Musicoterapia in Terra Santa

Al via, a Betlemme, il corso “You’ll find me in the sound – Mi troverai nel suono”, dedicato a chi opera con i bambini disabili

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“Purtroppo si fa ancora fatica a capire l’importanza della musicoterapia: troppo spesso un bambino con disabilità viene visto solo come un corpo da nutrire e da curare…Non bisogna alimentare solo il corpo ma anche l’anima! È con la musicoterapia che ho scoperto come nutrire l’anima di questi bimbi, come strappare un sorriso a un bambino autistico, e questo non ha prezzo”. A parlare è Noubar, giovane operatore di Betlemme che si è occupato di coordinare un corso di musicoterapia rivolto a studenti e professionisti che operano con bambini disabili.

Musica, condivisione, pedagogia, dialogo multidisciplinare e interculturale: sono stati questi i contenuti del corso intitolato “You’ll find me in the sound” (Mi troverai nel suono). Il corso è stato organizzato dalla associazione Francesco Realmonte ONLUS in collaborazione con l’Università Cattolica di Milano, nella persona del prof. Dario Benatti – musicoterapeuta, docente di laboratorio di musica presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, Direttore e Professore del corso di musicoterapia Musica Prima di Milano – e coordinato da ATS Pro Terra Sancta.

Il corso – come riferisce il sito proterrasancta.org – ha avuto la durata di 35 ore e si è svolto a Betlemme dal 27 dicembre al 3 gennaio all’interno dell’istituto formativo e di accoglienza per diversamente-abili “Life Gate Rehabilitation center”.Vi hanno partecipato 18 studenti, 9 italiani e 9 provenienti da Betlemme, tutti soddisfatti per l’arricchimento ricevuto sia dalla disciplina in sé, sia dalla possibilità di sperimentare la musica e le arti in un gruppo eterogeneo e quindi fonte di un arcobaleno di idee, concetti, visioni della vita, musicalità, creatività.

“L’idea è di utilizzare la musica come strumento per abbattere le barriere e come base per il dialogo” dichiara Noubar. “La musicoterapia permette di sviluppare il concetto di unità della persona: non bisogna vedere il bambino solo attraverso le lenti della sua disabilità ma come una persona completa, che ha una sua vitalità e una sua personalità che va oltre il problema fisico”.

La musica è in grado di agire sul corpo, sulla psiche, sulla mente dell’uomo; in essa vi sono, allo stesso tempo, la scienza e l’arte, ideali per entrare in comunicazione con il bambino con disabilità. Negli ultimi anni, dunque, la diffusione della musicoterapia rende possibile una vita migliore ai bambini con disabilità, ma esige professionalità e specializzazione.

Da qui l’esigenza di un corso rivolto a professionisti o studenti dei campi socio-educativi, della salute, della psicologia, della musica, con l’obiettivo di arricchire le professionalità integrandole con la capacità terapeutica della musica.

“Dobbiamo continuare questa esperienza – continua Noubar – anche se purtroppo questi progetti, in un periodo come questo, hanno sempre problemi di finanziamento: ringraziamo quindi l’Associazione Francesco Realmonte e ATS pro Terra Sancta per averci aiutato a superarli, e speriamo di poter continuare su questa strada”.

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ZENIT Staff

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