Nelle mani del Buon Pastore

Meditazione quotidiana sulla Parola di Dio / IV Domenica di Pasqua

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Lettura

La voce chiara del Buon Pastore, ascoltata dalle sue pecorelle, anche oggi attraversa i secoli e giunge fino a noi. È una voce conosciuta, che infonde pace, perché vuole che nessuno vada perduto, che nessuno strappi a lui le sue pecore. Come rischiò di succedere a Barnaba e Paolo, cui la gelosia tentò tristemente di rapire le pecore ad Antiochia di Pisidia. Solo la franchezza di Paolo impedì al diavolo di fare strage. Certo, dovettero pagare con persecuzioni questo loro coraggio. È, del resto, il “destino” dei vincitori in Cristo: pienezza di gioia, vesti candide, né fame, né sete, lacrime asciugate (Apocalisse). 

Meditazione

Tutto il decimo capito del Vangelo di Giovanni è dedicato alla figura di Gesù “Buon Pastore”. Sono pagine cariche di quella dolcezza che si manifesta a noi come “cura” e tenerezza materna da parte di Dio. Cura per le nostre ferite interiori, consolazione per i nostri drammi, carezza per i nostri affanni. La dedizione di Gesù nei nostri confronti è amore senza limiti. C’è un Dio che ci ama dall’eternità e che non vuole che ci separiamo da Lui. È questo che ci rivela Gesù. Chi non lo conosce non lo può seguire; chi non lo segue è perché non lo ascolta. Il suo donarsi come Salvatore nostro ci garantisce la vita eterna. Gesù è con noi finché abbiamo Lui che ci guida. Per questo non possiamo perderci. Niente e nessuno può strapparci dalle sue mani, che sono state ferite, trapassate dalla cattiveria del mondo. Ma sono mani che accolgono e raccolgono. È vero che il male continuamente cerca di seminare divisione e inimicizia nel suo gregge, ma Gesù sa come proteggerci. A noi, per mantenerci uniti, tocca seguire la sua voce, che raduna chi è disperso. Con Gesù dobbiamo instaurare un rapporto di fiducia se non vogliamo smarrirci tra i labirinti del mondo. L’appartenenza a Gesù è il nostro scudo di difesa dai falsi idoli che spesso si propongono a noi come guide per condurci a fallimenti e rovine. Non c’è solitudine tra le sue braccia. Gesù ci dà la forza per affrontare e trasformare tutto in occasione di grazia e di riavvicinamento più profondo al suo cuore. Quando ci ostiniamo a trasgredire questa comunione, il sole della vita va spegnendosi in noi, perché prende il sopravvento l’egoismo e non abbiamo più familiarità con quella voce amabile di Gesù che ci orienta verso la pienezza. 

Preghiera

O Gesù, Buon Pastore, tienici stretti a te, non ci lasciare mai vagare da soli. Rendici sicuri con la tua mano, specie quando insorge la gelosia che corrode ogni cosa buona. Preservaci dal male. Difendi soprattutto i tuoi presbiteri. E donaci sante vocazioni, forti come gli Apostoli, pieni di gioia e di Spirito Santo. Amen. 

Agire

Un’intensa preghiera per le vocazioni, con un bel sacrificio, che mi costi tanto!

Meditazione del giorno a cura di monsignor GianCarlo Maria Bregantini, arcivescovo di Campobasso-Bojano, tratta dal mensile Messa Meditazione, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti: info@edizioniart.it

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ZENIT Staff

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