“Negli esorcismi, i laici hanno un ruolo indispensabile”

Intervista con l’esorcista Tiziano Repetto, S.J.

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di Miriam Díez i Bosch

ROMA, lunedì, 27 ottobre 2008 (ZENIT.org).- I laici “ben disposti e mossi da una vera devozione e pietà e non da curiosità morbosa” possono partecipare e pregare assieme all’esorcista, come segno tangibile che la Chiesa tutta prega per i fratelli demonopatici.

Lo ribadisce Tiziano Repetto, gesuita, che vive e lavora a Roma. Ha 46 anni e da 4 si occupa di esorcismo. Questo sacerdote riceve ogni giorno telefonate da persone che ritengono di essere colpite dal demonio, e che nella stragrande maggioranza sono laici, per lo più donne.

Il padre Repetto suggerisce di non dimenticare che per aiutare gli esorcisti si può pregare alla fine della Messa la preghiera a San Michele.

Lei suggerisce ai laici di partecipare negli esorcismi come assistenti del prete?

P. Repetto: Diciamo che già ora i laici hanno un ruolo indispensabile. E dico questo a ragion veduta, perché spesso quando si celebra un esorcismo, il demonopatico sviluppa una forza non comune, quindi occorrono individui robusti che sappiano tenere ferme queste persone, al fine di non nuocere all’incolumità dell’esorcista e delle persone circostanti.

Io ho iniziato proprio in questo modo, collaborando con gli esorcisti (e prendendo anche molte botte…). Se si tratta di donne colpite, è bene che siano trattenute a loro volta da donne, per quanto possibile.

Inoltre, siccome l’esorcismo è un rito pubblico, ma soggetto alla privacy perché non tutti vogliono essere visti mentre bestemmiano, vomitano, ruttano, etc., i laici ben disposti e mossi da una vera devozione e pietà e non da curiosità morbosa, possono partecipare e pregare assieme all’esorcista e questo è un segno tangibile che la Chiesa tutta prega sui nostri fratelli demonopatici.

Lo Spirito Santo inabita in tutti e tutti devono farsi carico dei fratelli e delle sorelle che soffrono.

E dunque, “Exorcizo te immundissime spiritus…”. Questa formula potrebbe essere detta da un laico durante un esorcismo?

P. Repetto: Come ho già detto altrove, nessun laico può pensare di usare le formule del rituale dell’esorcismo Maggiore che è riservato ai preti con il mandato del Vescovo del luogo.

Ma quando si celebra un esorcismo con un esorcista autorizzato, allora i laici possono privatamente ripetere le formule dell’esorcismo stesso, un po’ come può accadere durante la S. Messa: la formula della consacrazione viene detta validamente solo dal presidente e dai concelebranti, ma se un fedele ripete privatamente la formula della consacrazione “Questo è il mio corpo…” di certo partecipa anche fisicamente al mistero del Corpo e Sangue di Nostro Signore.

Anche qui, ripetere la formula conferisce alla celebrazione l’idea della Chiesa tutta che prega sui nostri fratelli sofferenti, anche se in pratica solo l’esorcista celebra l’esorcismo.

Allo stesso modo, e ancora di più, i sacerdoti che non hanno un mandato per esorcizzare, ma assistono a esorcismi, possono pronunciare le formule che l’esorcista stesso dice, mentre da soli non potrebbero farlo. Vi sono ad ogni modo, nella storia della Chiesa, anche le eccezioni: per esempio, S. Caterina da Siena aveva il potere di liberare dai demoni, concessole dal Signore. Oggi si dice che la sig.ra Natuzza Evolo di Paravati abbia questo carisma, riconosciuto in modo ufficioso dalla Chiesa.

<b>La sua proposta ha avuto qualche riscontro da parte delle autorità in materia?

P. Repetto: Diciamo che è una prassi abbastanza corrente nell’ambiente. Vi sono prassi consuetudinarie che non necessitano di regolamentazione, almeno fino a che non si commettono abusi. Questo l’ho visto fare già da un noto esorcista di Roma. Però l’interrogazione del demonio “Praecipio tibi, quicumque es…” viene fatta solo dall’esorcista. Ma bisogna fare attenzione, specialmente nei gruppi di preghiera di liberazione e guarigione, a volte capita che vengano commessi abusi perché qualcuno, laico, trasportato dallo zelo arriva a compiere gesti e a dire formule proprie dei sacerdoti, mentre è bene che ciascuno svolga il suo compito…

Il 23 novembre del 2000 l’allora Card. Ratzinger pubblicò una specie di decalogo che disciplina tuttora tali preghiere di guarigione e liberazione. Comunque, tutti, ma proprio tutti i battezzati possono chiedere al Signore anche privatamente e senza un sacerdote di liberare un dato fratello o sorella dalle infestazioni diaboliche.

Quello che è soggetto a cautela, è il rivolgersi direttamente al demonio, una creatura sommamente perversa e intelligente, quindi molto pericolosa… Questo possono farlo i laici solo se è presente un sacerdote che presiede l’esorcismo e quindi recita le formule del rituale.

In generale, tutti, laici ed esorcisti devono evitare gesti “occulti” che possano far pensare a qualche rito “magico”, quindi l’esorcista può imporre le mani o la stola o un crocifisso quando è previsto, può soffiare sul demonopatico, e poco altro, non deve assumere atteggiamenti “sciamanici”, ossia gesti plateali, strani, bizzarri e non deve inondare di acqua santa il demonopatico. I laici, in quanto battezzati, possono validamente tracciare un segno di croce con il pollice sul sofferente, come accade durante il battesimo dei bambini.

Quanto è importante rivolgersi agli angeli in un esorcismo, specialmente all’arcangelo Michele?

P. Repetto: Nell’esorcismo, sempre mi rivolgo ai santi angeli custodi, ai nostri, a quello del demonopatico; essi sono creature che aiutano e proteggono sempre.

In particolare Michele, il cui nome significa “Chi come Dio” in opposizione alla ribellione di Lucifero che pretese di essere come Dio, o se vogliamo, di migliorarsi e salvarsi da solo. Michele è colui che cacciò Lucifero all’inferno e ancora oggi è il nostro alleato principale nonché patrono della Chiesa, mentre S. Benedetto è il patrono degli esorcisti.

Quando andai al santuario di Monte S. Angelo, nel Gargano, dove apparve il Santo Arcangelo, riportai dei frammenti della grotta dell’apparizione che chiusi in un sacchettino di cuoio. Una volta estrassi il sacchettino e lo imposi su una donna che soffre da molti anni a causa del demonio. Lo spirito si manifestò e senza che la donna avesse mai visto prima il sacchetto disse disperato: “Toglimi quelle pietre dalla testa! Pesano una tonnellata…”

Una curiosità: le persone che hanno bisogno di un esorcismo sono per lo più laiche?

P. Repetto: Su cento casi che la mia equipe e io esaminiamo, forse uno o due hanno bisogno reale di preghiere. Per il resto si tratta di solitudine, disagio mentale, depressione, etc. E ogni giorno ricevo tre/quattro telefonate di persone che ritengono di essere colpite dal demonio. E nella stragrande maggioranza sono laici e sono donne.

Il rapporto donne/uomini è più o meno di 10 a 1, ossia 10 donne per un uomo che viene nel mio studio. Le ragioni sono varie, ma per quanto posso dire, forse le donne quando si vendicano sono più propense a ricorrere alla magia e all’occulto, laddove gli uomini magari fanno a pugni o si aggrediscono fisicamente.

Particolarmente tristi sono i casi in cui sono i genitori stessi che ordinano una fattura contro i propri figli, perché magari non condividono il loro matrimonio… Sono azioni particolarmente sconsiderate e crudeli che producono danni gravi, perché in presenza di un legame di sangue, il maligno agisce con maggiore potenza.

Un fenomeno interessante, ma che non ho tempo di studiare, è la trasmissione in linea femminile dell’attitudine alla stregoneria. Ho qualche caso di questo tipo, ma pochissimo tempo e difficoltà a rilevare i dati.

Tuttavia, ho casi anche di sacerdoti colpiti dal maligno. Spesso sono stati vittime di violenze pedofile e sono situazioni dolorosissime, perché non riescono neppure a celebrare la S. Mess
a. Ho visto pure un caso assai grave di una suora e di un frate colpiti in modo violentissimo dal demonio. Ringraziando Dio, le loro comunità li stanno aiutando in tutti i modi. Non è facile per una comunità ospitare persone demonopatiche.

Ho perfino sentito di esorcisti colpiti a loro volta dal maligno, con il permesso del Signore. Forse anche Milingo rientra tra questi. Forse… Non sono in grado di dirlo. Talora, sento chiaramente che più vado avanti in questo ministero e meno ne capisco. Si tratta di un mistero grande, il mysterium iniquitatis, o mistero del male. Non si pensi di poterlo spiegare o comprendere agevolmente.

Ad ogni modo, per tranquillizzare i suoi lettori, diciamo che se si resta con il Signore, e si conduce una buona vita di fede, con S. Messa e sacramenti, si fa il bene e si evita il male per quanto si può, il demonio non ci colpirà. Quando qualcuno mi dice che crede in Dio ma non va a messa, io rispondo, tra il serio e il faceto, che anche il demonio crede in Dio, come dimostra il Vangelo, ma non va mai a messa…

Che fare per aiutare gli esorcisti? Si può pregare, in particolare, recitando la preghiera a S. Michele, meglio se al termine della S. Messa, come si usava una volta.

 

[Per contattarlo o avere maggiore informazione: http://unesorcistarisponde.blogspot.com/]

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ZENIT Staff

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