"Mai più stupri di guerra! sono un'offesa a Dio…"

Il cardinale Nichols, arcivescovo di Westminster, interviene all’incontro interreligioso sulle violenze sessuali organizzato dal governo inglese e dall’associazione di ong cristiane “We will speak out”

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“Mai più stupri di guerra” ha tuonato il cardinale Vincent Nichols, arcivescovo di Westminster e presidente dei vescovi di Inghilterra e Galles, intervenendo all’incontro interreligioso sulle violenze sessuali nei conflitti, svoltosi presso la Lancaster House.

Nel suo discorso, il porporato ha lanciato un appello affinché si ponga fine a questi “crimini immorali”, una “vergogna per l’umanità”. Organizzato dal governo inglese e dall’associazione di ong cristiane “We will speak out”, l’evento mirava infatti a sollecitare le comunità religiose a mobilitarsi per eliminare l’orrrore degli stupri di guerra.

Per farlo – ha affermato Nichols nel suo discorso – bisogna anzitutto riconoscere che “ogni attività umana è soggetta a principi morali e sottoposta a giudizi”. Ciò significa che “nessuna dichiarazione di guerra, legittima o meno, permette ai combattenti di ignorare quelle norme morali che tutelano la dignità umana”. “La guerra non è una scusa”, ha chiosato l’arcivescovo, “un crimine è un crimine, a prescindere dal contesto in cui viene commesso. E la violenza sessuale è sempre un crimine, è sempre un atto immorale”.

Inoltre, la violenza sessuale in guerra – ha evidenziato – “provoca danni radicali e permanenti nell’essenza delle vittime”, anche perché non si tratta di “un atto sporadico di un uomo che perde, per un momento, tutto il senso della decenza, bensì è una tattica deliberata di oppressione e distruzione”. “È una vergogna per l’umanità che l’uso sistematico delle violenze sessuali sia ancora considerato, in alcuni luoghi, un dovere dei soldati, un ordine da eseguire”, ha quindi ribadito. Come pure è inconcepibile che lo stigma di tale crimine “ricada sulle vittime e non su chi lo commette”.

Un altro punto su cui si è soffermata l’attenzione del card. Nichols è l’importanza di tutelare la sessualità umana come “componente vitale di ciascuno” che “unisce due persone, corpo ed anima, al livello più profondo” ed è “per sua natura, aperta alla procreazione di una nuova vita umana”. In questo senso, ha rimarcato che la sfera sessuale necessita di “onore e rispetto” e che, dunque, “non c’è posto, in essa, per l’aggressione, la strumentalizzazione o per ogni genere di disumanizzazione della persona”.

“La Chiesa sostiene con forza ogni iniziativa di prevenzione della violenza sessuale, perpetrata contro chiunque, ovunque ed in qualunque circostanza”, ha soggiunto il presidente dei vescovi inglesi e gallesi. Che ha ringraziato quindi i tanti religiosi e le tante religiose che lottano ogni giorno contro questo crimine “senza cercare ricompense”, ma “per promuovere la giustizia nel mondo contemporaneo”.

L’arcivescovo di Westminster ha perciò messo in risalto la tutela dei diritti umani: “La dignità di ogni persona ed i diritti umani che ne derivano, sono inerenti alla stessa persona e sono, quindi, inalienabili”, ha dichiarato. Anche perché “il diritto alla vita ed alla integrità del corpo sono fondamentali in quanto doni di Dio”; pertanot la loro violazione tramite violenza sessuale “rappresenta la massima violazione della dignità umana e la massima offesa dei diritti umani. È un’offesa a Dio”.  

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ZENIT Staff

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