Musica, canto, danza: "Patrimonio Immateriale" dell'Unesco

Sul decimo numero della rivista SITI

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di Antonio D’Angiò

ROMA, sabato, 1 dicembre 2012 (ZENIT.org) – Il decimo numero della rivista SITI (1), rivista dell’Associazione Beni Italiani Patrimonio Mondiale UNESCO (disponibile nella versione online su www.rivistasitiunesco.it con attiva anche una versione per il mobile), dedica un importante spazio informativo al “Patrimonio Immateriale”, in particolare all’arte musicale in sé e a quelle a essa collegate, come il canto e la danza (2).

Questo decimo numero si presenta ai lettori in un momento importante, cioè nel periodo delle celebrazioni del 40esimo della Convenzione del Patrimonio Mondiale UNESCO e nel 15esimo anno di attività dell’Associazione, ricordati con una serie di eventi il 16 novembre a Napoli.

Sono quattro gli approfondimenti che il lettore può trovare riferiti alla musica, al canto, alla danza: sull’Opera Italiana, sul Jazz, sul Canto a braccio e sulla danza del popolo dei Dervisci. Ma, prima di passare al racconto vogliamo soffermarci sull’essenza dell’intendere il “Patrimonio Immateriale”.

Così è descritto nella rivista: “Il Patrimonio Immateriale sta guadagnando nel movimento UNESCO uno spazio sempre maggiore. L’intangibile è, infatti, la – nuova frontiera -, un serbatoio immenso di conoscenze e competenze, saperi ed usanze, radicate profondamente nelle identità dei popoli. All’interno di questo grande contenitore Musica e Danza rivestono un ruolo importante.”

Di seguito si presentano sinteticamente i quattro argomenti sviluppati da SITI.

La Grande tradizione dell’Opera Italiana. Dopo aver evidenziato le attività di importanti Teatri dell’Opera (La Scala di Milano, il Teatro San Carlo di Napoli) e gli spettacoli messi in scena all’Arena di Verona e nel Maggio Fiorentino, l’articolo pone in luce i programmi di viaggio di importanti tour operator internazionali che contemplano per i clienti l’accesso ad alcune serate operistiche.

Inoltre, il 2013 si annuncia come un anno che offre una doppia occasione per la valorizzazione della tradizione dell’opera italiana. Per l’anno prossimo è stata presentata la candidatura dell’opera lirica italiana a patrimonio immateriale dell’umanità UNESCO e, sempre nel 2013, si celebreranno  due importanti anniversari: il duecentesimo della nascita sia di Giuseppe Verdi che di Richard Wagner e quindi, straordinarie occasioni per attirare visitatori da tutto il mondo.

Nel segno del Jazz. Il 30 aprile scorso è stata celebrata la prima Giornata Internazionale del Jazz, proclamata dall’UNESCO. Nell’articolo si mettono in risalto alcune delle motivazioni che possono aver indotto l’UNESCO ad attribuire al Jazz tanta evidenza internazionale: i) il Jazz spezza le barriere, promuovendo tolleranza e comprensione reciproca; ii) il Jazz come vettore di libertà di espressione; iii) il Jazz promotore dell’uguaglianza di genere; iv) il Jazz stimola il dialogo interculturale e dona forza e potere ai giovani delle società marginali.

Le sei pagine dedicate all’argomento (quattro in italiano e due in inglese) si chiudono con l’intervista a Paolo Fresu, compositore, trombettista e flicornista di origine sarda, costantemente ai vertici delle classifiche Top Jazz.

<strong>Il Canto a Braccio. Il racconto parte dai territori dell’alto Lazio, in particolare i paesi di Posta e Borbona, dove è ancora possibile ascoltare la poesia improvvisata dei cantori in ottava rima, antichissima tradizione che si fonda da un lato sul concetto di oralità popolare e dall’altro sul metro dell’ottava rima (utilizzata da Tasso e Ariosto).

Nel descrivere la vita privata e l’opera artistica di due dei protagonisti del Canto a Braccio, come Dante Valentini e Pietro de Acutis, viene data evidenza anche alla rinascita di questi anni nei quali, tale arte canora, oltre a collocarsi nei consueti ambiti, come le feste patronali, le osterie e le gare poetiche, si avvicina anche alla realtà delle sagre con l’intento sia di promuovere il turismo che provare a porre rimedio allo spopolamento del Reatino.

Mevlana e i Dervisci danzanti: Nella città di Konia, in Anatolia, dopo il 1230 operò Mevlana, filosofo e mistico tra i più importanti dell’Islam il quale, oltre ad essere conosciuto per i suoi messaggi d’amore e tolleranza, diede vita al movimento dei Dervisci danzanti.

La loro cerimonia, Mevlevi Sema, dal 2008 è iscritta alla Lista del Patrimonio Culturale Immaterialità. La danza Sema è la manifestazione dei dervisci rotanti ed il suo presupposto è che nell’Universo tutto gira ed è in movimento: sia gli esseri viventi che le cose e gli oggetti. Il movimento è vita e il derviscio, con il ritmo che impone al suo corpo, anima e mente, esprime questo concetto.

E, se per le iniziative sul bicentenario di Verdi e Wagner le moltissime Associazioni Musicali attive sul territorio italiano certamente sono già all’opera, per chi non avesse mai avuto la possibilità di ascoltare il canto a braccio o assistere ad uno spettacolo dei dervisci rotanti… è sempre disponibile Youtube così da mettere in movimento le comunque suggestive foto di SITI.

NOTE

(1) Trimestrale bilingue (italiano – inglese) diretto da Fausto Natali, con sede ad Assisi ed edito da NCT Global Media, con il costo di abbonamento annuo di 70 euro per l’Italia (100€ per l’Europa e 130€ per il Resto del Mondo).

(2) Naturalmente sono molti altri gli argomenti trattati: tra questi segnaliamo la narrazione sulle città che ambiscono ad entrare nel Patrimonio dell’UNESCO, cioè la “Tentative List” con Ostia Antica, Palmanova ed il Parco Nazionale della Sila; un diario di viaggio sul Cammino di Santiago in quanto Patrimonio dell’Umanità; ed una riflessione sulla procedura di elaborazione / implementazione / adeguamento di un piano di gestione di un centro storico con all’interno dei  Siti UNESCO. 

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ZENIT Staff

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