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Malesia: sentenza contro le conversioni forzate all'Islam

L’Alta Corte ha stabilito che le conversioni dei minori all’Islam da parte di uno o di ambedue i genitori non sono definitive

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In Malesia le conversioni dei minori all’Islam da parte di uno o di ambedue i genitori non sono definitive. Lo ha deciso l’Alta Corte dello Stato del  Sarawack con una sentenza pronunciata la scorsa settimana con cui è stato accolto il ricorso di un cittadino nato cristiano, ma registrato dai genitori all’età di 10 anni come musulmano. I giudici hanno così voluto rispettare l’art. 11 della Costituzione malese riguardante la libertà religiosa.
La notizia, in un Paese in cui la conversione a un’altra religione rispetto all’Islam è considerata apostasia ed è sempre stata ostacolata dalle autorità, è stata accolta con favore dai cristiani. L’Associazione delle Chiese di Serawak (Acs) – riferisce l’agenzia Ucan – ha ringraziato l’Alta Corte per quella che definisce una sentenza “giusta e  imparziale”. Il settimanale cattolico The Herald, in un editoriale del direttore padre Lawrence Andrew, ha definito la notizia “molto positiva”, sebbene non è detto che porti cambiamenti nel breve periodo.
Non solo tra i cristiani, la notizia ha raccolto qualche consenso anche nell’Islam. Come riferisce la Radio Vaticana, l’organizzazione di donne chiamata “Sorelle nell’Islam”, fondata nel 1988 per combattere la discriminazione sessuale presente in alcune france musulmane, ha infatti espresso un giudizio positivo circa la sentenza.

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ZENIT Staff

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