Monsignor Nichols: "Cosa significa veramente dignità umana?"

L’arcivescovo di Westminster spiega la storia e l’attuale rilevanza di un concetto chiave per l’umanità

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LONDRA, mercoledì, 4 luglio 2012 (ZENIT.org) – Rivolgendosi lunedì 25 giugno ai membri della Thomas More Society, l’arcivescovo di Westminster, monsignor Vincent Nichols, ha lanciato a Londra un appello per una comprensione più sviluppata e condivisa della dignità umana per il bene di tutti nella società.

“E’ molto importante perché la nozione di dignità umana gioca un ruolo fondamentale specialmente nelle convenzioni internazionali e nella nostra comprensione della vita morale”, ha detto il primate della Chiesa cattolica di Inghilterra e Galles.

“Il modo in cui sviluppiamo nella nostra società pluralista e manteniamo una comprensione condivisa di un tale concetto chiave, può avere un influsso immenso sulla qualità dello sviluppo morale e sociale della gente”, ha proseguito Nichols.

L’arcivescovo di Westminster ha fatto notare che l’idea di dignità umana ha una lunga storia, che risale fino a Cicerone, Sant’Agostino e San Tommaso d’Aquino, poi sviluppata dalla scuola di Salamanca dei domenicani in Spagna all’epoca della colonizzazione delle Americhe. Successivamente, nel secolo scorso, il tema è stata affrontato dalle encicliche sociali della Chiesa.

La dignità umana ha anche una grande importanza al di fuori della Chiesa, ha aggiunto Nichols. La Dichiarazione Universale dei Diritti Umani delle Nazioni Unite, infatti, proclama nell’articolo 1: “Tutti gli esseri umani nascono liberi e uguali in dignità e diritti. Sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire in uno spirito di fraternità vicendevole”.

L’arcivescovo ha inoltre osservato che anche l’articolo 1 della Legge Fondamentale (Grundgesetz) della Germania – anche essa redatta nel 1948 – stipula che “la dignità dell’uomo è intangibile. E’ dovere di ogni potere statale rispettarla e proteggerla”.

“Oggi – ha soggiunto il presule – il diffuso utilizzo della dignità umana sia nel diritto che nell’etica è sotto i riflettori, in modo particolare nei campi del diritto e dell’etica medica; ed è sempre più messo in questione il consenso sottostante a cosa significhi dignità umana o cosa essa richieda”.

Nichols ha fatto riferimento al professor Steven Pinker – che nel 2008 ha scritto un articolo intitolato La stupidità della dignità – e anche al dibattito sull’eutanasia e su ciò che significa vivere e morire con dignità.

Immagine di Dio

Secondo l’arcivescovo, la comprensione cattolica della dignità umana può aiutare in questo dibattito. Essa è fondata sul Libro della Genesi e “sulla nostra comprensione che tutte le cose create hanno una dignità propria, ma che la dignità umana è qualcosa di speciale, perché gli esseri umani sono creati ad immagine e somiglianza di Dio”.

Questo concetto “ha acquisito una nuova profondità con la riflessione cristiana sull’incarnazione, morte e risurrezione di Cristo che rivela allo stesso tempo il pieno splendore della nostra dignità umana e mediante la sua risurrezione ci offre la via per giungere alla pienezza della vita con Dio, alla quale tutti siamo chiamati”, ha proseguito Nichols.

“La dignità umana può essere percepita dalla ragione”, ha sottolineato l’arcivescovo, ricordando le parole di Papa Benedetto XVI nel suo discorso a Westminster Hall, quando spiegò che “la religione e la ragione hanno bisogno l’una dell’altra”.

Non bisogna essere credenti, ha affermato il presule, “per affermare che agli altri importa tutto ciò e si appellano infatti a noi”. La ‘dignità umana’, ha aggiunto, “è l’idea che meglio racchiude in sé la verità universale di tale appello, con la forza morale che porta”.

Essa, quindi, ha concluso, “può essere e deve rimanere un efficace slogan di adesione per la protezione dei diritti umani fondamentali”.

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ZENIT Staff

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