Salvatore Fisichella

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Mons. Fisichella: Povertà creata dall’egoismo, dalla superbia, dall’avidità e dall’ingiustizia

Conferenza Stampa di presentazione del Messaggio del Santo Padre Francesco per la II Giornata Mondiale dei Poveri

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Alle ore 11.00 di questa mattina, presso la Sala Stampa della Santa Sede, si tiene la Conferenza Stampa di presentazione del Messaggio per la Seconda Giornata Mondiale dei Poveri, istituita da Papa Francesco a conclusione del Giubileo della Misericordia la XXXIII Domenica del tempo ordinario, che quest’anno ricorre il 18 novembre 2018.
Interverranno:
S.E. Mons. Rino Fisichella, Presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione; Mons. Graham Bell, Sotto-Segretario del medesimo Pontificio Consiglio.
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Riportiamo di seguito l’intervento di S.E. Mons. Rino Fisichella:
In vista della II Giornata Mondiale dei Poveri, che si celebrerà domenica 18 novembre, Papa Francesco ha firmato simbolicamente nella data del 13 giugno, memoria liturgica di Sant’Antonio da Padova, Patrono dei Poveri, il Messaggio che oggi viene presentato. L’indirizzo che Papa Francesco ha voluto apporre a questa II Giornata è chiaramente espresso dalle parole del Salmo 37 che hanno ispirato la realizzazione di quanto oggi viene offerto alla Chiesa: “Questo povero grida e il Signore lo ascolta”.
Il contenuto del Messaggio si sviluppa intorno a tre verbi: “gridare”, “rispondere” e “liberare”. Per ognuno di questi tre, Papa Francesco elabora una breve sintesi esistenziale che provoca a riflettere. Anzitutto, − si domanda, − “come mai questo grido, che sale fino al cospetto di Dio, non riesce ad arrivare alle nostre orecchie e ci lascia indifferenti e impassibili?” (n.2). Il Papa risponde positivamente affermando che: “È il silenzio dell’ascolto ciò di cui abbiamo bisogno per riconoscere la loro voce. Se parliamo troppo noi, non riusciremo ad ascoltare loro. Spesso, ho timore che tante iniziative pur meritevoli e necessarie, siano rivolte più a compiacere noi stessi che a recepire davvero il grido del povero. In tal caso, nel momento in cui i poveri fanno udire il loro grido, la reazione non è coerente, non è in grado di entrare in sintonia con la loro condizione. Si è talmente intrappolati in una cultura che obbliga a guardarsi allo specchio e ad accudire oltremisura se stessi, da ritenere che un gesto di altruismo possa bastare a rendere soddisfatti, senza lasciarsi compromettere direttamente.” (n.2).
Il Papa afferma, inoltre, che la povertà “non è cercata, ma creata dall’egoismo, dalla superbia, dall’avidità e dall’ingiustizia. Mali antichi quanto l’uomo, ma pur sempre peccati che coinvolgono tanti innocenti, portando a conseguenze sociali drammatiche.” (n.4). Prendendo come icona il racconto del cieco Bartimeo (cf. Mc 10,46-52), Papa Francesco attesta nel Messaggio che tanti poveri si sono identificati in questo povero ai margini della strada, che molti volevano zittire. Anche oggi, sostiene il Papa, “le voci che si sentono sono quelle del rimprovero e dell’invito a tacere e a subire” (n.5). Per questo il richiamo di Papa Francesco è forte e lapidario: “Sono voci stonate, spesso determinate da una fobia per i poveri, considerati non solo come persone indigenti, ma anche come gente portatrice di insicurezza, instabilità, disorientamento dalle abitudini quotidiane e, pertanto, da respingere e tenere lontani.” (n.5).
La risposta dei credenti, pertanto, ha bisogno di essere coerente e deve sapere che un comportamento contrario, non solo rende indifferenti nei confronti dei poveri, ma paradossalmente allontana da Dio che sta loro vicino.
Da ultimo, il Papa mette in guardia dal “giocare per avere il primato di intervento” (n.7). Chiede, anzitutto ai cristiani di comprendere “quanto sia distante il nostro modo di vivere da quello del mondo, che loda, insegue e imita coloro che hanno potere e ricchezza, mentre emargina i poveri e li considera uno scarto e una vergogna” (n.8). Al contrario, i discepoli di Cristo “sono chiamati a rendere loro onore, a dare loro la precedenza, convinti che sono una presenza reale di Gesù in mezzo a noi.” (n.7). Questa è una veritiera opera di liberazione, perché aiuta a creare le condizioni necessarie per rispettare la dignità delle persone più deboli.
La Chiesa con questa Giornata intende ribadire la sollecitudine della comunità cristiana verso quanti vivono ai margini della società a causa della loro condizione di povertà. Acquisisce così solidità la tradizione fortemente voluta da Papa Francesco nel 2016 di avere una Giornata Mondiale dedicata ai Poveri. In piena aderenza a questo magistero, la premura del Santo Padre e della Chiesa vuole essere una chiamata per la comunità cristiana all’ascolto che si trasforma poi in intervento, in azione concreta, per affermare a voce alta il rifiuto dell’indifferenza e dell’impassibilità che attanagliano questo periodo storico più di altri. È un invito all’incontro con le diverse forme di sofferenza ed emarginazione in cui vivono tanti uomini e donne che siamo abituati a disegnare con il termine di “poveri”.
Di fronte a questa multiforme sofferenza e a questo grido di aiuto si impone la prima clamorosa verità su cui questo Messaggio si fonda: il Signore ascolta! La speranza di un Dio che ascolta viene proclamata per quanti a loro volta cercano l’abbraccio del Padre. Nessuno, dunque, può sentirsi escluso dall’amore di Dio; specialmente in un mondo che eleva spesso la ricchezza a primo obiettivo e rende chiusi in se stessi. Non è vano quindi il grido del povero. Non solo, questa dimensione relazionale di grido-ascolto ricorda come ogni iniziativa di aiuto e assistenza debba essere inquadrata in questa prospettiva di incontro con l’altro e non, invece, nel circuito chiuso dell’autocompiacimento delle coscienze. Insomma, è una provocazione forte ad ascoltare la voce del povero che grida.
Papa Francesco con le parole del Salmo, infine, consegna un messaggio di grande speranza, introducendo un’espressione di enorme impatto: «Ho cercato il Signore: mi ha risposto». È disarmante la semplicità con cui è espresso l’esito di questa ricerca. Il Signore, dunque, risponde! Per chi è nell’indigenza, questa certezza illumina una notte spesso sconfinata, che non conosce l’alba. La Giornata Mondiale dei Poveri, non lenirà probabilmente tutte le ferite che lacerano la vita di quanti vivono ai margini; e, tuttavia, vuole essere un segno di speranza e una provocazione a diventare strumenti di misericordia viventi nel tessuto capillare della società, della comunità e dell’incontro personale. “Probabilmente, è come una goccia d’acqua nel deserto della povertà; e tuttavia può essere un segno di condivisione per quanti sono nel bisogno” (n.3), poiché la consapevolezza di una goccia accende la speranza per una pioggia rinfrescante. Questa liberazione dunque, è il dono che la mano tesa di Dio offre al povero, attraverso i fedeli e le comunità che si fanno strumenti nelle sue mani. Una giornata, dunque, dove si celebra l’incontro con l’altro.
È in questa cornice che sono state immaginate alcune iniziative suggerite per tutta la Chiesa e che troveranno forma concreta anche in Vaticano, ad opera del Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione, con il supporto di alcuni finanziatori che fin d’ora ringrazio. Domenica 18 novembre alle ore 9.30 il Papa incontrerà i poveri, accompagnati dalle associazioni e dai gruppi parrocchiali, insieme, nella Basilica di San Pietro, dove si celebrerà la Santa Eucarestia. A seguire, Papa Francesco parteciperà al pranzo nell’Aula Paolo VI con circa 3.000 poveri, che sarà offerto da Rome Cavalieri – Hilton Italia in collaborazione con Ente Morale Tabor. Contemporaneamente, nelle tante parrocchie che hanno aderito all’iniziativa, nei centri di volontariato e in alcuni Collegi e scuole, ognuno secondo le proprie possibilità, verrà offerto un pranzo ai poveri, come momento di festa e condivisione. “In molte Diocesi, questa è stata un’esperienza che, lo scorso anno, ha arricchito la celebrazione della prima Giornata Mondiale dei Poveri. Molti hanno trovato il calore di una casa, la gioia di un pasto festivo e la solidarietà di quanti hanno voluto condividere la mensa in maniera semplice e fraterna.”(n.6).
Come esprime Papa Francesco nel Messaggio: “Vorrei che anche quest’anno e in avvenire, questa Giornata fosse celebrata all’insegna della gioia per la ritrovata capacità di stare insieme. Pregare insieme in comunità e condividere il pasto nel giorno della domenica.” (n.6). Sabato 17, come preparazione, verrà celebrata una Veglia di preghiera nella Basilica di San Lorenzo fuori le Mura, per tutte le associazioni di volontariato e per quanti, come veri operatori della misericordia, quotidianamente e con discrezione, prestano servizio di assistenza alle persone che vivono queste difficili realtà. Dopo i risultati incoraggianti ottenuti nella precedente edizione, con quasi 600 persone indigenti che hanno potuto ricevere cure mediche gratuite, verrà ripetuta l’esperienza del Presidio Sanitario.
Durante tutta la settimana da lunedì 12 a domenica 18, verrà allestito a Piazza Pio XII un Presidio Sanitario dove sin dalle prime ore della mattina, verranno offerte cure mediche per diverse specializzazioni. Dermatologia, infettivologia, cardiologia, ginecologia e andrologia, oculistica, podologia, analisi cliniche con responso a brevissimo termine, saranno le aree mediche coperte. Ad oggi, hanno dato la loro disponibilità, oltre che al Reparto Sanitario Vaticano, anche i rispettivi specialisti dell’Università Cattolica Gemelli e dell’Università di Tor Vergata. Siamo in attesa di ricevere altre adesioni significative nei prossimi giorni.
L’appello dunque è rivolto alle associazioni, alle parrocchie e a tutte quelle realtà che operano nell’ambito dell’assistenza ai poveri, perché possano agevolare ulteriormente quanti sono nel bisogno, a fruire di questo servizio, vincendo la naturale diffidenza che spesso caratterizza queste situazioni. Il Presidio probabilmente sarà in funzione fino a tarda sera. Con questo Messaggio Papa Francesco si rivolge a tutti i fedeli, singolarmente, attraverso le parrocchie e i gruppi di volontariato, perché rivolgano ancora di più lo sguardo verso i poveri, per ascoltare il loro grido spesso silenzioso ma espresso dallo sguardo eloquente, e riconoscere le loro necessità. L’invito, comunque, è quello di non dimenticare che la povertà sociale sulla quale in questa Giornata si vuole portare l’attenzione, è solo una delle molteplici forme di povertà che l’uomo moderno patisce. Il povero al quale simbolicamente viene tesa la mano, come ricorda il logo della Giornata Mondiale dei Poveri, rappresenta l’umanità intera, che nell’esperienza quotidiana, sa di avere bisogno dell’abbraccio di Dio, quanto dell’attenzione e solidarietà dei fratelli.

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ZENIT Staff

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