Maria Vergine faro e guida dell'umanità smarrita

Riflessione del vescovo di Catanzaro-Squillace sulla solennità della Immacolata Concezione

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«Immacolata Concezione questo significa: che Maria ha anticipato, in qualche modo, la condizione ultima verso cui noi andiamo. In lei si manifesta, per trasparenza privilegiata, la nostra condizione futura». Per andare al fondo e all’essenza del dire dello scrittore Ernesto Balducci bisogna squarciare il velo di ipocrisia e indifferenza che ha avvolto la ricorrenza odierna come tante altre del calendario liturgico. Per molti, ormai, la festa dell’Immacolata è solo un giorno di vacanza in più. Ciò è inevitabile conseguenza dei percorsi di secolarizzazione, ma anche d’una libertà che da ricchezza diventa pericolo quando la si piega al desiderio di rifiutare il progetto di Dio, considerandolo quasi un fastidioso concorrente, un Padre-padrone che sa solo giudicare invece di comprendere, perdonare, amare, acuendo progressivamente un distacco che porta a prendere le distanze anche dal prossimo per rinchiudersi nella fortezza dei propri egoismi alimentati da tanti falsi idoli.

Riscoprire Maria e prenderla a modello può essere di notevole aiuto a invertire il cammino. Dio la cerca, la sceglie, la santifica, liberandola dalla schiavitù del male alla quale l’umanità s’è volontariamente condannata. Quando il Signore le si manifesta, è ancora un’adolescente, e come tutti gli adolescenti piena di sogni. Ma con umiltà pronuncia il suo sì: rinuncia a sé, si inchina – annullandosi – alla volontà dell’Altissimo, si fida di lui. “Eccomi”, risponde, e così dicendo si eleva ad esempio.

Come Maria, in effetti, tutti noi siamo chiamati a riconoscere ed accettare la nostra condizione e ad andare avanti, consci dei nostri limiti, ma sperando, perché scegliamo di avere sempre Dio accanto. Celebrando la festività della Vergine, additiamo con la preghiera e la memoria la figura d’una donna che altro non ha cercato se non d’essere una madre dignitosa. È, il suo, l’invito ad uno stile di vita libero dalle interferenze del peccato e dei vizi. Ma se pure dovesse capitare, a ciascuno di noi, di incorrere in debolezze, errori, peccati, tutto potrà essere rimediato con la sincera, umile conversione e la purificazione che Ella, grazie a Cristo, ha reso possibili. Perché Dio non solo perdona o dimentica, ma fa nuove tutte le cose.

Basta volerlo. Come basta volere essere oggi un po’  migliori di ieri e meno di domani per cambiare se stessi ed il mondo nel segno della pace, della verità, della giustizia sociale. Mai più poveri, soprattutto di spirito: «Fuggendo in Egitto», affermava don Tonino Bello, «Maria è divenuta per noi l’icona della resistenza passiva e della disobbedienza civile. Possa darci allora la fierezza dell’obiezione, ogni volta che la coscienza ci suggerisce che si deve obbedire a Dio piuttosto che agli uomini». Aggiungeva il compianto Presule pugliese: «Perché in questo discernimento difficile non ci manchi la tua ispirazione, permettici che possiamo invocarti così: “Santa Maria, donna disobbediente, prega per noi”».

+ Vincenzo Bertolone

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Vincenzo Bertolone

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