Madre Pasqua Condò, mistica dell’evangelizzazione

Cofondatrice delle Missionarie del Catechismo, fortemente legata al fondatore padre Idà dalla passione per l’evangelizzazione, ha dato vita alla figura di “Anima Ostia” capace di offrirsi totalmente

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“Dietro un grande uomo c’è sempre una grande donna”. Quante volte questa frase è stata pronunciata con adesione alla verità: ormai è diventata un motto, un’esclamazione, una certezza, a volte una prerogativa. Analogamente, dietro un grande fondatore c’è stata una grande cofondatrice. Anche in questo caso la regola è quindi confermata.
Stiamo parlando dell’opera evangelizzatrice di padre Vincenzo Idà, fondatore delle Missionarie del Catechismo e dei Missionari dell’Evangelizzazione, di cui si è aperta da qualche anno la causa di Beatificazione e Canonizzazione nella Diocesi di Oppido-Palmi (RC).
Il fondatore aveva una collaboratrice a sostegno dei suoi progetti di evangelizzazione, una spalla indispensabile, una spinta necessaria. Era Madre Pasqua Condò, la cofondatrice. Un duo inscindibilmente legato dalla passione per l’evangelizzazione.
La straordinaria vita della prima “Anima Ostia”, come definita da P. Idà, è raccontata con precisione dal successore del fondatore, ed attuale superiore dei Missionari dell’Evangelizzazione, padre Rocco Spagnolo, in un libro dal titolo Madre Pasqua Condò. Mistica dell’evangelizzazione, edito da San Paolo nel 2009.
Un libro che completa il lavoro già iniziato alla scoperta del fondatore: Padre Idà. Profeta dell’evangelizzazione pubblicato nel 2006, sempre per i tipi della San Paolo. La dovizia nei particolari e la precisione storica con la quale Spagnolo racconta l’affascinante vita di M. Pasqua, è un itinerario a tappe.
Dall’infanzia alla giovinezza, dal contesto storico e sociale di un Mezzogiorno che certamente non esalta né valorizza la figura femminile alla ferma volontà di seguire Cristo attraverso la strada tracciata dall’allora parroco di Anoia Superiore (RC), padre Vincenzo Idà.
Ma chi era questa giovane anoiese (così si definiscono i cittadini di Anoia) capace di calamitare a sé la fiducia del sacerdote Idà? È Spagnolo a scriverlo: “Pasqua era dotata di naturale allegria, molto concreta, di temperamento equilibrato. Amava fare la carità sempre e possibilmente nell’anonimato. Possedeva una dolcezza con cui avvicinava chiunque, una capacità di amore senza riserve verso i piccoli, gli abbandonati, gli ultimi”.
Questo il presupposto per essere un’eccellente catechista e presidente dell’Azione Cattolica; queste le caratteristiche per seguire la via tracciata dal fondatore. La religiosa era la più vicina, la più adatta, la più “necessaria”. Una “mistica”, a dire dell’autore, perché ha fatto un’autentica esperienza del “Mistero”, accanto ad una capacità unica di abnegazione.
Vera madre, perché capace di soffrire offrendo. Una delizia per chiunque la incontrava ed entrava in contatto con lei. Ed il contatto è ancora vivo attraverso questo scritto, davvero ricco ed indispensabile per conoscere a fondo la vita e le opere dalla cofondatrice.
Un presupposto necessario per i futuri lavori intorno a questa figura. Che rappresentava, come già scritto, la prima delle tante “Anime Ostie” volute fortemente da Idà, che le considerava il pezzo più pregiato della sua fecondità apostolica.
“Il polivalente Arciprete (così era chiamato padre Idà) ha voluto l’Eucarestia come sole della sua missione. Per lui doveva essere centro, modello e norma per la vita di ogni cristiano e per tutta la Chiesa”. E questo M. Pasqua l’aveva già intuito. Infatti ella “è stata sempre l’ombra di padre Idà. È stata accanto a quest’uomo di Dio quasi da comprimaria”.
In lei, padre Vincenzo vedeva il germe della congregazione femminile delle sue fondazioni. “Il fondatore viveva la radicalità evangelica e la esigeva dai suoi seguaci. In primis da Pasqua, che l’affiancò, l’assecondò sempre e ne seguì docilmente l’ambiziosa proposta”, scrive Spagnolo.
La caratteristica primaria di M. Pasqua era una liberante obbedienza, segnata anche dal “quarto voto”. Accanto ai voti religiosi (Castità, Povertà ed Obbedienza), ella volle offrire infatti anche quello di “vittima”.
Con questo quarto voto, spiega l’autore, “suggellò la completa donazione al Signore e ne indicò anche la direzione. Già con la vestizione aveva voluto aggiungere al nome di battesimo quello ‘dell’Eucarestia’. Quindi, M. Pasqua dell’Eucarestia era consacrata al Signore con una specificità: essere vittima per amore”.
La Madre, donna di elevata spiritualità, era determinata nel proseguire il disegno di fondare una nuova congregazione che fosse al servizio della Chiesa, con finalità missionarie. E con lo specifico dell’evangelizzazione agli ultimi, agli “scarti” della società. Un carisma, dunque popolare, fresco ed attuale.
È sempre l’autore del libro che scrive: “Madre Pasqua è donna di fede e persona affidabile. Se prima era accanto al Fondatore quasi da comprimaria, con la Fondazione diviene donna che ha vissuto una grande storia da protagonista”.
Questa straordinaria donna calabrese dall’animo teneramente forte, ha saputo docilmente scrivere una pagina di storia stupefacente ed incantevole. Con vena poetica la stessa scrive: “Non con l’amor che vola, voglio adorarti o Dio, l’amore che s’immola sarà l’amor mio”.
Per questo le suore che l’hanno conosciuta possono con ragione esclamare: “Il Padre era un grande santo, ma lei non è stata di meno. Ne ha fatti di sacrifici, poverina!”. Oggi le Missionarie del Catechismo (di diritto pontificio), guidate dalla Superiora della Congregazione, M. Bernardina Perez, sono presenti in tutti i continenti con le sue case, aperte ai poveri e bisognosi.
La culla della Fondazione, ad Anoia Superiore, rimane ancora oggi il centro di un complesso mondo missionario che dalla Calabria si apre al mondo intero. Il volume di P. Rocco Spagnolo, racconta questa storia con la competenza ed il ricordo vivo di chi, Pasqua Condò, l’ha sempre accostata al predecessore e fondatore padre Idà.
I due, sono oggi le colonne portanti e gli esempi da imitare per una proposta missionaria che ha saputo e voluto aprirsi al mondo intuendone, nel tempo, le esigenze di povertà, antiche e nuove. E, come il fondatore, sarà riscoperta la ricchezza della cofondatrice (attraverso, speriamo, l’apertura di una Causa di Beatificazione) additata oggi, da chiunque l’ha conosciuta, come modello da seguire.

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Domenico De Angelis

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