Messico: polizia blocca la "Via Crucis del migrante"

L’iniziativa voleva denunciare le violenze e gli abusi contro i migranti

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La marcia dei migranti non deve partire. Tuttavia, nonostante il veto e le minacce della polizia, il sacerdote messicano Alejandro Solalinde tenterà per la seconda volta oggi di far partire la cosiddetta “Via Crucis del migrante” da Ixtepec, nello Stato meridionale di Oaxaca, verso Città del Messico. Perché, dice, “i diritti umani sono al di sopra di qualsiasi legge”.

L’iniziativa – riferisce l’agenzia Misna – ha come obiettivo incontrare esponenti delle organizzazioni a difesa dei diritti umani per denunciare violenze e abusi contro i migranti che da sud attraversano le frontiere messicane nella speranza di raggiungere gli Stati Uniti. È previsto che vi partecipino almeno 200 dei circa 400 migranti centroamericani che padre Alejandro ospita nella sua casa-rifugio Hermanos en el Camino’ in attesa di una ‘regolarizzazione’.

Già dalla settimana scorsa, tuttvia, la polizia e l’Istituto nazionale della migrazione (Inm) hanno allestito un’imponente operazione per impedirlo. “Siamo praticamente assediati”, ha detto il sacerdote ai media locali, dopo che le forze dell’ordine hanno stabilito posti di blocco lungo le strade Transístmica e Panamericana.

Giovedì scorso funzionari dell’Inm hanno inoltre minacciato di arrestare tutti i migranti che saranno trovati privi di documenti regolari nonché, per “traffico di persona”, i proprietari dei mezzi di trasporto noleggiati per portare i migranti centroamericani nella capitale. Se Inm e polizia impediranno anche oggi la partenza della “Via Crucis del Migrante”, “ciò costituirà una violazione dei loro diritti umani e degli accordi internazionali”, ha insistito padre Alejandro, annunciando che al suo arrivo chiederà un incontro con il ministro dell’Interno, Miguel Ángel Osorio Chong.

A più riprese padre Solalinde ha denunciato la violenta politica migratoria messicana nonché l’uso indebito di armi paralizzanti da parte dei funzionari dell’Inm contro i migranti: “Abbiamo visto che la polizia li tratta come criminali… La legge messicana non prevede che siano illegali” 

Intanto, una delegazione di Amnesty International guidata dal responsabile dell’organizzazione in Messico, Perseo Quiroz, ha annunciato che incontrerà i migranti ospitati da padre Solalinde per verificarne le condizioni di sicurezza. In merito, Quiroz ha già condannato l’operato dell’Inm sostenendo che viola l’articolo 76 della stessa Legge nazionale sulla migrazione: “Non si possono fare verifiche migratorie in luoghi in cui si trovano persone migranti ospitate da organizzazioni della società civile o da cittadini che realizzino azioni umanitarie di assistenza o offrano a queste persone la loro protezione”. 

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ZENIT Staff

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