Neil Armstrong, tanti i ricordi, una sola dimenticanza: la fantascienza

E’ morto ieri il primo uomo mai sbarcato sulla Luna

Print Friendly, PDF & Email
Share this Entry

di Antonio Scacco

ROMA, lunedì, 27 agosto 2012 (ZENIT.org) – Il 26 agosto, è morto il primo uomo che abbia messo piede sul suolo lunare: l’astronauta Neil Armstrong, che guidò il modulo Eagle, staccatosi dal modulo di comando Columbia della missione Apollo 11, e lo fece allunare, il 21 luglio 1969, nel Mare della Tranquillità. Compagni della leggendaria impresa furono Edwin Aldrin e Michael Collins. Per onorare la memoria dell’astronauta scomparso all’età di 82 anni, si sono spesi, e giustamente, fiumi di inchiostro, ma neanche un rigo per la fantascienza. Subito qualcuno salterà a dire: che c’entra la fantascienza?

C’entra per diverse ragioni. Intanto diciamo che uno dei tre astronauti, Aldrin, ha scritto, con John Barnes, autore di L’età della guerra (The Man Who Pulled Down the Sky, 1988), Peccato originale (Sin of Origin, 1988), ecc., un paio di romanzi di fantascienza: Enconter with Tiber e The Return. In secondo luogo, come abbiamo illustrato nel nostro editoriale L’allunaggio? È merito anche della fantascienza, molti scrittori americani di fantascienza raccolsero la sfida allora in atto tra Stati Uniti e Unione Sovietica per la conquista dello spazio, e scrissero una serie di romanzi, denominati juveniles, con cui intesero preparare i giovani all’era dello spazio.

Si distinsero, tra essi, Robert A. Heinlein con il suo La tuta spaziale, in cui il giovane Kip Russell partecipa a un concorso per un viaggio sulla Luna, ma non ottiene che il secondo premio: una tuta spaziale, e Lester del Rey con Destinazione Luna (Mission on the Moon, 1956).

Ma lo scrittore che svolse un ruolo decisivo nello sbarco sulla Luna, fu Arthur C. Clarke. Lo testimoniano i suoi numerosi romanzi ispirati al tema del volo spaziale, tra cui ci piace ricordare: Preludio allo spazio (Prelude to Space, 1951), Ombre sulla Luna (Earthlight, 1957) e Polvere di Luna (A Fall of Moondust, 1961).

Non desta, dunque, meraviglia la dedica incisa dagli astronauti dell’Apollo 15 sulla mappa in rilievo della zona d’atterraggio del modulo lunare Falcon: “Ad Arthur Clarke dall’equipaggio di Apollo 15 con molti ringraziamenti per le sue visioni dello spazio. Dave Scott, Al Worden, Jim Irwin”.

Desta, invece, meraviglia che, nel commemorare il luttuoso evento della morte di Neil Armstrong, i giornali e le reti televisive nazionali e locali abbiano omesso qualsiasi accenno alla fantascienza.

Print Friendly, PDF & Email
Share this Entry

ZENIT Staff

Sostieni ZENIT

Se questo articolo ti è piaciuto puoi aiutare ZENIT a crescere con una donazione