“Molte membra in un solo corpo”: secondo giorno della Settimana di preghiera

ROMA, martedì, 18 gennaio 2011 (ZENIT.org).- Pubblichiamo le letture bibliche e il commento per il secondo giorno della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani che quest’anno ha come tema: “Uniti nell’insegnamento degli apostoli, nella comunione, nello spezzare il pane e nella preghiera (cfr. Atti 2,42)”.

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Isaia 55, 1-4

Chiunque ha sete, venga a bere!

Salmo 85(84), 8-14

Egli è pronto a salvare chi l’ascolta

1 Corinzi 12, 12-27

Siamo stati battezzati con lo stesso Spirito per formare un solo corpo

Giovanni 15, 1-13

Io sono la vera vite

Commento:

La chiesa di Gerusalemme negli Atti degli Apostoli è il modello dell’unità cui aneliamo oggi; un’unità che, fin dal principio, è stata caratterizzata da una ricca diversità, e che, pertanto, ci ricorda che l’unità dei cristiani, e la preghiera per ottenerla, non possono essere uniformità. La chiesa di Gerusalemme è il modello o l’icona dell’unità nella diversità.     

La narrazione della Pentecoste negli Atti degli Apostoli evidenzia che a Gerusalemme, quel giorno, erano rappresentate tutte le lingue e le culture dell’antico mondo mediterraneo, e non solo; che le genti ascoltarono l’evangelo nelle loro diverse lingue e, per la predicazione dell’apostolo Pietro, si ritrovarono unite nel ravvedimento, nelle acque del battesimo e nell’effusione dello Spirito Santo. Come scriverà più tardi l’apostolo Paolo: “E tutti noi credenti, schiavi o liberi, di origine ebraica o pagana, siamo stati battezzati con lo stesso Spirito per formare un solo corpo, e tutti siamo stati dissetati dallo stesso Spirito” (1 Cor 12, 13).     

Non costituirono una comunità uniforme di gente, unita culturalmente e linguisticamente, che la pensa allo stesso modo, coloro che furono uniti nell’insegnamento degli apostoli e nella comunione, ma una comunità riccamente diversificata, le cui differenze avrebbero potuto facilmente evolversi in controversie. Fu questo, per esempio, il caso fra gli ellenisti e gli ebrei cristiani, sulla negligenza nei confronti delle vedove greche, come narra l’evangelista Luca in Atti 6, 1. Eppure, la chiesa di Gerusalemme era unita in se stessa, ed era una col Signore risorto, che dice: “Io sono la vite. Voi siete i tralci. Se uno rimane unito a me e io a lui, egli produce molto frutto”. (Gv 15, 5).     

Una ricca diversità caratterizza, fino ad oggi, la chiesa a Gerusalemme e nel mondo, che può facilmente evolversi in controversia a Gerusalemme, accentuata dall’attuale clima politico ostile. Ma, come nella primitiva chiesa di Gerusalemme, i cristiani in Gerusalemme oggi ci ricordano che siamo molte membra in un solo corpo, un’unità nella diversità. Antiche tradizioni ci insegnano che la diversità e l’unità esisteranno anche nella Gerusalemme celeste. Ci ricordano che la differenza e la diversità non sono la stessa cosa che la divisione e la disunione, e che l’unità dei cristiani per la quale preghiamo preserva sempre la diversità.

Preghiera:

O Dio, da cui proviene ogni vita nella sua ricca diversità, Tu chiami la tua Chiesa corpo di Cristo, ad essere una nell’amore. Fa’ che possiamo imparare a vivere più intensamente la nostra unità nella diversità, e che ci impegniamo insieme per predicare e costruire il tuo regno di amore verso tutti, e nello stesso tempo, accompagnare ciascuno in ogni luogo e in tutti i luoghi. Fa’ che possiamo sempre ricordare Cristo quale sorgente della nostra vita insieme.

Te lo chiediamo nell’unità dello Spirito Santo. Amen.

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ZENIT Staff

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