Madre Elvira e la famiglia dei risorti

La storia della Comunità Cenacolo, che libera dalla schiavitù delle droghe e fa risorgere corpi e anime dalla disperazione

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A queste e ad altre domande hanno risposto Suor Elvira e la Comunità Cenacolo, testimoniando con parole e azioni come sofferenza e servizio sono le strade su cui cammina la Misericordia di Dio, che libera e risuscita a vita nuova anche coloro che vivono nel buio più profondo tra freddo e disperazione. Rita Agnese Petrozzi, più conosciuta come Madre Elvira è una che si considera la più povera tra i poveri.

Nel libro L’abbraccio (ed. San Paolo), Elvira racconta di aver frequentato la scuola fino alla terza elementare, ma la sua università è stata, fin da piccola, la sofferenza vissuta cristianamente e il servizio alle persone che gli stavano accanto. Una donna appassionata che per 28 anni ha fatto la cuoca e le pulizie, una donna – dice lei – “appassionata della scopa e delle pentole, del fratello povero e della cappella”, una che crede nel vero, nel buono e nel bello che il Signore ha messo nel cuore di ogni uomo.

Si definisce come una donna di azione e non di tavolino, una donna che prega in ginocchio e che corre con i poveri, con i ciechi, con i sordi,con i muti e gli storpi. La carità è la sua vita. Una donna che ancora oggi a 77 anni ogni giorno si stupisce, si meraviglia nel contemplare le opere di Dio. Nata in una famiglia numerosa e poverissima, ha spiegato: “Sono ricca perché sin da bambina i sacrifici mi hanno insegnato a donarmi e a servire, a sorridere e superare le difficoltà senza fare il ‘broncio’ senza poter dire ‘non ce la faccio’ contenta di trovarsi ancora alla scuola di vita del servizio”.

“Tutto quello che ho imparato nella vita l’ho imparato servendo”, ha ribadito. La sua famiglia nell’immediato dopoguerra si è trasferita da Sora, in provincia di Frosinone, fino a Alessandria, in Piemonte. Fin da piccola ha avuto poco cibo, ma sempre condiviso. Diceva la mamma: “Ricordati Rita, che le bocche sono tutte sorelle. Tu non puoi mettere in bocca qualcosa senza farne dono alle altre”. Adesso Elvira dice di aver capito che la povertà, se vissuta con coscienza, “è libertà”, perché ti permette di capire che le persone vengono prima delle cose, prima della ricchezza, prima delle ambizioni…

“Con la povertà si sperimenta che la vita vale più delle cose”, ed ha aggiunto “sono contenta di essermi alzata da tavola sempre con tanta fame, perché tutto questo mi ha educato al sacrificio”. Quando in famiglia crescevano le difficoltà suor Elvira sentiva sua madre che diceva “Santa croce di Dio, non ci abbandonare!”, così ha cominciato ad amare la Croce ed ha trovato la forza nella Croce. “Ho capito – ha sostenuto – quanto sia importante nella vita imparare a vivere e amare la Croce per vivere bene tutto il resto”. A 19 anni ha lasciato la famiglia con sofferenza, ma l’amore verso Gesù, il figlio del falegname di Nazareth è stato così forte che l’8 marzo del 1956 è entrata in convento nelle Suore della Carità di Santa Giovanna Antida Thouret a Borgaro Torinese.

In quel convento Rita Agnese è diventata suor Elvira. Per 28 anni ha svolto vari servizi, gli riusciva piuttosto bene fare la cuoca, ed era felice di far sta bene gli altri. All’inizio degli anni ‘80 gli è si acceso un fuoco nel cuore. Soffriva nel vedere tanti giovani disperati ed in preda agli effetti di droghe, vagare per le strade per le piazze. Li vedeva tristi e morti nel cuore, senza prospettive. Cominciò a pregare intensamente per la loro salvezza, ed ha iniziato a chiedere ai superiori di far qualcosa per quei ragazzi. All’inizio non è stata compresa, poi un giorno gli hanno detto “va bene, vedi cosa puoi fare”.

In mezzo a tante difficoltà ma con l’intercessione di Maria e l’assistenza continua della Misericordia di Dio, il 16 luglio 1983 a Saluzzo, Madre Elvira ha fondato la Comunità Cenacolo. Da allora  ha liberato migliaia di ragazzi che erano vittime della tossicodipendenza e della disperazione, ha fatto riconciliare famiglie, ha convertito cuori induriti, ha visto crescere vocazioni in persone che erano destinate a vivere e morire  miseramente.

Oggi sono sessanta le case di accoglienza della Comunità Cenacolo presenti in 18 Paesi nel mondo. Nel 2009 la Comunità Cenacolo è stata riconosciuta dal Pontificio Consiglio dei Laici come Associazione Privata Internazionale di Fedeli di Diritto Pontificio. All’interno della Comunità è sorta anche la famiglia religiosa femminile delle Suore Missionarie della Risurrezione.

Nell’introduzione al libro la Comunità Cenacolo ha scritto: “Siamo una comunità di poveri, di peccatori, di gente fragile e ferita, di persone un tempo morte e oggi risorte, che desidera attraverso queste povere ma vere parole, testimoniarvi, con infinita gratitudine, l’immensa Misericordia di Dio per Noi. Pregate per noi. Grazie!”.

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Antonio Gaspari

Cascia (PG) Italia Studi universitari a Torino facoltà di Scienze Politiche. Nel 1998 Premio della Fondazione Vittoria Quarenghi con la motivazione di «Aver contribuito alla diffusione della cultura della vita». Il 16 novembre del 2006 ho ricevuto il premio internazionale “Padre Pio di Pietrelcina” per la “Indiscutibile professionalità e per la capacità discreta di fare cultura”. Il Messaggero, Il Foglio, Avvenire, Il Giornale del Popolo (Lugano), La Razon, Rai tre, Rai due, Tempi, Il Timone, Inside the Vatican, Si alla Vita, XXI Secolo Scienza e Tecnologia, Mondo e Missione, Sacerdos, Greenwatchnews. 1991 «L'imbroglio ecologico- non ci sono limiti allo sviluppo» (edizioni Vita Nuova) . 1992 «Il Buco d'ozono catastrofe o speculazione?» (edizioni Vita Nuova). 1993 «Il lato oscuro del movimento animalista» (edizioni Vita Nuova). 1998 «Los Judios, Pio XII Y la leyenda Negra» Pubblicato da Planeta in Spagna. 1999 «Nascosti in convento» (Ancora 1999). 1999 insieme a Roberto Irsuti il volume: «Troppo caldo o troppo freddo? - la favola del riscaldamento del pianeta» (21mo Secolo). 2000 “Da Malthus al razzismo verde. La vera storia del movimento per il controllo delle nascite” (21mo Secolo, Roma 2000). 2001 «Gli ebrei salvati da Pio XII» (Logos Press). 2002 ho pubblicato tre saggi nei volumi «Global Report- lo stato del pianeta tra preoccupazione etiche e miti ambientalisti» (21mo Secolo, Roma 2002). 2002 ho pubblicato un saggio nel nel Working Paper n.78 del Centro di Metodologia delle scienze sociali della LUISS (Libera Università Internazionale degli Studi Sociali Guido Carli di Roma) «Scienza e leggenda, l’informazione scientifica snobbata dai media». 2003 insieme a VittorFranco Pisano il volume “Da Seattle all’ecoterrorismo” (21mo Secolo, Roma 2003). 2004 ho pubblicato insieme a Riccardo Cascioli “Le Bugie degli Ambientalisti” (Edizioni Piemme). 2004 coautore con del libro “Emergenza demografia. Troppi? Pochi? O mal distribuiti?” (Rubbettino editore). 2004 coautore con altri del libro “Biotecnologie, i vantaggi per la salute e per l’ambiente” ((21mo Secolo, Roma 2004). 2006 insieme a Riccardo Cascioli “Le Bugie degli Ambientalisti 2” (Edizioni Piemme). 2008 insieme a Riccardo Cascioli il libro “Che tempo farà… Falsi allarmismi e menzogne sul clima (Piemme). 2008, è stata pubblicata l’edizione giapponese de “Le bugie degli ambientalisti” edizioni Yosensha. 2009. insieme a Riccardo Cascioli “I padroni del Pianeta – le bugie degli ambientalisti su incremento demografico, sviluppo globale e risorse disponibili” (Piemme). 2010 insieme a Riccardo Cascioli, è stato pubblicato il volume “2012. Catastrofismo e fine dei tempi” (Piemme). 2011 Questo volume è stato pubblicato anche in Polonia con l’imprimatur della Curia Metropolitana di Cracovia per le e3dizioni WYDAWNICTTWO SW. Stanislawa BM.

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