Nigeria a rischio “talebanizzazione”

Almeno 500 le vittime degli scontri tra Esercito e militanti islamici

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KÖNIGSTEIN, mercoledì, 29 luglio 2009 (ZENIT.org).- La Nigeria corre il rischio di essere sottoposta a un’islamizzazione radicale, sostiene padre Obiora Ike, direttore dell’Istituto Cattolico per lo Sviluppo, la Giustizia e la Pace nello Stato nigeriano di Enugu.

Parlando con l’associazione caritativa Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACS), il sacerdote ha messo in guardia contro la “talebanizzazione” del Paese africano, riferendosi anche ai recenti scontri tra il movimento islamico radicale Boko Haram (“L’istruzione è peccato”) e le forze di sicurezza, che hanno provocato almeno 500 morti.

Per padre Ike, dopo gli ultimi attacchi che si susseguono dal 24 luglio nel nord della Nigeria, il Paese ha raggiunto un “nuovo livello” di violenza.

Gli scontri tra le forze di sicurezza seguono l’assalto di Boko Haram alle stazioni di polizia in quattro Stati come ritorsione per l’arresto dei leader del gruppo, che chiede l’imposizione della legge islamica (sharia).

La violenza è scoppiata nello Stato settentrionale di Bauchi, a maggioranza musulmana, diffondendosi ai vicini Stati di Yobe, Kano e Borno.

“Finora gli islamici si sono scagliati quasi esclusivamente contro i cristiani, ma ora si sono formati nuovi gruppi radicali che stanno prendendo di mira tutte le ‘agenzie occidentali’ e anche contro altri musulmani”, ha spiegato padre Ike.

Gli atti di violenza da parte di gruppi come Boko Haram, ha osservato, sono diretti anche contro i Governi degli Stati che hanno introdotto la sharia.

Dal 2000, questa è stata rafforzata in 12 dei 36 Stati nigeriani per quanto riguarda non solo le questioni familiari, ma anche quelle penali.

Padre Ike ritiene che la crescita di Boko Haram possa presagire la formazione di un ampio movimento che si sta diffondendo rapidamente nel Paese.

Gruppi di questo tipo, denuncia, ritengono “decadenti” le scuole e le università occidentali e dicono che potrebbero anche scagliarsi contro le strutture educative musulmane.

Il sacerdote ha chiesto ai Governi occidentali di sostenere la Nigeria nella lotta contro i militanti islamici, assicurando l’istruzione e riducendo la povertà.

I problemi attuali, constata, sono provocati da “mancanza di istruzione, mancanza di lavoro, assenza di competenze, poco denaro e scarsità di lavoro, che provoca una mancanza di senso della vita”.

“Ciò porta agli abusi ideologici e al dirottamento della gioventù da parte dei terroristi”, ha aggiunto.

Secondo un rapporto di ACS del 2008 sui cristiani oppressi per la loro fede, le comunità cristiane nei 12 Stati nigeriani in cui è in vigore la sharia subiscono intolleranza e discriminazione.

Ciò include false accuse di blasfemia nei confronti dell’islam, la demolizione dei luoghi di culto cristiani e il rapimento e la conversione forzata di adolescenti – soprattutto ragazze – all’islam.

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ZENIT Staff

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