Nasce l'Istituto francescano di studi asiatici

La struttura, diretta dal frate-ingegnere vietnamita Dinh Anh Nhue Nguyen, sorge nell’ambito della Facoltà Teologica del Seraphicum e intende creare un ponte tra la culla della cristianità e il più grande continente del mondo

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Un ponte tra Roma e l’Asia, tra il centro della cristianità e una periferia geografica, dove i francescani hanno molto da dare per l’inculturazione della fede e del proprio carisma.

Con questo obiettivo nasce l’Istituto francescano di studi asiatici,presentato sabato scorso, durante la festa che la Pontificia Facoltà Teologica del Seraphicum dedica ogni anno al suo protettore San Bonaventura da Bagnoregio.

Il nuovo istituto, ideato dal frate-ingegnere vietnamita fra Dinh Anh Nhue Nguyen,OFMConv, che è anche vicepreside della Facoltà, con l’avallo dell’Ordine dei Frati minori conventuali, avrà sede proprio presso la Pontificia Facoltà Teologica “San Bonaventura” di Roma.

L’attuazione dell’Istituto francescano di studi asiatici, che si presenta come una promettente novità nel panorama accademico, ha trovato un forte input nell’assegnazione, lo scorso anno, allo stesso fra Nguyen e a due suoi collaboratori del Premio internazionale “Cardinale Carlo Maria Martini” per il libro The Bible and Asian Culture (in uscita, in lingua inglese, per la fine dell’anno accademico) del quale è stato riconosciuto il valore di sapere evidenziare, in modo innovativo, il rapporto tra la Bibbia e la cultura asiatica.

Proprio questo è il fulcro dell’Istituto che si pone l’obiettivo di incoraggiare e divulgare le ricerche accademiche e le riflessioni dei frati asiatici sulla vita di fede e sulla vocazione francescana, offrendo al contempo un supporto ai frati dell’Asia che intendono svolgere i loro studi presso i centri accademici pontifici.

“Il nascente Istituto – commenta il Preside fra Domenico Paoletti – è un ulteriore passo verso quella promozione del dialogo interculturale che, all’interno della ricerca dell’unità del sapere, contribuisce a formare il profilo della nostra Facoltà teologica. L’Istituto si pone in continuità con quanto la Facoltà ha già iniziato dal 2008 istituendo a Ragusa, insieme alla locale Diocesi e alla Provincia dei frati minori conventuali di Sicilia, la Cattedra di Dialogo tra le culture”.

I primi passi dell’Istituto, oltre a stringere sinergie con le altre famiglie francescane, si muoveranno proprio nella direzione di uno scambio continuo e coordinato con gli ex studenti che al Seraphicum hanno conseguito i titoli accademici e che stanno svolgendo la loro missione nelle terre asiatiche.

Per conoscere più in dettaglio il nuovo istituto, ZENIT ha incontrato fra Nguyen, che si è soffermato anche sulla presenza francescana in Estremo Oriente, sulle sfide della nuova evangelizzazione nel continente asiatico e sulla libertà religiosa nel suo paese.

Fra Nguyen, con quali obiettivi nasce l’Istituto francescano di studi asiatici?

L’istituto è nato dal desiderio di far dialogare le culture asiatiche con la tradizione della fede cristiana. In altre parole si tratta di far incontrare gli asiatici con Cristo Risorto, che ormai da secoli è una presenza viva nel loro continente. Si tratta di un desiderio nato nei miei anni di studi qui a Roma, in particolare quando discussi la mia tesi di dottorato sul libro dei Proverbi e notai numerose analogie e punti di contatto tra i proverbi biblici e i proverbi vietnamiti: un fatto davvero sorprendente!

C’è un elemento che contraddistingue la spiritualità asiatica, in particolare cristiana, rispetto al resto del mondo?

L’estremo Oriente asiatico, come anche l’India, si distinguono per una spiccata tradizione religiosa e filosofica che tende ad una ricerca costante dell’aldilà e di Dio. L’uomo asiatico è propenso a riflettere e, soprattutto, a vivere le cose divine con un grande rispetto per Dio. Nel dialogo tra la fede cristiana e le culture asiatiche, vi sono importanti punti in comune: mentre noi cerchiamo il bene supremo, Dio si è fatto uomo per svelarci la via verso di Lui, secondo la strada indicata da Gesù Cristo.

Quali sono le attuali sfide dell’evangelizzazione in Asia?

A Manila, papa Francesco ha detto al cardinale Tagle che l’Asia è il futuro della Chiesa. Questo è un dato molto interessante. La storia dell’evangelizzazione dell’Estremo Oriente asiatico iniziò poco più di sette secoli fa, quando il francescano Giovanni da Montecorvino (1247-1328) avviò una missione in Cina, diventando poi arcivescovo di Pechino. Lo stesso San Massimiliano Kolbe, in origine, sarebbe voluto andare missionario in Giappone, per istituirvi una provincia dell’ordine francescano. Anche se in termini assoluti, il loro numero è elevato, percentualmente parlando i cristiani rimangono una minoranza, salvo che nelle Filippine, dove il 90% della popolazione è cattolica. Al di là dei numeri, la Chiesa in Asia è comunque molto attiva, grazie anche alla comunione con i fedeli di altri continenti e all’impegno sociale, per il quale la Chiesa si fa molto apprezzare. Restano quindi molte cose da fare: in particolare serve una riflessione teologica per un annuncio più proficuo di Cristo Risorto. A mio avviso, la storia del cristianesimo in Asia, sta passando dalla fase della prima evangelizzazione alla fase della nuova evangelizzazione.

Come si caratterizza la presenza francescana nel vostro continente e, in particolare, in Vietnam?

I risultati più importanti si riscontrano proprio nell’impegno per i poveri, per i malati e per gli emarginati. In Vietnam i frati minori hanno già una loro provincia con tante vocazioni. Circa dieci anni fa, i frati conventuali hanno iniziato una missione e ora sono impegnati con i lebbrosi. Con l’aiuti dei frati di Padova hanno costruito un lebbrosario nel Nord del Paese. Notevole è anche l’impegno per i bambini e per gli emarginati.

Qual è lo stato della libertà religiosa in Vietnam?

La situazione della libertà religiosa sta sempre più migliorando. C’è ancora molto da fare ma si va verso un maggiore rispetto della Chiesa ed un riconoscimento delle attività che essa porta avanti. Anche il dialogo tra Santa Sede e governo vietnamita è sempre più fruttuoso: per anni, oltretutto, è mancata la figura di un nunzio apostolico, mentre ora finalmente abbiamo un rappresentante pontificio non residente, nella persona dell’arcivescovo Leopoldo Girelli.

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Luca Marcolivio

Roma, Italia Laurea in Scienze Politiche. Diploma di Specializzazione in Giornalismo. La Provincia Pavese. Radiocor - Il Sole 24 Ore. Il Giornale di Ostia. Ostia Oggi. Ostia Città (direttore). Eur Oggi. Messa e Meditazione. Sacerdos. Destra Italiana. Corrispondenza Romana. Radici Cristiane. Agenzia Sanitaria Italiana. L'Ottimista (direttore). Santini da Collezione (Hachette). I Santini della Madonna di Lourdes (McKay). Contro Garibaldi. Quello che a scuola non vi hanno raccontato (Vallecchi).

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