Messa della Madonna del Perpetuo Soccorso

Occorre usare i testi della festa o invece del comune?

Print Friendly, PDF & Email
Share this Entry

Nella sua consueta rubrica di liturgia, padre Edward McNamara LC, professore di Liturgia e Decano di Teologia presso  l’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum di Roma, risponde oggi a un lettore statunitense.

Il 27 giugno ricorre la festività della Madonna del Perpetuo Soccorso (MPS), la cui icona miracolosa viene conservata a Roma. Si possono trovare copie dell’icona in quasi ogni parrocchia cattolica del mondo, e molte parrocchie praticano le devozioni settimanali della MPS. I Redenzionisti, custodi dell’icona, hanno una specifica Messa per la MPS, che viene usata il 27 giugno nelle loro comunità e parrocchie. Questa Messa si trova nel loro supplemento liturgico e non è inclusa nella “Raccolta di Messe della Beata Vergine Maria”. Ci sono altre parrocchie, sia diocesane che gestite da altri ordini religiosi, che si trovano sotto il patronato della MPS o che praticano settimanalmente le devozioni della MPS. Possono anche queste parrocchie usare la specifica Messa della MPS il 27 giugno? — G.L., Madera, California (USA)

Questa è una domanda alquanto spinosa dal punto di vista normativo. Infatti, mentre la questione della celebrazione di santi e beati è ormai stata chiarita, quella rispetto alle Messe mariane sotto invocazioni universalmente diffuse invece non lo è.

Va inoltre sottolineato che questa celebrazione coincide nel calendario universale con la memoria facoltativa di San Cirillo d’Alessandria e neppure è inclusa nel calendario della Diocesi di Roma.

Tuttavia, se in una comunità c’è una particolare devozione alla MPS, allora è sempre possibile celebrare una Messa votiva, scegliendo tra le Messe della Beata Vergine Maria presenti nel messale quella che meglio vi si adatti. Per esempio, la colletta della formula nr. 6 del Comune della BVM dice: “Ci soccorra, Signore, l’intercessione della beata sempre Vergine Maria, perché liberi da tutti i pericoli possiamo godere la tua pace.”

Diversa è la domande se le formule specifiche approvate per i Redenzionisti possano essere utilizzate universalmente.

L’introduzione alla “Raccolta di Messe della Beata Vergine Maria” dice a tal proposito:

“19. La Raccolta di messe della beata Vergine Maria, approvata dal Sommo Pontefice Giovanni Paolo II e promulgata dalla Congregazione per il Culto divino, si propone soprattutto di favorire, nell’ambito del culto alla beata Vergine Maria, celebrazioni che siano ricche di dottrina, varie quanto all’oggetto specifico e che commemorino correttamente i fatti di salvezza compiuti da Dio Padre nella beata Vergine, in vista del mistero di Cristo e della Chiesa.

“20. La Raccolta è costituita in gran parte da formulari provenienti dagli attuali Propri delle Chiese particolari e degli Istituti religiosi nonché dallo stesso Messale Romano.

“21. La Raccolta è destinata in primo luogo:

— ai santuari mariani, nei quali si celebrano frequentemente messe di santa Maria; tuttavia nell’uso della Raccolta si dovranno osservare le norme stabilite ai nn. 29-33 di queste Premesse;

— alle comunità ecclesiali che, nei sabati del Tempo Ordinario desiderano celebrare la messa in memoria della beata Vergine Maria; esse tuttavia dovranno attenersi a quanto è prescritto al n. 34 di queste Premesse.

Ma la Raccolta costituirà anche un valido strumento liturgico per i sacerdoti e le comunità ecclesiali che, nei giorni in cui secondo «Principi e norme per l’uso del Messale Romano» si possono celebrare «messe facoltative», desiderano celebrare la messa in memoria della Madre del Signore.

“22. La promulgazione della Raccolta di messe della beata Vergine Maria, non apporta alcuna modifica né al Calendario Romano Generale, promulgato il 21 marzo 1969, né al Messale Romano, pubblicato in seconda edizione tipica il 27 marzo 1975, né al Lezionario delle Messe, la cui seconda edizione reca la data del 21 gennaio 1981, né infine al vigente ordinamento rubricale.”

Da queste norme emerge che non contengono tutte le possibili Messe di Chiese particolari o istituti religiosi. E’ stata fatta una selezione, e ogni selezione significa sempre qualche rinuncia. Quindi non vi è alcuna formula per la MPS ma ce ne è invece una per Maria Vergine Aiuto dei Cristiani. Forse questa invocazione è stata preferita per la sua connessione col papato e perché viene invocata come patrona dell’Australia, della Nuova Zelanda e di New York.

La clausola al n. 22 indica che vanno osservate le norme generali. In generale queste norme richiedono l’approvazione da parte della conferenza episcopale per qualsiasi traduzione da usare nel suo territorio. Eccezioni a questa regola sono proprio quei testi, e le loro rispettive traduzioni, che sono stati approvati direttamente dalla Santa Sede per essere utilizzati da istituti religiosi all’interno delle loro case e chiese. Nonostante non si presuma che possano essere usati al di fuori di questi contesti, essi non necessitano l’esplicita approvazione da parte della conferenza episcopale.

Nella maggior parte dei casi i testi si riferiscono ai santi e beati dell’istituto, e per questo motivo essi hanno un uso limitato. Talvolta si riferiscono alla festa titolare o al patrono dell’istituto, ma in tal caso le formule delle Messe rispecchiano in modo piuttosto netto la spiritualità particolare dell’istituto in questione e quindi non sono adatte ad un uso universale.

Ciononostante si può celebrare ogni santo presente nel martirologio romano il giorno della propria festa, a patto che nello stesso giorno non abbia luogo un’altra festività o memoria obbligatoria. Penso che si possa dire con sicurezza che qualora il santo abbia una colletta propria per la Messa debitamente approvata, anche se non si trova nel Messale Romano, allora la colletta del santo possa essere utilizzata.

Seguendo questa logica, credo che debba essere possibile usare un testo approvato per un titolo mariano non presente nel Messale Romano, se questa festa è stata riconosciuta. In questo caso occorre sempre assicurarsi che il testo in questione sia stato approvato dalla Santa Sede. Per esempio, i testi di alcuni titoli mariani sono stati approvati solo nella lingua del Paese in cui Maria viene venerata con quel titolo, e non ne esiste una versione originale in latino. Non si può utilizzare una traduzione privata dell’originale ma va usata per forza il comune della Beata Vergine Maria.

Per quanto riguarda il nostro caso, visto che i testi correnti hanno ricevuto l’approvazione della Santa Sede, essi avranno sicuramente tutti i requisiti necessari in merito alle qualità spirituali e dottrinali menzionate sopra al n. 19.

Le preghiere della Messa attuale in uso presso i redentoristi sono:

Colletta: “Signore Gesù Cristo, che hai dato per madre, sempre pronta a soccorrerci, la tua stessa Madre Maria (della quale veneriamo la miracolosa immagine), fa’ che, implorando assiduamente il suo materno soccorso, meritiamo di godere per sempre il frutto della tua redenzione. Tu sei Dio e vivi e regni con Dio Padre nell’unità dello Spirito Santo per tutti i secoli dei secoli.”

Offertorio: “Per la tua clemenza, o Signore, e per l’intercessione della beata vergine e madre Maria, giovi quest’offerta alla nostra prosperità e alla nostra pace nella vita presente e nella futura. Per Cristo nostro Signore.”

Preghiera dopo la Comunione: “Ci soccorra, Signore, con la sua santa intercessione l’immacolata e sempre vergine Maria, Madre tua, affinché, ricolmi incessantemente di grazie e liberi da tutti i pericoli, viviamo uniti nella pace. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli.”

Mi pare che almeno l’inciso sull’immagine nella colletta in qualche modo sia legata all’appartenenza alla Congregazione del Santissimo Redentore che custodisce l’immagine originale a Roma ma questa parte possa essere omessa se necessario. Queste preghiere, probabilmente relativamente recenti, non seguono l’usanza generale di rivolgere le preghiere liturgiche al Padre e non a Cristo.

Tuttavia, credo che una chiesa dedicata alla Madonna del Perpetuo Soccorso potrebbe probabilmente usarli, poiché in questo caso in quella chiesa la festività verrebbe celebrata come solennità.

Probabilmente avremmo la stessa situazione se la chiesa in cui l’immagine viene  venerata stesse sotto un altro patrocinio e la Messa venisse celebrata come Messa votiva.

Dopotutto, sarebbe illogico che le formule di una Messa mariana approvata, che non sono legate alla spiritualità di un singolo istituto, possano essere usate in una chiesa dell’istituto ma proibite in una chiesa a pochi chilometri di distanza, soprattutto se si considera che un santo sconosciuto dello stesso istituto possa essere legittimamente venerato.

Credo che questa sia la risposta corretta, ma devo ammettere che in questo caso – come in casi simili – le norme sono poco chiare.

[Traduzione dall’inglese a cura di Maria Irene De Maeyer]

***

I lettori possono inviare domande all’indirizzo liturgia.zenit@zenit.org. Si chiede gentilmente di menzionare la parola “Liturgia” nel campo dell’oggetto. Il testo dovrebbe includere le iniziali, il nome della città e stato, provincia o nazione. Padre McNamara potrà rispondere solo ad una piccola selezione delle numerosissime domande che ci pervengono.

Print Friendly, PDF & Email
Share this Entry

Fr. Edward McNamara

Padre Edward McNamara, L.C., è professore di Teologia e direttore spirituale

Sostieni ZENIT

Se questo articolo ti è piaciuto puoi aiutare ZENIT a crescere con una donazione