Foto: Peter Haden - Commons Wikimedia

Marcia per ricongiungere le famiglie al confine tra Stati Uniti e Messico

La politica contro gli immigrati contraddice la Dichiarazione di indipendenza degli Stati Uniti

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La politica repressiva adottata dagli Stati Uniti nei confronti dei messicani che attraversano il confine Usa è in aperta contraddizione con la sua storia di paese nato e cresciuto grazie agli immigrati ed una negazione di quanto è stato scritto nella Dichiarazione di Indipendenza dall’impero britannico.
Nella Dichiarazione d’Indipendenza degli Stati Uniti dalla Corona Britannica è scritto: “Quella del re di Gran Bretagna è storia di ripetuti torti e usurpazioni, tutti diretti a fondare un’assoluta tirannia su questi Stati. Per dimostrarlo ecco i fatti che si sottopongono all’esame di tutti gli uomini imparziali e in buona fede”.
Tra le otto violazioni di diritti che i nascenti Stati Uniti indicavano come gravi, al numero sette è scritto: Il re della Gran Bretagna “ha tentato di impedire il popolamento di questi Stati, opponendosi a tal fine alle leggi di naturalizzazione di forestieri rifiutando di approvarne altre che incoraggiassero la immigrazione, e ostacolando le condizioni per nuovi acquisti di terre”.
I nascenti Stati Uniti condannavano quindi le politiche che impedivano l’immigrazione.
In un contesto dove Papa Francesco e altre religioni propongono di abbattere i muri e costruire ponti, è interessante sapere che è in programma per la giornata di oggi, mercoledì 10 agosto, la marcia bi-nazionale (Usa – Messico) organizzata per chiedere il ricongiungimento delle famiglie separate dalla frontiera che divide Messico e Stati Uniti.
L’agenzia Fides riporta che decine di famiglie partiranno alle 9,30 ora locale dal Parco di Chihuahuita per riunirsi e riabbracciarsi in mezzo al Rio Grande con i propri congiunti provenienti dagli Usa, e denunciare con questo gesto simbolico le politiche statunitensi di respingimento e deportazione, che provocano come conseguenza la separazione dei nuclei familiari.
La manifestazione si propone anche di rivendicare un trattamento più umano e dignitoso per le famiglie immigrate e per le comunità che vivono nelle aree di confine.
“Non possiamo permettere” si legge in un comunicato della Border Network for Human Rights del Texas” che a guidare le politiche dell’immigrazione siano politici irresponsabili, che lacerano le famiglie per perseguire i propri interessi egoistici. Con questo evento, vogliamo abbracciare una visione di un’America che esalta i valori fondamentali della famiglia e della comunità, e cercare si sperimentare soluzioni proposte dai residenti delle aree di frontiera, piuttosto che da una retorica che fa leva sulla paura”.
Organizzazioni come la Border Network for Human Rights (Rete di Frontiera per i Diritti Umani) richiedono da tempo una riforma globale delle politiche di immigrazione, che delinei un percorso volto a riconoscere il diritto di cittadinanza per 11 milioni di famiglie senza documenti che già vivono e lavorano negli Stati Uniti.

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ZENIT Staff

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