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Nelle vene della storia

Meditazione della Parola di Dio di sabato 17 Dicembre – Feria della III Settimana di Avvento

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Lettura
Il nostro brano rientra in un genere letterario detto “delle Genealogie”, dove, partendo da un personaggio di rilievo, si risale indietro per descrivere le sue origini. Questa genealogia di Matteo si divide in tre serie di quattordici (doppio di sette) per motivi sistematici, e prende le mosse da Abramo in maniera discendente, mentre quella di Luca arriva fino ad Adamo con scansione ascendente. Matteo, scrivendo il suo Vangelo per credenti provenienti dal Giudaismo, prende le mosse da Abramo, Padre della fede israelitica.
Meditazione
Inizia con questo brano la Novena di Natale. Sulle prime sembra di dover fare meditazione su un elenco di nomi, un testo arido. A pensarci meglio, è la pagina più edificante del Vangelo perché porta impresso un messaggio: Incarnazione. In essi l’evangelista individua uomini e donne che, senza saperlo, hanno impastato la carne di Cristo, preparato la sua venuta, disegnato il suo profilo, il colore dei suoi occhi, l’inflessione della sua parlata. Cosa hanno fatto di tanto importante questi personaggi che Matteo mette in fila come soldatini? Nulla, semplicemente sono stati uomini, hanno amato e pianto, mangiato e bevuto, sofferto e visto il sole nascere e tramontare. L’evangelista li fotografa nel momento in cui hanno abbracciato una donna dando vita a un figlio, in un momento di potenza virile, ma anche nella commozione di prendere in braccio un bambino appena nato per stringerlo al petto e sollevarlo in alto in segno di vita e di benedizione. Nulla di particolarmente santo e connesso alla vita del tempio e della liturgia, ma afferma che il coraggio di essere uomini, seguendo le vie della natura, è già una liturgia maggiore, un canto gradito a Dio. Chi conosca più a fondo la storia sacra sa che molti di questi uomini non furono particolarmente pii, alcuni anzi violenti e immorali; le poche donne che vi fanno capolino col nome non erano esempi da additare all’emulazione delle nostre figlie, eppure Dio si inserisce in questo torrente di vita, che trascina con sé pietre e fango, per scrivere una storia di salvezza e far nascere un fiore da tanto letame. Ognuno di noi porta il sangue e i tratti di tanti antenati, e la vita di tutti è un confluire di storie, di delitto e santità, di grandezza e perversione, di prìncipi e gente del popolo. È il giorno della memoria e del ringraziamento, ma anche il giorno in cui guardare Dio che lavora anche oggi e si sporca le mani con le nostre storie.
Preghiera
Grazie, Signore, che prendi sul serio le nostre vite più di quanto facciamo noi stessi, e sai trarre sinfonie da note stonate. Grazie perché ancora oggi chiedi a me di dare spessore alla grazia con la mia povera umanità.
Agire
Vado a cercare qualche foto ingiallita dei miei genitori, dei miei nonni, dei bisnonni, e le metto in evidenza sulla mia scrivania, perché lo sguardo vi si poggi con la carezza di un grazie.

***
Meditazione del giorno a cura di mons. Arturo Aiello, Vescovo di Teano-Calvi, tratta dal mensile Messa Meditazione, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti info@edizioniart.it
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ZENIT Staff

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