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Mons. Urbanczyk all'Onu: "Traffico di droga non conosce confini"

L’osservatore permanente della Santa Sede presso l’Onu a Vienna ha parlato della necessità di combattere il fenomeno con “un approccio centrato sulle persone”

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“Tra i risultati più nefasti di un mondo sempre più interconnesso è la proliferazione del traffico internazionale illegale dei narcotici”. La denuncia è di mons. Janusz Urbanczyk, osservatore permanente della Santa Sede presso l’Onu a Vienna, intervenendo ieri presso la Commissione sulle sostanze stupefacenti, riunita in preparazione della speciale sessione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite dedicata al “problema mondiale della droga”.
Il presule, rilevando che il traffico di droga è diffuso sia nelle zone ricche del pianeta sia in quelle povere, chiede “rispose efficaci” contro la criminalità organizzata. “Con preoccupazione”, ha sottolineato mons. Urbanczyk come rileva la Radio Vaticana, la Santa Sede prende atto del “legame tra commercio illegale di droga ed altre attività inumane come traffico di persone, proliferazione di armi leggere e di piccolo calibro, crimine organizzato e terrorismo”.
Secondo il diplomatico vaticano è importante affrontare le cause alla base del consumo e trovare gli strumenti per riabilitare i tossicodipendenti, perché possano tornare a contribuire pienamente al bene comune. In questo senso lavora la Santa Sede con 12mila ospedali e istituzioni cattoliche di cura e di medicina preventiva.
“Nessun toccato da questo dramma – ha ammonito il presule – soffre come individuo isolato la devastazione e la diminuzione della dignità umana che ne deriva”. Di qui la raccomandazione affinché le soluzioni a questo problema derivino da “un approccio centrato sulle persone, che riconosca la dignità innata e il valore di ogni vita umana”.

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ZENIT Staff

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