Madrid, Napoli e Roma nelle tele di Antonio Joli

Negli Appartamenti della Reggia di Caserta, la mostra dell’artista italiano fino al 14 ottobre

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di Antonio D’Angiò

ROMA, sabato, 18 agosto 2012 (ZENIT.org) – La Reggia di Caserta con gli Appartamenti Reali e la vista sul Parco non possono che rappresentare la cornice ideale della mostra del pittore Antonio Joli. L’artista (nato a Modena nel 1700 e morto a Napoli nel 1777) ha dispiegato la sua attività principalmente tra Madrid, Napoli e Roma e le tele esposte a Caserta prendono in esame il periodo della sua maturità.

L’esposizione è divisa in quattro sezioni: La prima è dedicata alla permanenza di Joli in Spagna; la seconda raccoglie opere con soggetti di vedute di Napoli e dintorni; la terza vede tele riconducibili all’attività di scenografo a Napoli; la quarta mette in luce il legame tra Joli e la città di Roma.

Joli è stato un famoso vedutista e, cosa abbastanza comune per il tempo, vi era la consuetudine di replicare più volte la stessa scena, la medesima veduta con diverse inquadrature, come ad esempio in questa esposizione, la partenza – sia da terra che da mare – della flotta che conduce Carlo in patria per succedere al trono di Spagna.

Come capita sovente al semplice visitatore nel guardare una tela che raffigura luoghi, scene e abitudini di centinaia di anni addietro, resta naturale il confronto tra il passato e il presente. Tra queste, all’interno della seconda sezione del vedutismo napoletano, vi è il quadro con i giocatori della palla al bracciale (evocativo di passioni calcistiche partenopee) mentre nella quarta, quella inerente alle immagini romane, la veduta di un’insolitamente solitaria Piazza del Popolo con la parte conclusiva di via del Corso rammenta, per contrasto, il moderno shopping di massa capitolino.

La sezione più innovativa, a detta dei curatori dell’esposizione (Civita e Corriere della Sera), è la terza dedicata all’attività di scenografo di Joli a Napoli, ruolo che l’artista ha ricoperto in molte città. Alcune delle tele create in questo periodo, come “Alessandro Magno che scopre la tomba di Achille” (opera che fa da copertina alla brochure), hanno fatto da sfondo alle rappresentazioni teatrali all’interno del Teatro San Carlo. Anche se c’è da dire che in questa sezione una potente forza visiva è trasmessa dalla tela “Marco Curzio si butta nella voragine” che fa scavare il visitatore nelle leggende dell’antica Roma.

Una mostra che si arricchisce anche della presenza di alcune tele di Gaspar Van Wittel e Giovanni Paolo Pannini e di un reperto editoriale di Giovan Battista Piranesi; tutti autori che in qualche modo incrociano l’opera di Joli.

Un’esposizione, quindi, che aiuta i molti visitatori (anche in una calda domenica d’agosto) a inquadrare la vita di corte durante la visita la Reggia di Caserta, e che non può che confermare le parole domenicali dell’artista (e sacerdote) della vicina chiesa di San Ferdinando Re in San Leucio, Don Battista Marello: “affamati di bello e di bene”.

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ZENIT Staff

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