Mons. Munilla: “La consacrazione al Cuore di Gesù, cuore di questa GMG”

Intervista al responsabile della pastorale giovanile dell’episcopato spagnolo

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di Patricia Navas

MADRID, giovedì, 25 agosto 2011 (ZENIT.org).- La consacrazione dei giovani al Cuore di Gesù realizzata da Benedetto XVI durante la veglia di Cuatro Vientos sabato 20 agosto a Madrid è stata il momento culminante della XXVI Giornata Mondiale della Gioventù.

Lo segnala in questa intervista a ZENIT monsignor José Ignacio Munilla, il Vescovo responsabile –  insieme a quello di Solsona, monsignor Xavier Novell – del dipartimento di pastorale giovanile della Conferenza Episcopale Spagnola.

Il Vescovo di San Sebastián sottolinea l’imprevedibile mobilitazione dei giovani spagnoli per la GMG, favorita all’ultimo momento dalla testimonianza dei giovani stranieri durante le Giornate nelle Diocesi che hanno preceduto il grande incontro di Madrid.

Il presule invita ora a rileggere tutti i discorsi che il Papa ha pronunciato – e quello che non ha pronunciato – durante la GMG e a cercare una guida spirituale come aiuto nella sequela di Cristo.

Che cosa sottolinea della GMG celebrata a Madrid?

Monsignor José Ignacio Munilla: Nei mesi e nelle settimane precedenti alla GMG non era prevedibile una mobilitazione di giovani spagnoli tanto consistente come quella che si è prodotta. Il numero di iscrizioni di pellegrini degli altri Paesi era notevole, ma il numero di spagnoli iscritti lasciava abbastanza a desiderare.

La spiegazione di questa massiccia partecipazione dell’ultimo momento, che ha sorpreso tutti noi, va ricercata, tra gli altri fattori, nella grande animazione di cui i pellegrini giunti da tutte le parti del mondo si sono resi protagonisti nelle Diocesi spagnole nei giorni precedenti alla GMG.

Ancora una volta, l’iniziativa dei DED (Giorni precedenti nelle Diocesi) è risultata molto efficace e pedagogica. La traccia lasciata dai giovani che venivano verso Madrid è stata davvero profonda ed efficace.

A suo avviso, quali sono le principali novità che ha offerto questa GMG rispetto a quelle precedenti?

Monsignor José Ignacio Munilla: La dinamica della GMG è già ben consolidata, e lo schema dell’incontro di Madrid è stato molto simile a quello delle edizioni precedenti.

Credo che si debba sottolineare l’amplissima offerta dell’agenda culturale di questa GMG, così come il metodo innovativo di distribuzione del cibo, non più attraverso il catering, ma servendosi di 2.500 ristoranti di Madrid, il che ha contribuito a una maggiore integrazione dei giovani nella città.

Come interpreta la pioggia della veglia notturna a Cuatro Vientos?

Monsignor José Ignacio Munilla: E’ curioso vedere che questa forte tormenta, che ha sorpreso tutti noi che eravamo presenti, facendoci sentire la debolezza umana di fronte alla natura, abbia introdotto il momento culminante della GMG di Madrid.

E’ stato sicuramente un momento di grazia, perché ci ha fatto vedere come in un istante il vento spazzava via i nostri progetti e programmi, e restavamo inermi davanti alla grandezza di Dio.

Proprio in quel momento, il Papa ha deciso di eliminare il suo discorso e di passare all’essenziale, all’adorazione eucaristica.

In un silenzio di preghiera impressionante, il Pontefice ha pronunciato con voce fiduciosa la Consacrazione dei giovani del mondo intero al Cuore di Gesù. E’ stato il momento culminante di questa GMG, che passerà alla storia.

La consacrazione dei giovani al Cuore di Gesù compiuta dal Papa è stata poco commentata. Che senso ha questo gesto?

Monsignor José Ignacio Munilla: Il Papa ha voluto sottolineare, di fronte ad alcuni giovani desiderosi di trasformare il mondo, che bisogna dare priorità all’“essere” rispetto al “fare”.

Solo gli innamorati di Cristo possono cambiare il mondo! Per poter realizzare questo compito di trasformazione del mondo, è necessario “essere di Cristo”, avere intimità con Lui, lasciarci muovere dal Suo spirito…

Presentando tutti i giovani davanti a Gesù, il Pontefice ha utilizzato una formula semplice: “(…) con preghiera ardente li consacro al tuo Cuore, perché radicati ed edificati in Te siano sempre tuoi, nella vita e nella morte. Che non si allontanino mai da Te!(…)”.

E’ stata un’immagine impressionante del Papa, che ci riportava alla memoria quella che è nota come Preghiera Sacerdotale di Gesù (cfr. Gv 17), in cui Egli pregò il Padre perché non gli venisse tolto nessuno di coloro che gli erano stati affidati…

Quali sono le parole pronunciate dal Papa che le sono rimaste più impresse?

Monsignor José Ignacio Munilla: Tornati a casa, dobbiamo compiere un esercizio di rilettura di tutti i discorsi.

Non ho dubbi sul fatto che sia stato provvidenziale che il Papa non potesse rispondere alle domande dei giovani nella veglia di Cuatro Vientos, perché questo ci costringe ad accedere via Internet alle sue risposte e ad approfondirle, senza restare con una mera frase a mo’ di titolo.

Quali reazioni sta constatando nei giovani con cui è stato in contatto in questi giorni?

Monsignor José Ignacio Munilla: I giovani sono colpiti, e allo stesso tempo sono aperti a un nuovo itinerario nella loro vita…

In questi giorni, il consiglio che sto ripetendo di più è il seguente: “Cercate un direttore spirituale perché vi aiuti nella vostra sequela di Cristo!” Non dubito del fatto che il frutto di questa GMG sarà direttamente proporzionale alla quantità di accompagnamenti spirituali che inizieranno.

Come si vive la GMG come Vescovo?

Monsignor José Ignacio Munilla: A Sydney ho vissuto la mia prima GMG come Vescovo, e devo confessare che in quell’occasione mi è costato partecipare in questa veste, perché mi mancava la vicinanza nell’accompagnare come sacerdote un gruppo concreto di giovani…

Dall’altro lato, però, la relazione con i confratelli Vescovi in questi giorni è anche un’occasione di grazia, visto che in genere non abbiamo molte opportunità di convivere tra noi e scambiare le nostre impressioni ed esperienze diocesane.

L’organizzazione ha avuto una grande attenzione nei nostri confronti, offrendoci un magnifico concerto eseguito dall’Orfeón Donostiarra nell’Auditorium Nazionale di Madrid, seguito da una cena all’IFEMA. E’ stato un momento indimenticabile!

Come sono andate le catechesi dei Vescovi?

Monsignor José Ignacio Munilla: Le catechesi con i giovani sono uno dei momenti principali in cui un Vescovo esercita il suo ministero alla GMG. Si tratta di un’opportunità per avere un contatto molto diretto con i giovani, e rispondere in un dialogo aperto e senza alcun filtro ai loro dubbi e alle loro preoccupazioni.

E’ un metodo che risana l’immagine deformata dei Vescovi che molti giovani hanno potuto trarre dai mezzi di comunicazione. I pastori sono vicini a loro, condividono le loro esperienze, li ascoltano e comunicano loro la Parola…

Aggiungo che in questa occasione, per la distribuzione del YouCat (Catechismo per i giovani) nello zaino del pellegrino, abbiamo avuto l’opportunità di esortare i giovani a intraprendere processi di formazione profonda.

Il clima di secolarizzazione in cui viviamo ci costringe a compiere uno sforzo speciale per poter dare ragione della nostra fede a quanti ci circondano…

Il Papa consiglia ai giovani di non lasciarsi trasportare dai propri impulsi, di servire gli altri e di darsi degli impegni; un Vescovo iracheno chiede ai giovani arabi di non emigrare dai loro Paesi. Non sono proposte poco realistiche per i giovani di oggi?

Monsignor José Ignacio Munilla: Diceva padre Morales, un santo gesuita già morto: “Se ai giovani chiedi tanto, danno di più, ma se chiedi poco non danno nulla”.

In altre parole, la radicalità evangelica trova un’eco molto speciale nel cuore dei giovani, quando questo non si è “arreso” allo spirito di questo mondo…

O, come diceva Chesterton: “Il cattolicesimo è l’unica religione che ci libera dalla schiavitù di essere figli del nostro tempo”.

[Traduzione dallo spagnolo di Roberta Sciamplicotti]

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ZENIT Staff

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