Maria, "nostra amica" piena di Grazia

Un proposito nella Festa dell’Immacolata: rivolgersi a Maria come ad un’amica, chiedendole consiglio, coraggio, amicizia…

Print Friendly, PDF & Email
Share this Entry

Sto cercando parcheggio davanti al supermercato e penso: “Ma Dio, è proprio qui, accanto a me?. Anche ora che sto guardando nervosamente l’orologio perché sono in pericoloso ritardo rispetto alla mia tabella di marcia? Anche quando, tra gli scaffali, sceglierò l’offerta più conveniente? E pure quando sarò alla cassa, alla ricerca della tessera fedeltà per la raccolta punti? E posso contare su di Lui anche quando devo prendere decisioni ben più importanti che non la scelta del prosciutto crudo da acquistare? E mi protegge pure quando ho la paura che bussa così forte nella mia mente che le parole del salmo ‘anche se andassi per una valle oscura non temerò alcun male’ sembrano irreali? E anche quando…?”.
Penso a tutto questo stamattina, vigilia della festa dell’Immacolata. Improvvisamente collego i miei dubbi e le mie domande, ad un ricordo. Ero nella cattedrale della mia città ed il sacerdote che era venuto a Fabriano per predicare durante la Novena della Madonna del Buon Gesù (festa molto sentita nella mia città) mi aveva detto: “Vedo che lei ha tante amiche. Perché non si fa amica anche Maria? Le parli come si parla ad un’amica. Le chieda consiglio, coraggio, amicizia…”.
Chiedere l’amicizia a Maria. Certo non è facile come su facebook. Però chi, meglio di Lei, può farmi capire che Dio ci è sempre vicino? Che la dicotomia tra sacro e profano è un’autolimitazione che ci siamo creati noi umani. Che nulla è profano in sé, e nulla è sacro in sé. Che la sacralità non può essere presa in ostaggio da nessuna religione, perché è dappertutto. Anche al supermercato. Che ogni donna è un po’ Maria e che Lei è un po’ in tutte noi.
Padre  Giovanni Vannucci ha scritto: A tutti i frammenti, a tutti gli atomi di Maria sparsi nel mondo che hanno nome donna, rivolgiamo noi oggi la salutazione dell’angelo: Ave, o donna, che tu sia piena di grazia, che il Signore sia con te, luce del tuo volto, fremito del tuo grembo, forza del tuo cuore nelle tue lotte. A tutti i frammenti, a tutti gli atomi di Maria sparsi nel mondo che hanno nome donna, rivolgiamo oggi il saluto di Elisabetta: Tu, donna, sei benedetta, e benedetto e benefico agli umani è il frutto del tuo seno. Che tu possa pacificare la terra, cancellare Caino, far risorgere Abele, rivestire di luce il piccolo cuore d’ombra di ciascuno, ricondurre tutta la terra al Padre”
L’annuncio dell’Angelo si estende da Maria, fino a me?  In un mondo di disgrazia, posso trovare anche io la Grazia? Il nodo di ombra e luce che compone la mia umanità e quell’alternanza di luce e notte che delinea la mia giornata, non saranno un ostacolo? Quel peccato originale che ha dato inizio all’intrecciarsi del bene e del male nella profondità del mio cuore, potranno fermare la Grazia di Dio?
Maria, tu che sei l’inizio dell’umanità finalmente “riuscita”, togli dal mio cuore tutti i dubbi sull’amore di Dio per me.
Quella Grazia che sempre sovrabbonda nel peccato, sollevi il mio cuore fino a Lui, amica carissima.
Abbracciata a te e davanti al Creatore di ogni cuore, sarò pronta a lottare contro tutte i miei timori. 
Avrò forza abbastanza per non dare troppa importanza a quel triste corteo di paure che il peccato originale ha organizzato.
Mia grande amica, so bene che “Immacolata” non significa preservata dalla lotta.
Anche tu hai lottato con il “serpente” ed hai conosciuto la fatica del “credere“, perché “Immacolata” non significa senza “tentazioni” o senza fatica del cuore.
Ma tu hai vinto.
Anche Eva era “immacolata”, eppure è caduta, ritrovandosi con il cuore diviso.
Maria, piena di grazia, aiutami a liberare tutta la luce sepolta che è in me.
Voglio sentirmi anche io nemica del male ed amata per sempre.
Amica mia carissima, amica di ogni donna, non farmi tremare di fronte alle acque agitate della vita.
Guardare avanti, a volte, mi fa paura.
Guardare indietro, a volte, mi fa soffrire.
Guardare accanto a me, se ci sei tu, mi fa star bene.
Ed insieme a te, Gesù c’è sempre.  
“Mi pareva che Gesù Cristo mi camminasse sempre al fianco, ma non vedevo in che forma, perché non in visione immaginaria. Sentivo che mi stava al lato destro, testimone di tutto ciò che facevo. Se non ero molto distratta, non vi era istante che mi raccogliessi senza sentirmelo d’accanto.”  (S. Tersa D’Avila)  
P.S. Ad Istanbul (Costantinopoli) c’è una chiesa nella quale, nonostante le devastazioni iconoclaste seguite alla conquista della città da parte delle armate turche, si è salvato un bellissimo mosaico.
Questa chiesa si chiama San Salvatore in Chora. In essa, Gesù è venerato come “Chora ton zonton”, cioè “Dimora dei viventi” e Maria come “Chora tou Achoretou”, cioè “Dimora di Colui che non può essere contenuto in alcun luogo”.
La mia amica è proprio una grande amica, “piena di grazia”, “piena di Lui”, “piena di Dio”.

Print Friendly, PDF & Email
Share this Entry

Maria Cristina Corvo

Sostieni ZENIT

Se questo articolo ti è piaciuto puoi aiutare ZENIT a crescere con una donazione