Meditare sul Figlio dell'uomo nel suo giorno

Lettera pastorale di Mons. Vincenzo Bertolone, Arcivescovo di Catanzaro-Squillace

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Dedicata come al solito ai carissimi presbiteri e diaconi, a sorelle e fratelli carissimi e a carissime persone di vita consacrata la lettera pastorale di Mons. Vincenzo Bertolone, Arcivescovo di Catanzaro-Squillace, offre la base per una “meditazione personale sul “Figlio dell’Uomo nel suo giorno”, nella quale mi lascio condurre per mano da sant’Agostino e anche da sant’Ambrogio”.

Consapevole che il regno di Dio si dice che viene senza attirare l’attenzione, Gesù “circa il “quando” del suo avvento, annuncia che ci sarà certamente il giorno del Figlio dell’uomo, il quale verrà come la folgore, per cui sarà quasi impossibile poterlo fissare in un tempo o in uno spazio precisi, ma Gesù suggerisce di non indugiare nelle ovvietà delle nostre attività ordinarie in quel giorno particolare che verrà ineluttabilmente”. 

Dopo aver riconosciuto che “secondo Agostino tutto ciò trasferisce bene negli ascoltatori dell’annuncio il senso dell’improvviso, dell’imminente, della decisione da prendere subito, per non ritrovarsi impreparati quando sarà il momento… ovvero il senso dell’Avvento” la lettera mette in evidenza che “il Signore parla del suo ultimo Avvento, quello alla fine del tempo, dopo aver ricordato i tanti eventi terribili che l’umanità avrebbe necessariamente dovuto subire nell’approssimarsi della fine. Egli rimprovera aspramente coloro che vogliono vivere al sicuro, evitando tuttavia di raggiungere la terra della sicurezza. Dice perciò che la seconda venuta del Figlio dell’uomo – quella in vista del giudizio – sarà tremenda per tutti e, tuttavia, quell’avvento dev’essere desiderato dai fedeli devoti”. 

La dichiarazione che per sant’Ambrogio occorre ridestare tutto il cosmo in preparazione all’imminente venuta del Signore fa emergere che “noi esseri umani siamo sollecitati a scuoterci dal torpore spirituale e a riprendere il cammino di avvicinamento” E poiché nel Vangelo sono presenti i richiami all’attenzione, “occorre essere svegli, ma soprattutto vegliare. L’insistenza con cui il verbo ritorna in pochi versetti offre un’ulteriore sfumatura: richiama una vigilanza non solo spirituale, ma soprattutto fedele. Occorre vigilare come se la “fine” fosse oggi, senza lasciarci andare all’impazienza o a dedicarci a fare le previsioni. Il giusto atteggiamento del cristiano si articola seguendo un duplice impulso: vigilare, come se la conclusione fosse imminente, e attivarsi, come se questa non fosse prossima”. 

E dopo aver evidenziato che nella prima domenica di Avvento l’invito alla veglia, nella seconda si è sollecitati a preparare la via del Signore, nella terza viene presentato il regno messianico annunciato dai profeti attraverso la trasformazione di ogni cosa, e nella quarta si presenta l’imminente nascita di Gesù da Maria, la lettera di Mons. Bertolone ribadisce che “siamo invitati a cercare Dio non in orizzonti nebulosi, ma nella quotidianità della storia e nel volto dei fratelli in cui Cristo si fa presente”. 

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Eugenio Fizzotti

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