Mariangela, Alessandro, Paolo Pietro e Giuseppe: quattro "operatori di pace"

L’Ordinario Militare per l’Italia, monsignor Santo Marcianò, celebra le esequie dei piloti morti nello scontro aereo ad Ascoli, lo scorso 19 agosto

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Una “valle oscura”, ovvero un dolore inspiegabile a parole. In questi termini l’Ordinario Militare per l’Italia, monsignor Santo Marcianò, ha commentato la tragica morte di Mariangela Valentini, Alessandro Dotto, Paolo Pietro Franzese e Giuseppe Palminteri, i quattro piloti del 6° Stormo, periti schiantatisi in volo in uno scontro tra velivoli nei cieli di Ascoli, lo scorso 19 agosto.

Celebrando le esequie, presso l’Aeroporto del 6° Stormo di Ghedi (BS), monsignor Marcianò ha espresso vicinanza ai familiari e a tutta l’Aeronautica, per la perdita di quattro “professionisti” ma, “prima ancora, persone ricche di etica, correttezza, umanità”.

Nella “«valle oscura» della morte”, gli sfortunati aviatori, “abituati a vincere ogni paura, non hanno avuto paura perché hanno trovato Gesù, il Buon Pastore, che li ha presi per mano e li ha condotti nella «casa del Signore», dove anche noi oggi vogliamo accompagnarli”.

Dei defunti, l’Ordinario Militare ha ricordato la “passione per il volo”: in un tempo in cui “la disillusione sembra avvolgere il presente e il futuro, soprattutto per le nuove generazioni”, la passione per il proprio lavoro è una “preziosa testimonianza” che “dona senso alla vita”.

Una passione che i quattro militari hanno speso in particolare per chi è meno fortunato: a tal proposito, durante l’omelia, monsignor Marcianò ha ricordato l’esperienza in Afghanistan del capitano Valentini che, in un’intervista televisiva, aveva dichiarato: “Essere lì ti fa comprendere come sia importante essere a supporto delle nostre truppe e di coloro che soffrono”.

Quello di Mariangela, Alessandro, Paolo Pietro e Giuseppe è un autentico esempio di “compassione” che, come ha spiegato papa Francesco, non equivale a una semplice “pietà”, bensì a un “com-patire, immedesimarsi nella sofferenza altrui, al punto di prenderla su di sé”, proprio come Gesù.

L’Ordinario Militare ha anche menzionato la vicenda – raccontatagli da don Gianni, cappellano a Venezia – dell’amore che legava Mariangela al fidanzato Fabio: “un amore più forte della sofferenza, che sapeva vincere la sofferenza”, sostenuto dalla solida fede cristiana di lei, esempio mirabile per Fabio fino alla conversione di lui.

Monsignor Marcianò non ha esitato a definire i defunti piloti come dei “beati”, in quanto “operatori di pace”, così come richiamato dal Vangelo (cfr. Mt 5,1-12a). “Agli operatori di pace, infatti, è donata la beatitudine di essere «chiamati figli di Dio» e si diventa figli quando, come loro, si dona il meglio di sé agli altri e per gli altri, considerandoli fratelli”, ha commentato l’arcivescovo.

Il Vangelo, tuttavia, ci insegna un’altra beatitudine: «Beati coloro che sono nel pianto perché saranno consolati». “Sono parole che non vorremmo mai sentirci dire ma, al tempo stesso, sono le uniche parole che oggi vogliamo sentirci dire”, ha detto a tal proposito l’Ordinario Militare.

“Così, mentre vi accompagniamo a casa, ci sentiamo accompagnati da voi, dalla vostra preghiera, dal vostro amore che non ha fine. E sentiamo che lì, dove tutti ci ritroveremo, sono davvero realizzati i vostri desideri di giustizia, di pace, di bene e voi avete finalmente trovato il senso della passione per la quale avete vissuto e avete dato, fino alla fine, la vostra vita”, ha quindi concluso Marcianò.

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Luca Marcolivio

Roma, Italia Laurea in Scienze Politiche. Diploma di Specializzazione in Giornalismo. La Provincia Pavese. Radiocor - Il Sole 24 Ore. Il Giornale di Ostia. Ostia Oggi. Ostia Città (direttore). Eur Oggi. Messa e Meditazione. Sacerdos. Destra Italiana. Corrispondenza Romana. Radici Cristiane. Agenzia Sanitaria Italiana. L'Ottimista (direttore). Santini da Collezione (Hachette). I Santini della Madonna di Lourdes (McKay). Contro Garibaldi. Quello che a scuola non vi hanno raccontato (Vallecchi).

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