Archbishop Paul Richard Gallagher

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Mons. Gallagher: “Europa riluttante sulla libertà religiosa”

Il Segretario per i Rapporti con gli Stati denuncia l’inerzia dell’Occidente di fronte al dilagare del terrorismo e della persecuzione anticristiana nel mondo

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Suscita “grande inquietudine” nella Santa Sede, la crescita esponenziale in questi ultimi anni di “casi di intolleranza, discriminazione, estremismo, fondamentalismo, rischi per le libertà individuali, soprattutto per quanto concerne la libertà religiosa e di espressione”, con particolare riguardo per il “terrorismo di varia matrice”.
Lo ha affermato il Segretario per i Rapporti con gli Stati, monsignor Paul Richard Gallagher, intervenuto stamattina al Seminario Romano Maggiore in occasione del terzo incontro di Formazione Missionaria promosso dal Centro per la cooperazione missionaria tra le Chiese della Diocesi di Roma, sul tema La nostra Chiesa è Chiesa dei martiri (Papa Francesco).
Sono in gioco, in questi anni, ha denunciato Gallagher, i “diritti umani”, assieme all’“intero sistema democratico dei singoli Paesi e la sicurezza internazionale”.
Oggetto della prolusione del numero due della Segreteria di Stato vaticana, sono stati anche la persecuzione dei cristiani nel mondo (in alcuni paesi ‘giustificata’ dalle leggi contro la blasfemia) e la conseguenza “emorragia” di queste comunità dai luoghi di origine, Africa e Medio Oriente in primis.
La cosa più grave, ha lamentato Gallagher, è quando, persino in Occidente, varie forme di discriminazione si verificano non di rado e spesso appaiono sotto la parvenza della cosiddetta “difesa dei valori democratici”.
A tal proposito, il Segretario per i Rapporti con gli Stati, ha citato un recente ricorso del presidente della Repubblica Italiana, Sergio Mattarella, che affermava: “La persecuzione a carattere religioso non è mai a sé stante, ma è parte della violazione, feroce e sistematica, delle libertà fondamentali dell’uomo, di cui il diritto a professare, a predicare, persino a cambiare la propria fede religiosa, senza dover subire discriminazioni o addirittura violenze, è elemento fondamentale”.
Obiettivo della diplomazia della Santa Sede è sempre quello di “ricercare sempre il bene della persona e dei popoli, tutelare la pace e garantire il rispetto della dignità di ogni persona umana e dei suoi diritti fondamentali, il tutto per la dignità e la salvaguardia degli esseri umani e non per una mera ragione di Stato, né per difendere i propri interessi di parte”, ha ricordato Gallagher.
“Purtroppo, bisogna ammettere – ha aggiunto il presule – che per anni la questione della violenza contro i cristiani non è stata presa in seria considerazione”, salvo che molto di recente. In particolare l’Europa sta dimostrando “una certa timidezza ad intraprendere un dialogo reciproco serio, accompagnata dall’impressione che vi sia una certa riluttanza a trattare di questioni religiose”.
“Sebbene non si possa parlare di persecuzione, tuttavia anche nel vecchio continente non è da sottovalutare il fenomeno abbastanza inquietante dell’intolleranza di carattere religioso”, ha sottolineato ancora monsignor Gallagher.
La persecuzione anticristiana nel mondo sta portando a nuovi martiri, come dimostra la “testimonianza tangibile e drammatica usque ad sanguinis effusionem le quattro Missionarie della Carità uccise nelle Yemen”.
Rammentando i numerosi appelli di papa Francesco ad una maggiore libertà religiosa nel mondo, il Segretario per i Rapporti con gli Stati ha infine invitato i rappresentanti di tutte le religioni a “unire gli sforzi per una maggiore cooperazione e solidarietà a favore delle popolazioni colpite dalle guerre e per tutti coloro che subiscono ogni genere di oppressione a causa del loro credo religioso”.
“La nostra vicinanza, oltre che con la preghiera, deve certamente manifestarsi nella generosità di voler contribuire a ridurre l’emergenza umanitaria, per alleviare le loro sofferenze materiali e spirituali”, ha poi concluso monsignor Gallagher.
[A cura di Luca Marcolivio]

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ZENIT Staff

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