Natale in sordina per i cristiani di Gaza

Il governo israeliano ha negato centinaia di visti per recarsi a Betlemme

Print Friendly, PDF & Email
Share this Entry

Appena 73 chilometri separano i cristiani che vivono nella Striscia di Gaza da Betlemme. Ciononostante anche quest’anno molti di loro non possono raggiungere il luogo in cui più di duemila anni fa è nato Gesù. Come riferito da AsiaNews (27 dicembre), anche quest’anno le autorità israeliane hanno negato centinaia di richieste di visti presentate dalla Chiese greco-ortodossa e cattolica della Striscia per il Natale ortodosso, celebrato il 7 gennaio. Secondo il responsabile delle relazioni religiose della Chiesa greco-ortodossa di Gaza, Jabr el-Jaldeh, 214 richieste sono state respinte perché l’età dei richiedenti era compresa fra i 16 e i 35 anni.

“Speravamo di passare il Natale nella chiesa della Natività di Betlemme, ma purtroppo questo è impossibile per noi. Qui a Gaza è molto difficile festeggiare il Natale a causa della crisi economica e delle restrizioni di Hamas”, hanno raccontato Suzy e Samer, una giovane coppia ortodossa, al quotidiano online al-Monitor. Per Suzy e Samer, “poter andare a Betlemme è il sogno di ogni cristiano di Gaza. Anche se geograficamente è molto vicino, nessuno di noi può entrare”.

Sulla politica restrittiva da parte israeliana si è espresso il vescovo greco-ortodosso Alexios. “Vivo a Gaza da oltre 12 anni”, ha dichiarato il presule, che ha lanciato un appello alle potenze mondiali “affinché facciano pressioni per consentire ai cittadini della Striscia di uscire ed entrare normalmente, perché l’amore è ovunque, ma dobbiamo vederlo nei nostri cuori”. “Ogni anno la nostra Chiesa raccoglie le richieste di permessi, ma non ha alcun potere sulle autorità israeliane”, ha continuato.

Quest’anno, il governo islamista di Hamas ha fatto alcune concessioni ai cristiani, almeno per quanto riguarda l’aspetto laico della festa, consentendo ad esempio di addobbare alcuni negozi con decorazioni natalizie e di erigere un albero di Natale nella città colpita in questi giorni da una devastante alluvione.

“Nel 2005 – racconta una coppia di giovani cattolici, Lisa al-Souri, 20 anni, e suo marito Tarek di 27 – era stato eretto un grande albero illuminato nel centro della città e tutti partecipavano alle celebrazioni. Questo purtroppo risale a ben otto anni fa. Il mio desiderio era festeggiare il Natale a Gaza come cristiano di Gaza, come è sempre avvenuto in passato”. 

Print Friendly, PDF & Email
Share this Entry

ZENIT Staff

Sostieni ZENIT

Se questo articolo ti è piaciuto puoi aiutare ZENIT a crescere con una donazione