Mons. Romero, ucciso "in odium fidei"

La Congregazione delle cause dei santi ha riconosciuto all’unanimità il martirio dell’arcivescovo di San Salvador. Atteso ora il pronunciamento del Congresso dei vescovi e dei cardinali

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“In odio alla fede”. Così è avvenuto l’omicidio dell’arcivescovo salvadoregno Oscar Arnulfo Romero. Lo hanno riconosciuto i membri del Congresso dei teologi presso la Congregazione delle cause dei santi i quali, come riporta in anteprima Avvenire, hanno espresso il loro voto unanimemente positivo sul martirio subìto dal presule di San Salvador il 24 marzo 1980.

Secondo la prassi canonica, c’è ora da attendere il giudizio del Congresso dei vescovi e dei cardinali e infine l’approvazione del Papa. Mons. Romero fu ucciso mentre celebrava l’Eucaristia nella cappella di un ospedale, i suoi carnefici vollero così eliminare un nemico politico, il quale non esitò mai a denunciare i crimini compiuti dallo Stato.

La causa iniziò nel marzo 1994 e approdò a Roma nel 1997, promossa dal postulatore mons. Vincenzo Paglia. In occasione del Giubileo del 2000, Giovanni Paolo II citò mons. Romero nel testo della “celebrazione dei Nuovi Martiri”, riprendendo quanto aveva scritto il giorno della sua morte alla Conferenza episcopale salvadoregna: “Il servizio sacerdotale della Chiesa di Oscar Romero ha avuto il sigillo immolando la sua vita, mentre offriva la vittima eucaristica”.

Papa Francesco ha citato mons. Romero durante l’ultima udienza generale. Il Santo Padre ha ricordato che l’arcivescovo di San Salvador “diceva che le mamme vivono un ‘martirio materno’. Nell’omelia per il funerale di un prete assassinato dagli squadroni della morte, egli disse, riecheggiando il Concilio Vaticano II: ‘Tutti dobbiamo essere disposti a morire per la nostra fede, anche se il Signore non ci concede questo onore… Dare la vita non significa solo essere uccisi; dare la vita, avere spirito di martirio, è dare nel dovere, nel silenzio, nella preghiera, nel compimento onesto del dovere; in quel silenzio della vita quotidiana; dare la vita a poco a poco? Sì, come la dà una madre, che senza timore, con la semplicità del martirio materno, concepisce nel suo seno un figlio, lo dà alla luce, lo allatta, lo fa crescere e accudisce con affetto. È dare la vita. È martirio'”.

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ZENIT Staff

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