Madre Teresa: una mamma sempre presente per i suoi figli

In occasione del 15° anniversario della sua morte, una donna racconta il suo incontro con la Beata e il miracolo dell’adozione presso le Missionarie della Carità

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Sono trascorsi 15 anni dalla sua salita al cielo, eppure il ricordo di Madre Teresa di Calcutta, rimane vivo e intatto nel cuore dei cristiani e di tutta l’umanità.

Fondatrice delle Missionarie della Carità, beatificata da Giovanni Paolo II nel 2003, Madre Teresa, al secolo Agnes Gonxha Bojaxiu, ha lasciato un segno indelebile di santità nel nostro secolo, dedicando la sua intera vita al servizio totale dell’altro, del debole, del povero dove “vedeva realmente Gesù Cristo”.

Oggi è la sua festa: oltre alla memoria liturgica della Beata, celebriamo anche il 15° anniversario della sua morte, avvenuta il 5 settembre 1997.

In questi anni, il suo operato è stato portato avanti dalle sorelle della Congregazione da lei fondata, sempre attive tra le categorie sociali più deboli e dedite a questa “eredità di amore” della Madre, fatta di preghiera, silenzio, rispetto e dignità verso ogni essere umano, senza alcuna distinzione.

Il suo ricordo lo portano avanti anche le tante persone “comuni” – cristiane ma anche atee – che hanno avuto la fortuna di conoscere personalmente questa piccola messaggera di Dio, beneficiando del suo carisma e del suo amore altruistico.

La testimonianza più grande della santità di Madre Teresa arriva, però, in modo particolare, da numerose famiglie che, a distanza di anni, sono ancora mosse da una gratitudine profonda verso la Madre, perché ha permesso loro di vivere una grazia che la natura non gli ha concesso: essere genitori.

Tra i tanti servizi svolti dalle Missionarie della Carità nella periferia di Calcutta c’era anche questo infatti: accogliere bambini abbandonati e soli, a volte addirittura neonati, per curarli fino a quando qualche famiglia li adottasse.

Questa esperienza forte l’ha vissuta Guglielmina, una signora della provincia di Roma, che, circa trent’anni fa, adottò dalle Missionarie indiane, Monisha, all’epoca di soli 4 anni.

Guglielmina, incontrata da ZENIT, ha accettato di dare la sua testimonianza come “piccolo contributo per ricordare e ringraziare la Madre”.

“Ero animata da un forte desiderio di maternità – racconta la signora – ma una serie di problemi non mi permetteva di soddisfare questa aspirazione. Vivendo in provincia non sapevo proprio a chi rivolgermi. Ma già allora avvenne un piccolo miracolo: conobbi per caso una maestra collaboratrice di Madre Teresa e da lì poi le Missionarie della Carità che operano a Roma, a San Gregorio al Celio, a due passi dal Colosseo”.

Anche lì un altro miracolo. Prosegue Guglielmina: “Ci furono tante difficoltà dal punto di vista burocratico, ma nonostante questo il Signore aprì la strada. Dopo qualche anno riuscimmo però ad adottare Monisha. Era il 1985, la piccola aveva 4 anni ed era viva solo grazie alle cure di Madre Teresa e delle altre suore”.

“Da subito la bambina e noi genitori abbiamo avuto il desiderio di incontrare la Madre per ringraziarla, ma non era certo una cosa facile” riferisce la donna. Pochi mesi dopo, però, il loro desiderio fu esaudito: “A Roma venne in visita la Madre. Noi partecipammo all’incontro e Monisha facendosi largo tra la folla che la salutava, riuscì a donarle un mazzo di fiori”.

“Lei mi sorrise” racconta Monisha, oggi trentunenne, “ho avuto l’impressione che mi riconoscesse. Intorno a Lei, le suore felici sembravano che fossero eteree, era davvero un’atmosfera di paradiso”.

La famiglia riuscì a rivedere Madre Teresa anche qualche anno più tardi, durante un primo Incontro delle famiglie adottive insieme a Giovanni Paolo II.

In quell’occasione, rircordano madre e figlia: “Ci siamo sentite davvero dentro una famiglia. Questo sentimento era dato soprattutto dalla grande sintonia che c’era tra Madre Teresa e il Papa: la loro santità si riversava su di noi in modo misterioso. Ci rendevamo conto della straordinarietà di questi due giganti della fede, ma non eravamo pienamente consapevoli di star vivendo la Storia”.

Monisha si è sposata da pochi mesi con Fabrizio, un ragazzo italiano conosciuto alcuni anni fa al matrimonio di Mary. Una coincidenza, o forse un altro miracolo: “Anche Mary è una ragazza indiana arrivata in Italia a pochi mesi da Calcutta e sempre tramite le Suore Missionarie”. “Io e Mary non ci conoscevamo – racconta la ragazza – Madre Teresa ci ha voluto fare quest’altro dono. Ora siamo legate come due sorelle e abbiamo anche sposato due fratelli!”.

“La Beata veglia su queste sue due figlie” afferma sicura mamma Guglielmina; “tutti ne siamo consapevoli. Per la nostra famiglia Madre Teresa è una Madre, a cui portiamo un affetto grande e una riconoscenza infinita. La preghiamo spesso infatti, affinché continui a donarci grazie da lassù”.

Infine un invito. Guglielmina e Monisha esortano: “Madre Teresa veglia sui suoi figli e ancora di più su qualche adozione non riuscita. Pregatela sempre, quindi, e se avete la possibilità di incontrarvi con le Missionarie della Carità di san Gregorio al Celio, non perdete l’occasione! E’ come ricevere l’abbraccio della Madre che riunisce la sua famiglia e il cuore diventa più leggero, pieno di nuove energie”.

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Salvatore Cernuzio

Crotone, Italia Laurea triennale in Scienze della comunicazione, informazione e marketing e Laurea specialistica in Editoria e Giornalismo presso l'Università LUMSA di Roma. Radio Vaticana. Roma Sette. "Ecclesia in Urbe". Ufficio Comunicazioni sociali del Vicariato di Roma. Secondo classificato nella categoria Giovani della II edizione del Premio Giuseppe De Carli per l'informazione religiosa

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