Maria Immacolata nelle laudi del Bianco da Siena

Nei versi del laudagrafo senese, continuatore della tradizione di Jacopone da Todi, riecheggia la preghiera dantesca di San Bernardo nell’ultimo canto del Paradiso

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Nel volume Il Bianco da Siena, Laudi, Edizione critica a cura di Silvia Serventi (Medioevo, 23), Antonianum, Roma 2013, si offre per la prima volta in modo unitario il corpus del più fecondo tra gli autori di laudi. Il Bianco da Siena, vissuto nella seconda metà del Trecento, è il principale laudografo della «brigata» dei seguaci del mercante senese Giovanni Colombini, poi detti Gesuati poiché andavano spesso ripetendo il nome di Gesù.

Alcuni tratti della loro spiritualità, soprattutto il rifiuto degli ordini sacri, la scelta di vita estremamente povera e umile, la mistica letizia che si esprime in canti avvicinano i seguaci del Colombini a Francesco d’Assisi; occorre peraltro ricordare che l’ambiente senese del secondo Trecento era ricco di significative e svariate esperienze religiose, dalla terziaria domenicana Caterina Benincasa, agli agostiniani dell’eremo del Lecceto, dal certosino Pietro Petroni, fino ai disciplinati dell’ospedale di Santa Maria della Scala.

Questo straordinario milieu spiega in buona parte la ricchezza di temi presenti nell’ampio laudario del Bianco. Le centoquarantotto laudi presentate sono edite partendo da una revisione dell’edizione ottocentesca curata da Telesforo Bini, con l’aggiunta dei testi pubblicati separatamente da Franca Ageno e delle laudi presenti in due testimoni manoscritti conservati rispettivamente a Parma e a Toledo. La varietà tematica impone di tenere conto di numerose fonti, dalle Sacre Scritture ai Padri della Chiesa, da Ugo di Balma a scrittori in volgare quali il Colombini e Iacopone, dal quale il Bianco riprende temi, ma soprattutto la volontà di comporre un laudario “personale”.

Il testo è preceduto dalla descrizione, caratterizzazione e classificazione dei numerosi testimoni manoscritti e a stampa e le laudi sono corredate da brevi introduzioni, dal glossario e dagli indici, che rendono almeno in parte l’idea della ricchezza linguistica, stilistica, storica e teologica di questa raccolta poetica. Tra i numerosi aspetti presenti nelle laudi del Bianco da Siena non secondario è quello mariano, come mostra la lauda XXVI, piuttosto diffusa e presente nelle diverse antiche edizioni di laudi di Leonardo Giustiniani. La lode pare riecheggiare la preghiera dantesca di san Bernardo nell’ultimo canto del Paradiso – come si vede dall’insistenza iniziale del suo triplice ruolo di madre, figlia e sposa – e riprende i numerosi appellativi litanici della Vergine. Da notare l’accenno al mistero dell’immacolata concezione di Maria (vv. 36-40), ancora controverso, e il rilievo dato al suo ruolo di mediatrice (si veda soprattutto il v. 48 dove è impiegato il termine “avvocata”).

*** 

Vergine benedetta,

Madre del Salvatore,

laude, gloria e honore

a tte, donna dilecta.

O dilectosa Madre,                                                              

del cielo incoronata,

dal sempiterno Padre

sè figliuola chiamata;

per madre t’à donata

al suo figliuol dilecto;                                                           10

dell’amor benedecto

tu sè sposa perfecta.

Tu sè perfecta sposa

dello Spirito Sancto,

per te, candida rosa,                                                              15

tolto fu el nostro pianto,

per te fan sempre canto

gli angioli tutti quanti,

tutte le sancte e ’ sancti,

ciascun per te, dilecta.                                                           20

[…]

D’ogni peccato monda

tu fusti, solamente,

o regina gioconda,

d’ogni vertù lucente.                                                             40

Tu sè quella piacente

a ccui mi raccomando:

prego tragghi di bando

l’anima mia infecta.

L’anima mia sbandita                                                            45

dalla vita beata

per te sia ribandita,

dolce mi’ avocata.

Per te sie colocata

co la bontà divina,                                                                 50

per te, alta regina,

l’amore in cuor mi metta.

[…]

Benedecta e laudata

sie tu, alta regina,                                                                  70

per cui la gratia è data

dalla bontà divina.

L’anima mia s’inchina

a te con tutto ’l core,

desiderando amore                                                                75

e carità perfecta.

Perfecta caritade

concede a tutti quanti

gli electi in veritade

in que’ superni canti,                                                             80

sì che co’ triunfanti

laudian sença fallança

la divina sustança

in Trinità perfecta.

Deo gratias. Amen.

SILVIA SERVENTI

La suddetta lauda completa si può leggere in http://www.cristianocattolico.it/catechesi/mariane/maria-immacolata-nelle-laudi-del-bianco-da-siena.html

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ZENIT Staff

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