“Maria, bellezza della donna”

di suor M. Caterina Gatti*

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ROMA, giovedì, 6 ottobre 2001 (ZENIT.org).- Nell’enciclica Redemptoris Mater Giovanni Paolo II scrive che “la femminilità si trova in una relazione singolare con la Madre del Redentore […]. Si può, pertanto, affermare che la donna, guardando a Maria, trova in lei il segreto per vivere degnamente la sua femminilità ed attuare la sua vera promozione. Alla luce di Maria, la Chiesa legge sul volto della donna i riflessi di una bellezza che è specchio dei più alti sentimenti di cui è capace il cuore umano: la totalità oblativa dell’amore; la forza che sa resistere ai più grandi dolori; la fedeltà illimitata e l’operosità infaticabile; la capacità di coniugare l’intuizione penetrante con la parola di sostegno e di incoraggiamento”.

Possiamo quindi affermare che Maria Santissima è una donna stupenda da qualsiasi punto di vista la si guardi, dato che I papi e la Chiesa ce la additano come esempio di femminilità, ce la mostrano come luce che illumina ogni donna. Si potrebbe facilmente pensare che non è possibile fare un paragone tra Lei e noi, dato che Lei è stata preservata dal peccato originale ed è stata prescelta da Dio per diventare la Madre del Salvatore. Ma se è vero che il Signore l’ha scelta come Madre di Cristo e se è vero che la sua anima non è mai stata macchiata dal peccato è anche vero che la Santa Vergine era una donna nel senso pieno della parola, era uguale in umanità a tutte le donne. È per questo che la sua figura può essere proposta come esempio di un modo di essere e di fare per qualsiasi donna di qualsiasi tempo e luogo.

L’enciclica parla di Maria Santissima come di una persona libera e attiva. Non è stata cioè uno strumento passivo nelle mani del Signore, una specie di “burattino” che viene mosso da altri poiché incapace di qualsiasi movimento e decisione, ma ha collaborato perché si realizzasse in pienezza quel progetto che il Signore aveva su di Lei. Quindi era persona pienamente attiva. E non è stata obbligata a dire quel fiat, quel pronunciato all’Angelo: poteva dire “sì” ma avrebbe anche potuto dire “no”. Quel fiat l’ha detto in piena e totale libertà. Quindi era donna libera. E per libertà stiamo attenti a non intenderla come un “fare tutto quello che mi piace, quello che voglio” – perché oggi questa è la definizione che normalmente si dà alla parola libertà. Il Concilio Vaticano II precisa che la libertà è la capacità di autodeterminarsi nello scegliere il bene. Se scelgo ciò che mi piace ma che in realtà va contro i comandamenti di Dio o va contro ciò che Dio vuole per il mio bene, scelgo una cosa che è un male per me, poiché sappiamo benissimo che le leggi Dio le ha date per il nostro bene e sappiamo anche che il disegno che Dio ha per ciascuno di noi è un disegno che ci vuole rendere felici. Allora se siamo convinti che Dio ci ama e vuole il nostro bene, se crediamo che solo la verità ci farà liberi (e Dio è la Verità), allora significa che solo aderendo alla legge di Dio e alla sua volontà – che sono il bene per noi – saremo realmente liberi.

Questo è ciò che ha fatto la Madonna: pur avendo scelto di vivere in verginità, di essere tutta di Dio, di fronte all’Angelo che le annunzia una maternità (che non era quindi nei suoi progetti di vita) non oppone resistenza ma si adegua al piano di Dio. Maria sceglie liberamente poiché sceglie ciò che la rende libera: la volontà di Dio, che è anche il suo bene. Allora è da chiedersi: com’è la donna cristiana? È veramente quella donna attiva, che si impegna nel quotidiano, giorno dopo giorno, per realizzare la missione che il Signore le ha affidato? E la missione, per le donne già sposate, è quella di occuparsi prima di tutto della propria famiglia: pensare al marito, all’educazione dei figli, alla loro istruzione non solo culturale ma soprattutto religiosa, dato che in molti documenti del Magistero viene sottolineato che i primi catechisti sono proprio i genitori. Questa è la prima e più importante missione della donna: essere moglie e mamma, cooperare attivamente per svolgere al meglio quella che è una vocazione data dal Signore.

La donna che si dice cristiana è veramente libera, capace di scelte libere e liberanti dalle tante schiavitù del mondo? È capace di fare le proprie scelte alla luce del Vangelo, degli insegnamenti della Chiesa, è capace di andare controcorrente rispetto a quello che il mondo pensa, rispetto a quello che le amiche, le colleghe di lavoro e magari anche qualche familiare poco religioso pensano e sostengono?

L’enciclica Redemptoris Mater dice che è la grazia che Maria Santissima porta in sé a determinare “la straordinaria grandezza e bellezza di tutto il suo essere”. Quindi non si tratta semplicemente e solamente di un fatto estetico, fisico, esteriore: la Madonna è modello di bellezza non solo per il suo comportamento, per l’atteggiamento, per la modestia, ma anche e soprattutto per le sue virtù, per la grazia di Dio di cui era ripiena, per il suo Cuore che era Immacolato. È questo che, più di ogni altra cosa, fa di Maria Santissima la donna più bella, il modello della femminilità. Non sono il trucco, il vestirsi alla moda, il farsi la tinta ai capelli a determinare la bellezza della donna, ma è il suo interno, è il vivere in grazia di Dio, è quel complesso di virtù, è quella santità di vita. Quello che si è, quello che si ha dentro, traspare anche fuori, all’esterno.

Quali sono allora in particolare le virtù di Maria Santissima che la donna cristiana deve imitare?

OBBEDIENZA. La Madonna è chiamata anche “nuova Eva” perché con la sua obbedienza, con il suo fiat pronunciato all’Angelo ripara a quell’atto di disobbedienza compiuto da Eva. In tutta la sua vita Maria Santissima è stata obbediente a Dio, sempre pronta a fare la sua volontà con gioia e senza spaventarsi dinanzi a qualsiasi sacrificio e sofferenza. Così dobbiamo essere anche noi: obbedienti a Dio e al suo volere. Vi potreste chiedere: “Ma qual è la volontà di Dio per me?”. Per le donne sposate è sicuramente volere di Dio ciò che costituisce la loro missione che, come dicevo all’inizio, è quella di essere moglie e mamma. Il Concilio Vaticano II nel Messaggio alle donne dice: “Voi donne avete sempre la missione di salvare il focolare, l’amore delle fonti della vita, il senso delle culle. […] Spose, madri di famiglia, prime educatrici del genere umano”. Non può essere allora volontà di Dio tutto quello che distoglie la donna da questa missione: se avete dei figli non è giusto ad esempio andare dopo il lavoro a fare 4 ore di volontariato e lasciare i bambini a casa da soli, magari davanti al televisore che troppe volte funziona da “baby sitter”. Perché la carità va fatta al prossimo, ma non dimentichiamoci che il prossimo è proprio colui che vive accanto a noi, quindi per voi donne sono i vostri mariti e i vostri figli. E questa missione va svolta, sull’esempio di Maria Santissima, con gioia e con disponibilità al sacrificio.

CARITÀ, ATTENZIONE. La Madonna si dimentica di se stessa e intraprende un lungo viaggio per andare dalla cugina Elisabetta che ha bisogno del suo aiuto. Alle nozze di Cana si mostra particolarmente attenta accorgendosi che è finito il vino e chiede l’aiuto del Figlio per porre rimedio a questa situazione. Anche voi dovete essere sempre animate da questa carità e attenzione verso tutte le persone che vivono con voi, che lavorano con voi; saper andare incontro alle loro necessità, prevenire i loro bisogni, offrire quell’aiuto che magari non viene neppure chiesto. Giovanni Paolo II diceva che “è infatti specialmente nel suo donarsi agli altri nella vita di ogni giorno che la donna coglie la vocazione profonda della propria vita”. Essere capaci di ascoltare.

SILENZIO. Quante volte la Madonna rimane in silenzio dinanzi a tanti avvenimenti che non com
prende fino in fondo, anche di fronte al Figlio dodicenne che le dice “Perché mi cercavate?”. Questa virtù è molto importante sia per sentire la voce di Dio che ci parla nel silenzio, sia per vivere bene in famiglia o sul lavoro. Tante volte bisogna anche saper tacere, stare in silenzio, non rispondere impulsivamente al marito che arriva stanco dal lavoro e magari è un po’ nervoso, a quella collega di lavoro che si comporta magari un po’ sgarbatamente con voi perché non condivide il vostro modo di pensare o agire dettato dalla fede in Cristo.

FEDELTÀ. La Madonna è stata sempre fedele a Dio e alle sue leggi, e così la donna della “Famiglia” deve mostrare di avere questa fedeltà al Signore ma anche al marito, ai suoi compiti di moglie e mamma. Fedeltà nella buona e nella cattiva sorte, a costo di fare grandi sacrifici.

DOLCEZZA, AMABILITÀ. Quanto sarà stata amabile la Madonna! Mai una parola sgarbata, mai un volto arrabbiato neppure nei confronti di chi le aveva ucciso il Figlio. Anzi, è proprio nei confronti dei peccatori che Lei dimostra tutta la sua dolcezza e amabilità, e sono proprio queste virtù molte volte che convertono anche i cuori e le anime più induriti. Dobbiamo essere anche noi come Lei, sempre amabili con tutti, mai sgarbate con nessuno, pronte a dire una buona parola di sostegno e di incoraggiamento a chiunque ci avvicini.

MODESTIA, NASCONDIMENTO. Che Maria Santissima era donna del nascondimento lo si capisce anche dal fatto che compare poche volte nei Vangeli e le sono attribuite poche parole, quasi a voler passare inosservata. La donna cristiana deve essere modesta nel vestire e nel comportamento, amare il nascondimento, non desiderare di apparire davanti agli altri, ricordandosi che ciò che conta non è tanto il fare grandi cose, grandi opere visibili agli occhi umani, ma fare le piccole cose di tutti i giorni (lavare i piatti, stirare, aiutare i figli a fare i compiti, cucinare) con amore, perché è questo che il Signore vuole da voi ed è attraverso queste cose che vi santifica.

Per vivere tutto questo occorre continuamente attingere alla fonte che è Gesù Eucaristia e ricorrere con fiducia alla materna intercessione di Maria Santissima. Più la donna cercherà di somigliare a Lei, immagine e modello di tutte le donne, “massima espressione del genio femminile”, più si leggerà anche sul suo volto “i riflessi di una bellezza che è specchio dei più alti sentimenti di cui è capace il cuore umano”.

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* Suor M. Caterina Gatti, dell’Istituto Servi del Cuore Immacolato di Maria (Icms).

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ZENIT Staff

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