Meno "chiacchiere" e più "mitezza": le raccomandazioni del Papa ai cristiani

Nella consueta Messa mattutina in Santa Marta, il Santo Padre Francesco esorta a vivere in armonia e a non giudicare né sparlare degli altri

Print Friendly, PDF & Email
Share this Entry

1) Non giudicare nessuno
2) Stare zitti
3) Se si ha qualcosa da dire, dirla agli interessati o chi può risolvere la situazione

Riassunte così le parole di papa Francesco nell’omelia durante la Messa di oggi nella Domus Sanctae Marthae potrebbero sembrare rimproveri; ma sulla bocca del Santo Padre sembrano più le raccomandazioni di un nonno saggio e amorevole.

Alla presenza del personale del Fondo di Assistenza sanitaria del Vaticano e dei Servizi generali del Governatorato, il Pontefice si è soffermato sul dialogo tra Gesù e Nicodemo riportato nel Vangelo di oggi. E partendo dall’incapacità del discepolo a comprendere come un uomo possa “nascere di nuovo”, il Santo Padre ha costruito un piccolo ma significativo discorso con il realismo e la semplicità che lo contraddistinguono.

Papa Francesco ha, infatti, spiegato che la rinascita di cui parla Cristo nel brano giovanneo non è altro che “la vita nuova che abbiamo ricevuto nel Battesimo”, e che lo Spirito ha infuso dentro l’animo di quella ‘bozza’ di comunità cristiana che si andava formando in quel tempo.

La “vita nuova” dei primi cristiani, ha osservato il Pontefice, si esprimeva in gesti concreti: nel vivere “con un cuore solo e un’anima sola”, forti di “quell’unità, quell’unanimità, quell’armonia dei sentimenti nell’amore, l’amore mutuo” che l’azione dello Spirito aveva loro donato.

Una dimensione che le moderne comunità cristiane dovrebbero riscoprire – ha sottolineato incisivamente il Santo Padre – ma soprattutto dovrebbero custodire. Perché questa vita “non viene automaticamente”, anzi è un “laborioso cammino”, che “dipende principalmente dallo Spirito”. Pertanto noi cristiani di oggi, ha sottolineato, “dobbiamo fare di tutto perché quella vita si sviluppi nella vita nuova”.

A cominciare dalle cose più semplici, anche quelle che si danno per scontato. Come la “mitezza nella comunità”, una virtù “un po’ dimenticata” secondo Papa Francesco, ma che invece è un buon antidoto per “tanti nemici”.  

Innanzitutto le “chiacchiere”, il giudizio, il parlare o meglio ‘sparlare’ l’uno degli altri, una vera ferita nel corpo che è la comunità cristiana. “Quando si preferisce chiacchierare dell’altro, bastonare un po’ l’altro” ha detto il Santo Padre, bisogna ricordare che “sono tentazioni del maligno che non vuole che lo Spirito venga da noi e faccia questa pace, questa mitezza nelle comunità cristiane”.

E’ vero: “sono cose quotidiane che capitano a tutti, anche a me” ha aggiunto con grande sincerità; “sempre ci sono queste lotte”, in parrocchia, in famiglia, nel quartiere, tra amici. Tuttavia, ha ribadito, “questa non è la vita nuova”.

C’è, dunque, un giusto comportamento per il cristiano, che non è la ferrea osservazione di una legge, ma il frutto dell’aver accolto o meno il soffio dello Spirito, che – ha detto il Papa – “ci fa miti e caritatevoli”.

In virtù di questo, i cristiani – ha rimarcato il Pontefice – sono chiamati a “non giudicare nessuno” perché “l’unico Giudice è il Signore” e a “stare zitti”. Nel caso in cui sia proprio necessario dire qualcosa, bisogna dirla almeno agli interessati o a “chi può rimediare alla situazione”, “non a tutto il quartiere”.

Quindi, il piccolo monito a conclusione dell’omelia: “Se, con la grazia dello Spirito riusciamo a non chiacchierare mai, sarà un gran bel passo avanti e ci farà bene a tutti”.

Print Friendly, PDF & Email
Share this Entry

Salvatore Cernuzio

Crotone, Italia Laurea triennale in Scienze della comunicazione, informazione e marketing e Laurea specialistica in Editoria e Giornalismo presso l'Università LUMSA di Roma. Radio Vaticana. Roma Sette. "Ecclesia in Urbe". Ufficio Comunicazioni sociali del Vicariato di Roma. Secondo classificato nella categoria Giovani della II edizione del Premio Giuseppe De Carli per l'informazione religiosa

Sostieni ZENIT

Se questo articolo ti è piaciuto puoi aiutare ZENIT a crescere con una donazione