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Maestro, insegnaci a pregare!

Meditazione quotidiana sulla Parola di Dio — Mt 6,7-15

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Lettura
Nel Vangelo di Matteo che ascoltiamo oggi, Gesù ci spiega come pregare. Gli ebrei, di solito preferivano pregare in sinagoga, sebbene fosse loro consentito recitare ovunque, per le strade e nelle piazze, le tre preghiere quotidiane. Questa libertà, se equivocata, non tiene conto della preghiera in quanto tale, e cioè un colloquio con il Padre celeste, ma la riduce a un vano atteggiamento esteriore.
Meditazione
Molti cristiani sembrano non tener conto di quanto Gesù dice nel Vangelo di oggi: «Non sprecate parole come i pagani! Il Padre vostro sa di cosa avete bisogno». Eppure quanti libri di preghiere troviamo in commercio! Quante preghiere, lasciateci dai Santi, vengono ripetute innumerevoli volte da persone pie! Ma quel che il santo aveva scritto con tutto il cuore, sulle labbra di qualcun altro può facilmente diventare un susseguirsi di parole vuote, che a null’altro servono se non ad ingannare se stessi. Gesù dice che i pagani confidavano nell’uso delle parole pensando di essere ascoltati dalle divinità e di poterle persuadere. Certo, essi immaginavano gli dèi simili agli uomini, cui tutto dev’essere spiegato in dettaglio e magari ripetuto più volte, per ottenere qualche risultato. Ma con Dio non è così! Gesù ci spiega che Dio sa già di cosa abbiamo bisogno, ancor prima di chiederglielo. Ragion per cui, possiamo anche stare in silenzio davanti a Dio ed evitare di recitare formule a più non posso. Possiamo restare in silenzio, ascoltare ciò che Dio ci vuol dire. Certo, ai bambini si insegnano le preghiere, per iniziarli a un colloquio con il Signore, ma una persona adulta che vuole pregare, che vuole avvicinarsi a Dio può anche solo inginocchiarsi, o sedersi in silenzio. Quante preghiere ci sono state insegnate per il dopo comunione. E se invece, quei minuti, li trascorressimo in silenzio e lasciassimo che Dio faccia di noi ciò che vuole? Quanta più pace e quanta più forza potremmo ricevere, se stessimo in silenzio invece di pensare a recitare ininterrottamente pie formule da presentare al Signore. Anche Gesù ci insegna un’unica brevissima preghiera, il Padre nostro – nostro e non “mio” – che non ci chiede di ripetere all’infinito. Quando preghiamo, facciamolo con il cuore, una volta sola.
Preghiera
Preghiamo il Padre nostro, fermandoci, come indicava sant’Ignazio, a ogni parola. E rimaniamo a meditarla fino a quando possiamo. Padre nostro, che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano, e rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione, ma liberaci dal male. Amen.
Agire
Quando preghiamo, facciamolo con il cuore, non solo con le labbra!
Meditazione del giorno a cura di Alexandra von Teuffenbach, tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti info@edizioniart.it

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ZENIT Staff

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