da uomini armati. La donna, di 71 anni, era stata prelevata mentre si trovava alla Hope Academy, una struttura che ha sede a Emimoro, nel centro della Nigeria.

L’annuncio della sua liberazione è stato dato dal vescovo David Kendall, sul sito della Free Methodist Church Usa, assicurando che la missionaria si trova adesso al sicuro. I rapitori, all’indomani del suo sequestro, avevano chiesto un riscatto di 300 mila dollari.

Ma mentre dalla Nigeria giunge questa buona notizia, nel paese continuano a consumarsi tragedie: a Maiduguri, nord-est del Paese, roccaforte dei ribelli estremisti di Boko Haram, due esplosioni hanno messo in ginocchio due mercati e un parco. Secondo i primi bilanci, i morti sono circa 47, i feriti oltre 50.

La prima esplosione si è verificata verso mezzogiorno (ora locale) nei pressi di un affollato mercato a Baga. “Un uomo voleva entrare nel mercato del pesce ma è stato fermato e, durante i controlli, si è fatto esplodere”, ha raccontato un testimone oculare. Secondo quanto riferito da una fonte della sicurezza locale, la seconda esplosione è stata provocata mentre i soccorritori stavano evacuando le vittime della prima deflagrazione, uccidendo decine di persone. Infine, una terza esplosione è stata provocata vicino ad un parco conosciuto come Borno Express intorno alle ore 12.30.

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ZENIT Staff

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