Migranti. Germania blocca i treni di profughi dall'Austria

Reintrodotti i controlli alla frontiera meridionale dopo il picco di 62mila arrivi nel paese in due settimane. “Una situazione insostenibile”, secondo il governo. Ieri la tragedia di 34 morti nell’Egeo 

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Alla fine la Germania ha interrotto gli accordi di Schengen: sospeso quindi il traffico ferroviario con l’Austria e reintrodotti i controlli alla frontiera meridionale del Paese. Per il governo tedesco, il flusso di migranti nel paese – dopo il picco di oltre 62mila arrivi nelle ultime due settimane a Monaco di Baviera verso “rotta balcanica” – è diventato ingestibile e va dunque arginato.

Lo riferisce la nota rivista Bild, che titola: “La Germania chiude le sue frontiere con l’Austria”. Der Spiegel spiega invece che sarà possibile entrare in Germania solo con documenti di viaggio validi. I nuovi controlli, aggiunge il settimanale, dovrebbero applicarsi fino a nuovo avviso. Dopo la disposizione governativa, circa 2000 agenti sono stati inviati in Baviera per la chiusura delle frontiere. Non si escludono misure analoghe verso Polonia e Repubblica Ceca. 

Secondo un portavoce della polizia locale, Monaco di Baviera è giunta “al limite estremo” della sua capacità di accoglienza dei rifugiati, dopo l’arrivo sabato di circa 13.000 migranti. Il ministro dei Trasporti tedesco, Alexander Dobrindt, aveva denunciato il “totale fallimento” dell’Unione Europea nel controllo delle sue frontiere esterne di fronte al grande flusso di migranti di queste settimane.

Indiscrezioni di stampa affermano il provvedimento servirebbe a dare alla Germania il tempo per riorganizzarsi. “La decisione della Germania non viola il trattato di Schengen – sottolinea invece un comunicato della Commissione Europea – ma sottolinea l’urgenza di un’approvazione rapida del piano europeo sui rifugiati”.

Oggi – all’indomani della tragedia nell’isola greca di Farmakonissi, che ha provocato 34 morti, tra cui 11 bambini e 4 neonati – si attede poi il responso dall’incontro dei ministri degli Interni dell’Ue, a Bruxelles, circa il piano proposto da Juncker sull’accoglienza per quote. Scontato appare il “no” dell’Ungheria e della Slovacchia, che ha annunciato il veto su ogni decisione riguardante le quote obbligatorie di accoglienza.

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ZENIT Staff

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