"Nessuna forza umana può cancellare l'immagine viva di Cristo"

Il cardinale Sandri interviene al colloquio ecumenico dei religiosi all’Augustinianum, parlando di un “ecumenismo del sangue” che va di pari passo con un “ecumenismo del perdono”

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“L’ecumenismo del sangue”, spesso denunciato da Papa Francesco, è stato il centro dell’intervento del cardinale Leonardo Sandri, durante il colloquio ecumenico dei religiosi in corso all’Augustinianum di Roma. 

Il saluto del prefetto della Congregazione per le Chiese orientali – riferisce L’Osservatore Romano – ha introdotto la seconda giornata dei lavori, dedicata alla vita consacrata nella tradizione ortodossa. La terza giornata invece è stata aperta dal cardinale Kurt Koch, presidente del Pontificio Consiglio per l’unità dei cristiani e si è concentrata sulla tradizione anglicana e protestante. L’incontro si concluderà domani pomeriggio con il messaggio finale e la celebrazione dei Vespri presieduti da Papa Francesco nella basilica di San Paolo fuori le Mura. 

Nel suo intervento, Sandri ha ricordato la sorte toccata al monastero dei monaci di Sant’Ormisda dei Caldei a Mosul, “requisito e trasformato in una prigione dalla furia cieca degli uomini del cosiddetto Califfato”. Questo dimostra che “nelle avversità, le persone consacrate si trovano sempre nelle prime file del popolo di Dio, soffrendo e difendendo sempre i più deboli e bisognosi”, ha evidenziato il cardinale, ricordando anche il caso delle suore domenicane di Santa Caterina, in Iraq, scacciate dalla loro casa e dedite ora al sostegno morale, spirituale e materiale degli sfollati della piana di Ninive. 

Ma queste tragedie odierne si aggiungono ad una lunga fila di persecuzioni nella storia: sono stati tanti infatti i regimi che, nel corso dei secoli, “hanno chiuso monasteri e case religiose, requisito i beni, talora incarcerato e perseguitato i religiosi: in alcuni casi per acquisirne le proprietà, o per disperderne il patrimonio educativo e formativo”, ha rammentato il porporato.

In particolare, ha richiamato alla mente la feroce persecuzione di “uno dei più grandi e terribili regimi atei del secolo XX, quello iniziato con la rivoluzione bolscevica e la creazione dell’Unione Sovietica”. Questa persecuzione – ha sottolineato il Capo Dicastero – “voleva estirpare l’idea stessa di Dio e della fede, e a farne le spese furono proprio i luoghi delle ‘guide’ del popolo, i monaci e le monache”. Nonostante l’odio e le violenze, tuttavia, “la viva immagine di Cristo non può essere cancellata da nessuna forza umana, benché alleata e guidata da pensieri diabolici”. 

Ciò, ha annotato inoltre il porporato, “ci consente anzitutto di sentirci uniti, di fronte a Cristo, unico Salvatore del mondo, e da Oriente a Occidente implorare la misericordia del Padre su tutte le controtestimonianze offerte nel passato e nel presente da parte di consacrati e religiosi, appartenenti a tutte le confessioni cristiane”. Oltre a quello del sangue, esiste infatti un ecumenismo anche “nel chiedere perdono insieme se il Signore non è stato il centro della vita e della missione dei religiosi”, ha concluso il cardinale Sandri.

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ZENIT Staff

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