Nascono gli Amici di Leopoldo Pastori per farlo beato

Il “monaco missionario” è morto nel 1996 in “fama di santità”

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di padre Piero Gheddo

ROMA, venerdì, 7 settembre 2012 (ZENIT.org) – Lunedì 27 agosto 2012, si è svolto nel palazzo vescovile di Lodi l’incontro richiesto da mons. Pedro Zilli e padre Gheddo per la causa di beatificazione del missionario monaco padre Leopoldo Pastori, che aveva già preso un avvio nel maggio di quest’anno.

Erano presenti il vescovo di Lodi, mons. Giuseppe Merisi, il cancelliere vescovile mons. Gabriele Bernardelli (incaricato diocesano delle cause dei santi), il parroco di Sant’Alberto in Lodi don Giancarlo Marchesi amico di padre Leopoldo Pastori e il direttore de “Il Cittadino” Ferruccio Pallavera; per il Pime siamo andati a Lodi, portati in auto da padre Pietro Pisoni, mons. Zilli vescovo di Bafatà, suor Rachele Recalcati delle Missionarie dell’Immacolata.

Si è discusso dell’inizio della causa e il vescovo ha espresso caldamente il suo assenso, facendo però presente che la diocesi ha già altre cause, per cui questa di Leopoldo verrà assunta dalla sua parrocchia di Sant’Alberto, attraverso il gruppo parrocchiale “Amici di padre Leopoldo” che si è praticamente costituito nell’incontro, come già è successo per il Beato Clemente Vismara nella parrocchia di Agrate Brianza. Il gruppo farà riferimento a don Giancarlo Marchesi e al dott. Ferruccio Pallavera direttore de “Il Cittadino”, quotidiano
cattolico di Lodi, l’unico quotidiano della città e della provincia, che ha un buon influsso sll’opinione pbblica locale.

Due gli interventi da ricordare. Ha dichiarato monsignor Zilli: “Dopo il 1978 Leopoldo aveva creato ia Bafatà il gruppo “Libertação”: ancora oggi i suoi giovani sono impegnati a livello ecclesiastico e civile, ed erano proprio i suoi giovani. Nel 2006, a dieci anni dalla sua morte, il liceo di Bafatà intitolato a San Francesco Saverio mi ha chiesto di poter essere dedicato a padre Leopoldo Pastori.

In quel liceo ogni anno attorno al 26 maggio, anniversario della sua morte, viene organizzata una settimana culturale e distribuita una rivista. Sono sicuro che Francesco Saverio non si offenderà”, ha aggiunto sorridendo il vescovo di Bafatà.

Suor Rachele Recalcati delle Missionarie dell’Immacolata, che è stata vicino a padre Leopoldo in Guinea, ha testimoniato di lui: “Amava molto il centro di spiritualità di N’dame dove ogni anno organizzava una veglia notturna per i giovani e dove arrivavano gli animatori parrocchiali ai quali insegnava nuovi canti da diffondere nelle comunità. Dopo un suo ritiro di quaranta giorni, davvero esperienza di deserto, padre Leopoldo espresse il desiderio emerso dal discernimento: che questo centro di spiritualità diventasse un santuario eucaristico-mariano”.

“Amava l’Eucarestia, la Madonna, i poveri – ha aggiunto la suore -. Si sentiva realizzato con i poveri e animando il centro di spiritualità. È partito per l’Italia il 13 maggio 1996 ed è morto il 26 maggio, giorno di Pentecoste: tra queste due date significative ha giocato tutta la sua vita. Ora padre Leopoldo deve tornare in Guinea, ad una Chiesa che ha bisogno immensamente della sua presenza perché ciò che non è riuscito a fare nel tempo, lo possa continuare ora. In Guinea sono visibili i frutti della sua presenza”.

Al vescovo di Lodi avevano già scritto chiedendo la causa di Leopoldo il superiore generale padre Gian Batista Zanchi con una lunga lettera, mentre i due vescovi di Guinea, Camnate di Bissau e Zilli di Bafatà, con il superiore regionale del Pime padre Davide Sciocco, hanno mandato anche loro una bella lettera, giunta a Milano nei giorni seguenti l’incontro e poi rimandata a mano al vescovo di Lodi.

“Il Cittadino” aveva reclamizzato questo incontro e poi ha pubblicato un lungo articolo, con un appello affinché le persone che hanno voluto bene a Padre Pastori o lo hanno conosciuto diano la propria disponibilità a far parte del costituendo gruppo. Lo stesso dicasi per eventuali testimonianze su padre Leopoldo. Queste ultime, insieme ai nominativi, devono essere fatte pervenire (complete di indirizzo e numero di telefono) al parroco don Giancarlo Marchesi di Lodi (Parrocchia di Sant’Alberto Vescovo, Lodi) oppure al dott. Ferruccio Pallavera (“Il Cittadino”, Lodi).

Raccogliere le testimonianze in Guinea e in Italia è dunque il primo passo per iniziare il processo storico diocesano verso la canonizzazione di padre Leopoldo, come ha ricordato monsignor Gabriele Bernardelli, responsabile diocesano del servizio per le cause
dei santi.

Anche quest’anno la parrocchia di Sant’Alberto in Lodi organizza un pellegrinaggio alla tomba di padre Leopoldo Pastori. L’appuntamento è fissato per domenica prossima, 9 settembre. Il sacerdote e missionario lodigiano riposa infatti nel cimitero del Pime alla Grugana, località nelle vicinanze del santuario della Madonna del Bosco di Imbersago (Lecco).

Il pellegrinaggio alla sua tomba è ormai tradizione per la parrocchia di Sant’Alberto, ma quest’anno, scrive il parroco don Giancarlo Marchesi, lo si vivrà “in maniera più sentita
avendo mosso i primi passi per la beatificazione», con la raccolta delle testimonianze di chi ha conosciuto Pastori sia in Italia che in Guinea Bissau, nella diocesi di Lodi e presso il Pime”.

Il pellegrinaggio alla tomba di padre Leopoldo partirà da Sant’Alberto alle 13.30 di domenica 9 settembre e il ritorno è previsto tra le 20 e le 21.

Per maggiori informazioni, chiamare alla parrocchia al numero 0371.36452.

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ZENIT Staff

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