Mons. Camisasca dice "grazie" alle Sentinelle in Piedi

Nei giorni scorsi, il vescovo di Reggio Emilia ha sostenuto con una lettera il gruppo noto per le sue “veglie” in piazza

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Nuove “veglie” delle Sentinelle in Piedi sono attese, in diverse città italiane tra cui Roma, in questo fine settimana alle porte. Nei giorni scorsi intanto, il gruppo ha ricevuto un attestato di “gratitudine” e “sostegno” dal vescovo di Reggio Emilia, mons. Massimo Camisasca.

Il presule è intervenuto in merito alla decisione di un parroco reggiano, il quale ha deciso di annullare un incontro programmato nella sua parrocchia organizzato dalle Sentinelle sul tema del “gender”. La sua decisione è giunta a seguito delle proteste di un consigliere comunale del Pd e di gruppi della sinistra attivi in città.

Mons. Camisasca sottolinea che “ognuno deve avere la possibilità di esprimere, nel rispetto degli altri, ciò di cui è convinto”. Proprio in virtù di questo principio di libertà, “occorre che da parte di tutti sia riconosciuto anche alle Sentinelle in piedi il diritto inalienabile a far sentire la loro voce”.

Sentinelle che, precisa il vescovo, “con umile forza e in modo pacifico”, vogliono portare all’attenzione pubblica “molte delle convinzioni” che “sono le stesse che anche io, come uomo e come vescovo di questa diocesi, ho più volte sottolineato e che ho riassunto nella nota sul gender (pubblicata nello scorso aprile) e nell’ultimo Discorso alla città, in occasione della festa di san Prospero”.

Tali convinzioni vengono riassunte in tre passaggi dal vescovo di Reggio Emilia: “La famiglia nasce dall’incontro tra un uomo e una donna; i figli non sono un diritto, né di singoli, né di coppie, ma un dono da accogliere e rispettare; i bambini hanno il diritto ad una madre e ad un padre e i genitori, – con il sostegno degli amici, dei parenti e delle istituzioni pubbliche – devono essere messi nelle condizioni di poter educare liberamente i propri figli”.

Tutto ciò, sottolinea mons. Camisasca, non nasce “da una posizione confessionale”, ma è “patrimonio comune dell’esperienza umana, fondata sulla ragione”. Ed “è per questo che anche la Chiesa, da sempre avvocata dell’uomo, si impegna a difenderli. Sono convinzioni che papa Francesco ha espresso più volte dall’inizio del suo pontificato”. Di qui la “gratitudine” e il “sostegno” del presule verso “tanti uomini e tante donne” di fedi ed esperienze diverse “che si espongono in prima persona a difesa del bene dell’umanità”.

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ZENIT Staff

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