Necessario rapporto fra monoteismo e violenza? I teologi dicono di "no"

Pubblicato oggi, dopo cinque anni di studio, il nuovo documento della Commissione Teologica Internazionale

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Dio Trinità, unità degli uomini. Il monoteismo cristiano contro la violenza. E’ questo il titolo del nuovo documento della Commissione Teologica Internazionale, presieduta dal prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, mons. Gerhard L. Müller, pubblicato oggi a seguito di uno studio condotto nell’arco di un quinquennio. 

Il testo – diviso in cinque capitoli per 40 pagine – come si legge nella Nota preliminare, è dedicato ad approfondire “alcuni aspetti del discorso cristiano su Dio, confrontandosi in particolare con le teorie secondo le quali esisterebbe un rapporto necessario fra il monoteismo e la violenza”. Un tema, questo, già discusso in varie riunioni della Sottocommissione e durante le Sessioni Plenarie della Commissione Teologica, negli anni 2009-2013. Il documento è stato poi approvato dalla Commissione “in forma specifica” il 6 dicembre 2013, ed è stato infine sottoposto al presidente Müller che ne ha autorizzato la pubblicazione.

Obiettivo della Sottocommissione che ha redatto il testo, è stato quindi “confutare” queste teorie, a partire dalla domanda: “In che modo la teologia cattolica può confrontarsi con l’opinione culturale e politica che stabilisce un intrinseco rapporto fra monoteismo e violenza?”. Secondo i teologi, la risposta si trova innanzitutto nelle basi della “fede cristiana che riconosce nell’eccitazione alla violenza in nome di Dio, la massima corruzione della religione”. Poi nella convinzione condivisa da moltissimi contemporanei, credenti e non credenti “che le guerre interreligiose, come anche la guerra alla religione, siano semplicemente insensate”.

Gli studiosi della Commissione indagano poi sul rapporto fra “rivelazione di Dio e umanesimo non violento”, riflettendo in particolare sulle “pagine difficili” della fede biblica, in cui “la rivelazione di Dio si trova coinvolta nelle forme della violenza fra gli uomini”. Tuttavia, la morte e della resurrezione di Gesù – affermano – è la “chiave della riconciliazione fra gli uomini”. La “rivelazione iscritta nell’evento di Gesù Cristo, che rende apprezzabile la manifestazione dell’amore di Dio – scrivono i telogi – consente di neutralizzare la giustificazione religiosa della violenza sulla base della verità cristologica e trinitaria di Dio”. 

Nello studio viene inoltre approfondita la nozione di monoteismo, definita dalla Commissione “ancora troppo generica quando sia usata come cifra di equivalenza delle religioni storiche”. Ovvero le religioni quali Ebraismo, Islam e Cristianesimo “che confessano l’unicità di Dio” e criticano la “semplificazione culturale che riduce l’alternativa fra un monoteismo necessariamente violento e un politeismo presuntivamente tollerante”. Si esplorano anche le “implicazione filosofiche del pensiero di Dio”, alla luce dei “punti di discussione con l’odierno ateismo”.

Conclude il documento la certezza che “la rivelazione cristiana purifica la religione, nel momento stesso in cui le restituisce il suo significato fondamentale per l’esperienza umana del senso”. I teologi esortano, pertanto, a “trattare sempre congiuntamente il contenuto teologico e lo sviluppo storico della rivelazione cristiana di Dio”.

Il testo apparirà, il prossimo 18 gennaio, sul fascicolo n. 3926 de La Civiltà Cattolica, la rivista che tradizionalmente ospita la versione italiana dei documenti della Commissione. Sin da ora, viene pubblicato sul sito internet de La Civiltà Cattolica (www.laciviltacattolica.it) nonché sulla pagina internet della Commissione Teologica Internazionale nel Sito Vaticano (www.vatican.va), dove – in attesa delle varie traduzioni – si offre anche la Presentazione introduttiva del testo in alcune lingue.

La Sottocommissione che ha lavorato, in questi cinque anni, per la elaborazione dello studio è composta da: Rev.do Peter Damian Akpunonu; padre Gilles Emery, O.P; mons. Savio Hon Tai-Fai, S.D.B.; mons. Charles Morerod, O.P.; Rev.do Thomas Norris; Rev.do Javier Prades López; mons. Paul Rouhana; Rev.do Pierangelo Sequeri; Rev.do Guillermo Zuleta Salas e dal presidente, Rev.do Philippe Vallin.

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ZENIT Staff

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