"ManAlive". Alla Sapienza ci sono "Uomini Vivi"

Lo spettacolo teatrale tratto liberamente dall’omonimo romanzo di G.K. Chesterton andrà in scena giovedì 23 ottobre 2014 presso l’Università di Roma

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Uno spettacolo teatrale umoristico sull’omicidio, l’infedeltà, il furto, la follia, la verità e la bellezza della vita. Si intitola “ManAlive” ovvero “UomoVivo”, liberamente tratto dall’omonimo romanzo di Gilbert Keith Chesterton, e andrà in scena giovedì 23 ottobre 2014, alle ore 18.30 presso l’Aula Magna del Rettorato della “Sapienza”, Università di Roma (piazzale Aldo Moro 5).

Protagonista dell’opera è Innocent Smith, un personaggio eccentrico e inquietante che piomba in un’anonima pensione inglese gettando nello scompiglio le vite abitudinarie dei suoi anonimi abitanti. Una trama che ricorda “Teorema” di Pasolini (1968), non fosse che “Uomovivo” (1912) venne stato scritto 56 anni prima. Ingombrante, anticonformista e imprevedibile, Smith è un allegro energumeno vestito di verde che gira armato di revolver per… “distribuire la vita”. Accusato dei peggiori crimini contro l’umanità, l’enigmatico Smith affronterà un processo dagli esiti veramente imprevedibili…

Portato in scena lo scorso anno in diverse città italiane, “Uomovivo” – regia e scena di Otello Cenci, con Laura Aguzzoni, Giampiero Bartolini, Giampiero Pizzol, Gianluca Reggiani e Andrea Soffiatini – ha riscosso ottimo successo di pubblico per la sua capacità di coniugare un alto valore tecnico con il merito della profondità e dell’ironia. Approda a Roma il 23 ottobre grazie all’iniziativa di un gruppo di studenti della Sapienza che, entusiasmati dalla visione dello spettacolo, hanno deciso di offrire un’occasione per gustarlo a tutti i propri amici e professori. Anche per questa ragione, l’ingresso sarà completamente gratuito.

Ma il lavoro degli studenti della Sapienza non si è fermato al teatro. Negli scorsi giovedì di ottobre gli studenti hanno animato alcuni incontri per introdurre e approfondire l’opera dello scrittore inglese G.K. Chesterton, figura molto cara a personalità quali Borges, Hemingway, Kafka, Arendt e molti altri. Il percorso partirà da un’analisi della sua narrativa, nella quale emerge il legame primordiale della parola con le cose, gli oggetti, la materia (Marshall McLuhan definirà Chesterton un «mistico della concretezza»). La parola porta in sé significati paragonabili a indizi… indizi che non si comprendono con la sola logica, ma richiedono occhi e cuore per comprendere il mondo e renderci più umani. Ecco allora che Chesterton, un “padre” del giallo contemporaneo non meno importante di Arthur Conan Doyle, popola spesso i suoi romanzi di “investigatori filosofici” come il celebre Padre Brown, che Antonio Gramsci riteneva superiore a Sherlock Holmes.

L’iniziativa ha ricevuto un finanziamento dall’università “La Sapienza”, ma anche da alcuni privati che hanno creduto nell’originalità del progetto. Alla realizzazione concreta dell’iniziativa didattica, che ha ottenuto anche il patrocinio della Società Chestertoniana Italiana, contribuiscono il Centro Culturale Roma e numerosi esperti dell’opera di Chesterton, tra cui il prof. Andrea Monda e la dott.ssa Sabina Nicolini.

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ZENIT Staff

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