"Nessun sforzo sia risparmiato per proteggere la vita dei rapiti"

L'”inquietudine profonda” del provinciale dei Gesuiti in medio Oriente per la sorte di padre Paolo Dall’Oglio, il gesuita romano scomparso una settimana fa in Siria, e di altri confratelli presenti nel paese

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In un comunicato inviato all’agenzia Fides, padre Victor Assouad SJ, Provinciale dei gesuiti del Medio Oriente, ha espresso “inquietudine profonda” per la sorte di alcuni loro confratelli presenti in Siria insieme a padre Paolo Dall’Oglio, il gesuita romano scomparso nel Nord della Siria da una settimana. Assouad fa riferimento anche alla situazione critica di padre Frans van der Lugt e delle persone che vivono con lui nella residenza gesuita di Boustan Diwan, nel centro della città di Homs, dove – secondo fonti Unicef – circa 400mila civili, quasi tutti donne, vecchi e bambini, sono rimasti bloccati e isolati per la nuova offensiva dell’esercito governativo contri le milizie ribelli.

Il Provinciale gesuita ha ringraziato tutte le persone che si preoccupano per la sorte di Dall’Oglio e anche “tutte le istanze e le autorità che si mobilitano per la sua ricerca”, auspicando che “si ponga presto fine a questa prova” e che “padre Paolo possa ritrovare i suoi al più presto”.

In merito agli ospiti della residenza gesuita di Homs, padre Assouad ha chiesto che “non sia risparmiato nessuno sforzo per proteggere la loro vita”. Nel prolungarsi del dramma siriano viene riaffermata a nome di tutta la Compagnia la “solidarietà con la sofferenza di tutto il popolo”. I gesuiti s’impegnano a proseguire la loro azione umanitaria rivolta a tutti e rinnovano il proposito di “operare per la pace e la riconciliazione in Siria”. 

Fides ricorda, inoltre, che il cardinale Leonardo Sandri, Prrefetto della Congregazione per le Chiese orientali, a nome di tutto il dicastero, ha espresso in un comunicato “vicinanza nella preghiera” al Preposito Generale e a tutti i Religiosi della Compagnia di Gesù per l’incertezza circa la sorte di p. Dall’Oglio.

Nel messaggio, il porporato ha ricordato anche “l’assoluto silenzio che pesa sulla sorte di due vescovi e di due sacerdoti rapiti mesi fa, come quella di tanti altri, siriani e stranieri, nella medesima dolorosa condizione”. Il 3 agosto anche la Coalizione nazionale siriana (CNS), principale piattaforma dell’opposizione anti-Assad, si era detta “profondamente preoccupata” per la sorte del gesuita.

Secondo fonti locali, padre Dall’Oglio, ri-fondatore dell’antico Monastero siriano di Deir Mar Musa, dichiarato “persona non grata” dal governo siriano, era arrivato sabato 27 luglio nella città di Raqqa, controllata dai ribelli. Da lì era partito per una località sconosciuta dove aveva appuntamento con Abu Bakr al-Baghdadi, capo dello Stato islamico in Iraq e nel Levante, l’entità che fa capo al Fronte al-Nusra, una forza jihadista che promuove l’insurrezione siriana. Secondo le stesse fonti, il gesuita voleva trattare con i jihadisti il rilascio di alcuni ostaggi e una tregua nei combattimenti in corso da settimane tra milizie islamiste e milizie curde.

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ZENIT Staff

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