Monsignor Santoro e Costalli difendono il lavoro

Al Seminario del Movimento Cristiano Lavoratori, nuovo affondo contro “l’economia che uccide” perché basata su utilitarismo e alta tassazione

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“«Questa economia uccide»: è un’espressione dirompente quella usata da Papa Francesco, la più dirompente usata da un Papa a proposito di economia, ma è di un realismo addirittura statistico, se è vero, come attesta il Ministero del lavoro, che, finiti gli incentivi, fioccano i licenziamenti. Questi dati confermano quello che diciamo da tempo e cioè che una politica dissennata come quella del Jobs Act uccide il lavoro anziché rianimarlo”.
Carlo Costalli ha commentato così, oggi, a margine del seminario di studi del Movimento cristiano lavoratori in corso fino a domenica a Senigallia, i dati diffusi dal governo, secondo cui nel secondo trimestre del 2016 sono aumentati del 7,4% i licenziamenti e la maggioranza delle cessazioni sono dovute al termine del contratto a tempo determinato (1,43 milioni), soprattutto quelle promosse dal datore di lavoro (+8,1%).
Il seminario del Movimento Cristiano Lavoratori si è aperto con un intervento del presidente della commissione CEI per la pastorale sociale e del lavoro, monsignor Filippo Santoro, che non ha fatto sconti al governo sul tema della crisi, affermando che «tra le politiche di sviluppo non vedo misure strutturali per il Sud, non vedo misure per promuovere realmente la ripresa del Mezzogiorno partendo dall’agricoltura, dal turismo, dal mare, dall’artigianato, che sono le nostre risorse».
Soprattutto, ha detto l’Arcivescovo di Taranto che è anche presidente delle Settimane Sociali, «non c’è ancora la convinzione che la ripresa del Sud è un’opportunità anche per il Centro-Nord, nel senso che non ci sarà alcuna ripresa delle aree ricche del Paese finché il Mezzogiorno resterà al palo».
Santoro ha criticato la linea governativa dei “patti locali” (domattina Renzi firmerá il Patto per la Puglia alla fiera del Levante; ndr) ma ha anche spiegato che la Chiesa «non cerca ruoli di supplenza» e vuole invece «far emergere il vero disagio della gente che rischia di essere sottaciuto». L’Arcivescovo ha sottolineato più volte il ruolo sociale ed ecclesiale di realtà come il Mcl, «a patto che vi sia alla base un serio lavoro formativo e una tensione missionaria».
Il Presule si è soffermato anche sui problemi tarantini, ricordando che «all’Ilva si attende ancora l’attivazione dell’Aia e la copertura dei parchi minerari» e anticipando che oggi chiederà alle famiglie della sua diocesi di accogliere – con l’istituto dell’affido temporaneo – i minori non accompagnati ospitati nei centri profughi.

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Paolo Accomo

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