Maldive: cattolico indiano in prigione perché aveva una Bibbia e un rosario

ROMA, lunedì, 10 ottobre 2011 (ZENIT.org).- Un cattolico indiano di 30 anni, Shijo Kokkattu, è stato incarcerato nelle Maldive perché aveva in casa una Bibbia e un rosario. Nelle Maldive la religione di Stato è l’islam e non c’è libertà di culto.

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Kokkattu, riferisce AsiaNews, è originario dello Stato indiano del Kerala e insegna da due anni nella scuola Raafainu a Raa Attol, un atollo dell’arcipelago maldiviano.  

Mentre trasferiva alcuni dati su un computer scolastico, ha copiato accidentalmente alcune canzoni mariane e un’immagine della Madonna. Gli altri professori se ne sono accorti e hanno avvisato la polizia. Gli agenti hanno fatto irruzione nella casa di Kokkattu e lo hanno arrestato dopo aver trovato la Bibbia e il rosario. Da oltre una settimana è rinchiuso in prigione.  

“La mancanza di giustizia e l’intolleranza religiosa si riflettono nelle azioni del Governo maldiviano”, ha affermato Sajan K George, presidente del Global Council of Indian Christians (Gcic).

“Questa è la peggior forma di persecuzione religiosa. Il Governo indiano deve pretendere le scuse per il trattamento meschino a cui è stato sottoposto un suo cittadino”.

Per Sajan George, il caso di Shijo Kokkattu sottolinea il grande paradosso dello Stato maldiviano: “mentre si vanta di essere una delle mete turistiche più ambite al mondo, arrestando innocenti rivela la sua intolleranza e discriminazione versi i non musulmani, e impone restrizioni della libertà di coscienza e di fede”.

La libertà religiosa, ha aggiunto, “rimane un argomento tabù nell’arcipelago. Tra i musulmani, rifiutare di praticare il culto in modo diverso da quello approvato dallo Stato può condurre all’arresto. Inginocchiarsi, congiungere le mani o usare simboli religiosi, come croci, candele, immagini o statuette possono provocare un’azione del Governo”.

“Tutto ciò – ha sottolineato Sajan George – è una chiara violazione dei diritti umani universali. Mentre i musulmani che vivono nei Paesi non islamici chiedono diritti religiosi, lo spirito di reciprocità dovrebbe esistere anche in Paesi come le Maldive e l’Arabia Saudita”.

Nel 2008 un emendamento costituzionale ha negato ai non musulmani la possibilità di ottenere la cittadinanza maldiviana.

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ZENIT Staff

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