Messico: dopo il via libera all'aborto, serve “coscienza sociale”

Afferma il presidente della Conferenza Episcopale

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TEXCOCO, lunedì, 1° settembre 2008 (ZENIT.org).- Dopo la decisione della Suprema Corte di Giustizia della Nazione (SCGN) con cui la legge che depenalizza l’aborto fino alla 12ª settimana è stata avallata come provvedimento che non viola la Costituzione del Messico, ci sono stati molti commenti sulla stampa nazionale su una presunta “sconfitta” della Chiesa, che difende la vita dei concepiti

Giovedì, otto degli undici Ministri che compongono la plenaria della SCGN si sono espressi contro il provvedimento che mirava a revocare la costituzionalità della legge che depenalizza l’interruzione di gravidanza nella capitale messicana, in vigore dall’aprile dello scorso anno.

ZENIT ha interpellato al riguardo il Vescovo di Texcoco e presidente della Conferenza Episcopale Messicana, monsignor Carlos Aguiar Retes, che ritiene la decisione della SCGN più che una sconfitta “una sfida maggiore”.

“Abbiamo bisogno di una maggiore coscienza sociale sulla cultura della vita e i diritti del concepito”, ha affermato.

Per far questo, propone di “articolarci e organizzarci per chiarire alla società e alle sue istanze (come la stessa Suprema Corte di Giustizia della Nazione) i concetti da tutti i punti di vista e da tutte le dimensioni: a livello etico, culturale, medico, antropologico, sociale e giuridico”.

Accanto a questo, monsignor Aguiar Retes ricorda che “è appena iniziata la generazione della coscienza sociale e questa deve farsi valere nel chiedere ai politici di legiferare in modo conforme al parere della società e alla verità”.

Nei riguardi dei tre Ministri che si sono pronunciati a favore dell’incostituzionalità della legge che depenalizza l’aborto fino a 12 settimane di gestazione, monsignor Aguiar Retes esprime “ammirazione e rispetto”, riconoscendo che “non è facile andare contro la maggioranza”.

I tre Ministri, ha osservato, “hanno saputo mantenere la propria posizione in modo molto degno. Hanno inoltre deciso il loro voto andando al cuore della questione, vale a dire al fatto che c’è vita umana fin dalla fecondazione”.

“Le argomentazioni presentate davanti alla Corte da quanti si sono manifestati a favore della vita sono più che sufficienti a dimostrare che l’esistenza inizia con il concepimento – ha concluso il presule –. Ora bisogna farle conoscere in tutti gli ambiti della società”.

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ZENIT Staff

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