Maternità surrogata

Cresce la preoccupazione per lo sfruttamento delle donne

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La sempre più diffusa pratica dell’uso di madri surrogate a beneficio di coppie sterili o omosessuali sta destando l’attenzione dell’opinione pubblica.

La richiesta di surrogazione è in aumento, come dimostrano alcuni dati israeliani. L’Alta Corte d’Israele ha recentemente ascoltato un caso in cui è coinvolta una coppia omosessuale: ne è emerso che negli ultimi otto anni in Israele si sono verificati 314 casi di surrogazione all’estero, di cui il 70% hanno avuto luogo negli ultimi due anni (cfr. Haaretz, 3 febbraio).

L’Alta Corte ha chiesto al governo di prendere in considerazione lo snellimento di alcune procedure cui gli israeliani devono sottostare per adottare bambini da madri surrogate. Se ciò sarà fatto, in futuro aumenteranno verosimilmente i casi di surrogazione.

La preoccupazione per lo sfruttamento di donne dei paesi più poveri, da parte di coppie occidentali, ha portato il governo indiano ad introdurre delle restrizioni. Secondo quanto riferito dalla radio australiana ABC lo scorso 15 gennaio, da ora in avanti soltanto le coppie sposate da almeno due anni e provenienti da paesi dove la surrogazione è legale, potranno ottenere servizi da madri surrogate.

Secondo il rapporto, prima delle nuove restrizioni, in India sono nati circa 200 bambini per coppie australiane, ma il numero è ora destinato a calare drasticamente.

Il caso contro l’uso di madri surrogate è stato citato in un dossier pubblicato dall’Ireland’s Iona Institute, dal titolo The Ethical Case Against Surrogate Motherhood: What We Can Learn from the Law of Other European Countries (Il caso etico contro la maternità surrogata: cosa possiamo imparare dalle leggi di altri paesi europei).

Il dossier riporta commenti fatti lo scorso anno dal Ministro della Giustizia irlandese, Alan Shatter, che ha annunciato il piano del governo per regolarizzare la surrogazione.

Un oggetto

“La surrogazione compromette la dignità del bambino, rendendolo l’oggetto di un contratto, una merce”, si legge nel dossier. “Essa compromette ulteriormente la dignità della madre, anche se la sua partecipazione è volontaria, trattandola come un mero ‘utero in affitto’”, aggiunge il documento.

La surrogazione crea una situazione dove fino a cinque persone possono, in un certo senso, rivendicare un figlio: la coppia adottante, i genitori genetici e la madre surrogata.

È virtualmente incontestato – prosegue il dossier – che i figli crescono meglio quando vivono con i loro genitori biologici. Ciò detto, è legittimo per i governi avere leggi che supportino questo tipo di famiglie.

La mercificazione dei bambini nella surrogazione è stata messa in luce dal dossier, quando viene riportato che, a causa degli alti costi, le coppie coinvolte tendono a pensare di meritare figli di bell’aspetto e che avranno successo nella vita.

La realtà dei fatti mostra che c’è un’alta domanda di donne donatrici di ovuli che siano di bella presenza e abbiano un alto quoziente di intelligenza. I donatori potenziali devono rispondere a domande dettagliate riguardo ai loro attributi fisici, al loro background familiare e ai loro titoli di studio. Molte cliniche usano anche la diagnosi pre-impianto per monitorare eventuali difetti genetici e anche per selezionare il sesso del nascituro.

Il dossier, inoltre, menziona le difficoltà delle madri surrogate. Sebbene esse siano coscienti della natura commerciale della loro gravidanza, molte di loro trovano difficile prendere emotivamente le distanze dal bambino che portano in grembo. Sono disponibili pochi dati riguardo agli effetti a lungo termine delle maternità surrogate – che lo Iona Institute annota – ma è ragionevole aspettarsi delle conseguenze psicologiche.

Inoltre, un volta che i bambini scoprono di non essere i naturali discendenti dei loro genitori legali, allora, così come per gli adottati, possono insorgere problemi. Nel caso dei figli surrogati, la situazione è ancora peggiore, dal momento in cui sono stati abbandonati dalla madre non per circostanze avverse ma per motivi commerciali.

Traffici

Il dossier argomenta anche che in certi casi, la maternità surrogata può essere simile al traffico di esseri umani. Vengono citati casi di alcuni paesi asiatici dove la surrogazione illegale può arrivare all’aberrazione del sequestro della donna, che viene così forzatamente ingravidata con embrioni creati artificialmente per altre donne.

In India molte delle donne che si prestano come madri surrogate provengono da ambienti rurali poveri e sono soggette allo sfruttamento. I soldi guadagnati da tali donne attraverso la surrogazione sono certamente da loro ben accetti ma, osserva lo Iona Institute, “la povertà non permette alcuna scelta veramente libera”.

“I corpi delle donne diventano merci con cui altri possono acquistare ciò che desiderano possedere, a partire dall’attenzione e dalle cure e l’assistenza sanitaria è diretta al bambino mentre la madre surrogata è abbandonata a se stessa”, commenta il dossier.

La surrogazione riduce sia la madre che il bambino a merci e ciò è una violazione dell’umana dignità che deve essere bandita da tutti i governi, aggiunge lo Iona Institute.

L’adozione è sostanzialmente diversa dalla surrogazione, argomenta il dossier. Nell’adozione, la madre naturale compie una decisione basata su ciò che è il meglio per il bambino. Per contrasto, nella surrogazione la decisione è presa dai genitori adottivi, sulla base di ciò che è meglio per loro. “Perciò è intrinsecamente centrata sull’adulto, mentre l’adozione non lo è”, aggiunge il dossier.

Il trend crescente verso la legalizzazione dei matrimoni omosessuali porterà inevitabilmente a una maggiore domanda di bambini surrogati, con tutte le conseguenze negative individuate dallo Iona Institute.

Testo integrale del dossier: www.ionainstitute.ie/assets/files/Surrogacy%20final%20PDF.pdf

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Fr. John Flynn

Australia Bachelor of Arts from the University of New South Wales. Licence in Philosophy from the Pontifical Gregorian University. Bachelor of Arts in Theology from the Queen of the Apostles.

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