Negare l'obiezione di coscienza restringe il diritto di scegliere un medico

Indica il rappresentante dei medici cattolici del mondo

Print Friendly, PDF & Email
Share this Entry

MADRID, domenica, 22 novembre 2009 (ZENIT.org).- Alcuni medici di specializzazioni come la Ginecologia abbandonano la professione quando non possono esercitarla con coscienza, il che mina il diritto dei pazienti di scegliere un medico che condivida i loro valori.

Il presidente della Federazione Internazionale delle Associazioni dei Medici Cattolici (FIAMC), Josep Maria Simón Castellví, ha indicato questa e altre conseguenze della negazione dell’obiezione di coscienza che si verifica ad esempio negli Stati Uniti.

“Negare il rispetto della coscienza in una materia minaccia il diritto di ciascuno di agire sempre in coscienza”, ha affermato intervenendo venerdì all’XI Congresso Cattolici e Vita Pubblica, in svolgimento a Madrid (Spagna).

“Ciò, inoltre, non comporta una migliore assistenza sanitaria; al contrario, l’accesso a una sanità di qualità, soprattutto per le madri, diminuisce”.

Simón ha spiegato che la FIAMC “ha dovuto lottare per difendere i diritti di coscienza degli operatori sanitari negli Stati Uniti”.

Come esempio di questo contesto ostile, ha sottolineato la decisione dell’amministrazione Obama di ribaltare la Health and Human Services Rule (HHS Rule), del dicembre 2008.

“Questa decisione rappresenta un notevole passo indietro, soprattutto per i medici e il resto del personale sanitario, quanto ai diritti della coscienza”, ha spiegato.

“La HHS Rule proteggeva una parte fondamentale della libertà dei nordamericani (libertà religiosa e di coscienza)”, ha continuato.

“Obama mostra di essere disposto a forzare i medici e il personale sanitario degli Stati Uniti a partecipare ad aborti e ad altre azioni che violano la coscienza e il loro criterio clinico”, ha dichiarato.

Simón ha sottolineato anche varie azioni di Obama che “minano il rispetto per la vita e la dignità umana e la libertà delle religioni, negli Stati Uniti e in altri Paesi del mondo”.

Allo stesso tempo, ha anche riconosciuto che “negli ultimi mesi Obama ha realizzato due interessanti nomine di autorità che rispettano la vita umana”.

Simón ha detto di non essere sostenitore di un’eccessiva regolamentazione dell’obiezione di coscienza. “Questa esiste ed è nel nostro ordinamento giuridico – ha spiegato -. Qualsiasi regolamentazione restringerà il suo diritto”.

A suo avviso, “la coscienza è l’ultimo baluardo della persona, il suo ambito di intimità, in cui prenderà decisioni e ne sarà responsabile”, perché gli esseri umani “sono liberi, e quindi responsabili”.

Il medico ha concluso il suo intervento con due esempi di difensori della coscienza, cominciando da quello del membro del Congresso John C. Fleming, medico, che il 6 marzo scorso ha scritto al Presidente Obama parlando apertamente della discriminazione nei confronti dei professionisti che rifiutano di effettuare aborti a causa della nuova legislazione.

Il secondo esempio è quello del beato austriaco Franz Jägerstätter, martire della coscienza, che rifiutò di servire l’ideologia nazista e scrisse nell’agosto 1943 dal carcere: “Né la cella, né le catene, neanche la morte possono separare qualcuno dall’amore di Dio, né togliergli la fede e il libero arbitrio”.

Print Friendly, PDF & Email
Share this Entry

ZENIT Staff

Sostieni ZENIT

Se questo articolo ti è piaciuto puoi aiutare ZENIT a crescere con una donazione