"Nessuna lacrima andrà perduta". La preghiera del Papa per i mali del mondo

Appassionata l’orazione che Francesco ha recitato nella Veglia “per asciugare le lacrime” volta a dare speranza e consolazione a chi è vittima di guerre, pedofilia, terrorismo, schiavitù

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I cristiani perseguitati, le persone in imminente pericolo di morte e quelle che subiscono torture, abusi, schiavitù oppure soggette alle sperimentazioni mediche. Poi le vittime di guerra, di terrorismo, di violenze; i malati, i carcerati, i depressi e gli angosciati; le famiglie che hanno perso un figlio, anche prima della nascita, oppure hanno perso la casa, la patria o il lavoro. Coloro che piangono un parente morto o un familiare da cui sono stati costretti a separarsi a causa delle “ingiustizie umane”.

C’è tutto il male del mondo nelle preghiere che Papa Francesco ha innalzato a Dio durante la Veglia “per asciugare le lacrime” che si è svolta oggi, 5 maggio, nella Basilica Vaticana. Un momento di riflessione nel giorno in cui la Chiesa celebra la solennità dell’Ascensione di Gesù, per porsi accanto a chi oggi, per diversi motivi, soffre. Nell’anima o nel corpo, personalmente o per i propri cari.

Francesco raccoglie tutte le “lacrime” di questa gente nella sua appassionata orazione universale – pubblicata dall’Ufficio delle Celebrazioni Liturgiche – che sembra riecheggiare la struggente preghiera già scritta per la Via Crucis del Venerdì Santo al Colosseo.

In essa il Papa chiede a Dio di accogliere il dolore dei cristiani vittime di persecuzioni “come un sacrificio per la salvezza del mondo” e, avvicinandosi a chi “ha sperimentato l’esilio e la separazione a causa dell’odio umano”, grida: “Ricongiungi le famiglie, riconcilia i popoli e suscita in tutti propositi di accoglienza e di solidarietà”.

Ai malati, segnati nel fisico “dal limite e dalla fragilità”, “afflitti dalla sofferenza”, Bergoglio offre consolazione e prega che Dio li sostenga “sulla via della croce”; mentre per i bambini e i ragazzi “non amati, abusati e violati nella loro dignità”, domanda al Signore di curare “le loro piaghe” e di trasformare “le ferite in nuova gioia di vivere”.

“Le lacrime degli innocenti ottengano la tua dolce carezza di Padre e il pentimento sincero di quanti generano scandalo”, recita il Pontefice. E non manca di ribadire l’appello per la cessazione di ogni guerra: “Converti i cuori dei violenti e concedi al mondo intero il dono della tua pace”.

“Nessuna lacrima andrà perduta davanti agli occhi di Dio” afferma poi il Vescovo di Roma, pensando a chi oggi è vittima della “potenza del male”, costretto a subire “ingiustizie umane” come sfruttamento, incarcerazione, torture, nuove forme di schiavitù.

Il Papa invoca per loro la “libertà” dei figli di Dio; la stessa che chiede anche per chi è vittima di dipendenze. “La liberazione dell’uomo, che il Signore Gesù ha ottenuto a prezzo del suo sangue, convinca il loro cuore e la loro mente a scegliere percorsi di bene e rafforzi la loro volontà nel perseguire cammini di liberazione”, sottolinea. “Concedici di non ricadere nella schiavitù e solleva dalla loro miseria quanti sono vittime di nuove prigionie”.

Un messaggio di speranza anche per chi soffre l’amarezza dell’abbandono e della solitudine, della desolazione e della disperazione, della sfiducia e dell’angoscia: Gesù – prega il Papa – “faccia loro gustare la consolazione di appartenere alla Chiesa” e che essa “sia sempre più autenticamente il cenacolo nel quale sperimentare la gioia della fraternità”.

Commosse le parole per coloro che piangono per la morte di una persona cara: “Il Signore Gesù, che ha pianto per la morte dell’amico Lazzaro e sempre si commuove per il dolore umano, asciughi le loro lacrime e infonda la fede nella risurrezione” auspica Francesco, assicurando che in Cristo “la vita non è tolta, ma trasformata e nessun legame d’amore si spezza”.

La preghiera del Santo Padre è stata preceduta da alcune testimonianze di vita e di sofferenza e da una riflessione del Papa stesso. I fedeli presenti alla Veglia hanno avuto poi la possibilità di venerare il reliquiario della Madonna delle Lacrime di Siracusa, relativo al prodigio avvenuto tra il 29 agosto e il 1° settembre 1953. Ovvero quando da un quadretto di gesso raffigurante il Cuore Immacolato di Maria, posto sopra il letto matrimoniale dei coniugi Iannuso, una giovane coppia di sposi siciliani, sgorgarono miracolosamente lacrime umane.

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Salvatore Cernuzio

Crotone, Italia Laurea triennale in Scienze della comunicazione, informazione e marketing e Laurea specialistica in Editoria e Giornalismo presso l'Università LUMSA di Roma. Radio Vaticana. Roma Sette. "Ecclesia in Urbe". Ufficio Comunicazioni sociali del Vicariato di Roma. Secondo classificato nella categoria Giovani della II edizione del Premio Giuseppe De Carli per l'informazione religiosa

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