The enciclica Laudato sii

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MCL: "Chi critica l'enciclica del Papa, guarda il dito per non vedere la luna"

Il presidente Carlo Costalli difende l’enciclica “Laudato Sì” di papa Francesco 

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«Accusano il Papa di essere il nuovo profeta della decrescita per non umanizzare il lavoro nei Paesi sviluppati». Così il presidente del Movimento cristiano lavoratori Carlo Costalli è intervenuto oggi a Milano, dove si è tenuto il Consiglio Nazionale dell’organizzazione cattolica, commentando l’enciclica Laudato Sì di papa Francesco.

Come si sa, alcune parole del Santo Padre – «è arrivata l’ora di accettare una certa decrescita in alcune parti del mondo procurando risorse perché si possa crescere in modo sano in altre parti» – sono al centro del dibattito internazionale. Per Costalli si rischia di “guardare il dito per evitare di vedere la luna”.

Il presidente del Mcl ha sottolineato come l’analisi che il Pontefice compie in tema di lavoro costituisca un contributo ben più articolato alla dottrina sociale della Chiesa eppure rischi di passare sotto silenzio. «Si fa finta di non leggere la segnalazione dei guai prodotti dalla rapidación (rapidizzazione) del cambiamento, la denuncia che gli obiettivi di questo cambiamento veloce e costante non necessariamente sono orientati al bene comune e a uno sviluppo umano, sostenibile e integrale e soprattutto l’affermazione che “in qualunque impostazione di ecologia integrale, che non escluda l’essere umano, è indispensabile integrare il valore del lavoro, tanto sapientemente sviluppato da san Giovanni Paolo II nella sua Enciclica Laborem exercens”.

La mia sensazione è che queste dimenticanze siano volute. Non discuto che le critiche alle banche – i popoli ne hanno pagato il salvataggio, denuncia il Papa – siano forti e meritevoli d’attenzione, tant’è vero che queste denunce le trovate nei nostri documenti ufficiali in quanto fanno parte del Magistero sociale della Chiesa da tempo, ma il dibattito pratica un’attenzione selettiva, trascurando quei punti dell’enciclica che potrebbero essere tradotti in politiche».

Il Papa mette sapientemente in relazione la salvezza del mondo con quella dell’uomo e questo nesso, ha spiegato Costalli, fa la differenza tra il magistero pertrino e l’ecologismo tradizionale. «Ma non realizzeremo quest’ecologia integrale se non recupereremo relazioni adeguate dell’essere umano con il mondo che lo circonda e quindi anche tra gli uomini nel contesto produttivo. Il Papa fa molti esempi, che rischiano di restare lettera morta nel dibattito pubblico come nelle politiche dei governi».

Al Consiglio Nazionale Costalli ha insistito su due punti, il lavoro che manca o è precario e l’immigrazione. Confermate le critiche alle scelte del governo e soprattutto al tentativo di scardinare il modello di welfare fondato sul lavoro, indebolendo i corpi intermedi. Una linea, quella di Renzi, «sempre più pericolosamente affine all’ideologia dell’egemonia finanziaria sulla globalizzazione, che il Papa denuncia».

Costalli contesta il «pensiero economico “eticamente distorto”, che teorizza la cosiddetta crescita economica senza creazione di posti di lavoro. E questo è drammatico nel momento in cui in Europa si vedono segnali di ripresa». Sul tema dei migranti, Mcl ribadisce invece il dovere primario dell’accoglienza e la solidarietà tra le nazioni europee, ma chiede anche politiche di aiuto ai Paesi d’origine dei migranti, per aggredire il problema alla radice.

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Paolo Accomo

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